8° Poeticforum - Le poesie che amiamo

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Eccoci arrivati all'ottavo Poeticforum...proponete le vostre poesie preferite, una a testa, e poi le commenteremo tutti insieme! :D

Vi ricordo che, a partire dal precedente poeticforum, è stata introdotta una novità: gli utenti possono proporre anche poesie scritte da loro. Poeti, non abbiate paura dei giudizi degli altri utenti, non saremo cattivi :mrgreen:
 

Jessamine

Well-known member
Io provo a buttarmi, tanto alle cadute sto cominciando ad abituarmi. Premetto che nella poesia mi trovo un po' a disagio, ho quasi sempre scritto solo in prosa, ma solo da pochi mesi ho provato a buttarmi sulla poesia. Premetto anche che questa è nata come una sorta di flusso di coscienza, poi un po' riadattato in un alternarsi di prosa e poesia, infine riadattato a sola poesia.
Siate pure cattivi, non mi offendo, perché so che la poesia non è esattamente quanto di meglio io sappia fare, quindi ho solo da migliorare.

Flusso d'incoscienza

A piovere dentro, dimmi, ci hai mai provato?

Gli argini infranti
sui tuoi occhiali appannati
lacrime
ad irrigare versi
muti.

Raccoglimi,
coi palmi aperti, raccoglimi
quando non mi basto, con i miei contorni
stanchi,
raccogli il mio piovere
di sangue e
sospiri.

La verticalità della poesia e il vuoto
tutto attorno, le urla
di carta bianca,
tulo sai,
non so sfiorarle.

Devo sporcarmi le dita d'inchiostro,
l'inchiostro ch'è poi sangue,
ch'è poi vita.
E tu lasciami
piovere
sulla verticalità ch'è capogiro
lasciami lo spazio bianco, 'ché
se piove
nel vuoto non ho paura di fissare gl'occhi.

Kundera è una manciata di citazioni
scritte a mano sul diario
che a vent'anni imparo a non tradire,
Kundera sono le parole che mi sporcano gli occhi,
qualche mese dopo, una vita dopo.
"La vertigine è la voce del vuoto sotto di noi che ci attira, che ci alletta, è il desiderio di cadere, dal quale ci difendiamo con paura".

Se ho paura tu
non guardarmi,
lasciami
la tua schiena a cui
ancorarmi,
perché a furia di piovere
da dentro
ho gli occhi vuoti.
Riempili,
con gli abbracci
che non siamo,
riempili sussurrando del silenzio
ch'è anche in prosa, 'ché
non importa
la verticalità
se poi non so volare, che
d'inchiostro si può vivere
anche così.

Dimmi che le lacrime si
asciugano, che
non importano gli stili vuoti, che
anche con un flusso d'incoscienza non sono
nuda.

Il condizionale
spezzalo
con un battito di ciglia,
spezzalo
col silenzio caparbio delle dita
intreccate, quelle che
sarebbero state, che
avremmo avuto.

Spezzami il respiro
spingendomi nel vuoto,
con la poesia che
nemmeno leggevi.
Imperativi: categorici.
E in fondo la filosofia la conosci
meglio di me.

E allora spiegami
quest'imperativo
m'incatena
spiegami l'imperativo
che t'invoca
e le congiunzioni
allineate
ad aspettare la pioggia per dissolversi.

L'inchiostro, a piovere dai miei occhi socchiusi, lasciamelo.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Brava Jessamine, ci vuole coraggio per mettersi in gioco :wink:
La leggerò con calma e poi al momento giusto commenteremo (prima aspettiamo altre proposte!)
 
P

ParallelMind

Guest
Io volevo proporre questo pezzo di una poesia di Leopardi,perche`ho in mente questo tema da un po`di tempo e lui lo illustra benissimo con vero ardore.Poi se trovo altri autori magari li posto in futuro.

"Amore, amore, assai lungi volasti
Dal petto mio, che fu sì caldo un giorno,
Anzi rovente. Con sua fredda mano
Lo strinse la sciaura, e in ghiaccio è volto
Nel fior degli anni. Mi sovvien del tempo
Che mi scendesti in seno. Era quel dolce
E irrevocabil tempo, allor che s'apre
Al guardo giovanil questa infelice
Scena del mondo, e gli sorride in vista
Di paradiso. Al garzoncello il core
Di vergine speranza e di desio
Balza nel petto; e già s'accinge all'opra
Di questa vita come a danza o gioco
Il misero mortal. Ma non sì tosto,
Amor, di te m'accorsi, e il viver mio
Fortuna avea già rotto, ed a questi occhi
Non altro convenia che il pianger sempre.
Pur se talvolta per le piagge apriche,
Su la tacita aurora o quando al sole
Brillano i tetti e i poggi e le campagne,
Scontro di vaga donzelletta il viso;"

(da La vita solitaria)

Qui c'è la versione completa Canti (Leopardi)/La vita solitaria - Wikisource
 
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G

giovaneholden

Guest
Alejandra Pizarnik

Chi illumina

Quando mi guardi
i miei occhi sono chiavi,
il muro ha segreti,
il mio timore parole, poesie.
Solo tu fai della mia memoria
una viaggiatrice affascinata,
un fuoco incessante.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Tomas Transtromer - Stazione

Un treno è entrato in stazione. È fermo, vagone dopo vagone,
Ma nessuna porta si apre, nessuno scende o sale.
Ci sono veramente delle porte? Là dentro un brulichio
Di uomini rinchiusi che vanno su e giù.
E scrutano dai finestrini immobili.
Fuori lungo il treno cammina un uomo con un martello.
Urta le ruote che debolmente risuonano. Tranne qui.
Qui il rumore aumenta incomprensibilmente: un fulmine,
Il rintocco dell’orologio della cattedrale,
Il rumore della circumnavigazione del globo
Che solleva tutto il treno e le pietre umide dei dintorni.
Tutto canta. Ve lo ricorderete. Andate avanti.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Considerato che ieri era la Giornata della Memoria, vorrei proporre questa poesia tratta da questo sito La Shoah e la Memoria

L’APPELLO DEL MATTINO

Il sole sorge sul campo di Auschwitz,
Splendente di un bagliore roseo
Stiamo tutti in fila, giovani e vecchi,
Mentre nel cielo scompaiono le stelle.

Ogni mattino stiamo qui per l’appello
Ogni giorno, con la pioggia o con il sole
Sui nostri volti sono dipinti
Dolore, disperazione, tormento.

Forse proprio ora, in queste ore grigie,
A casa mia piange un bambino
Forse mia madre sta pensando a me…
La potrò mai rivedere?

In questo momento è bello sognare ad occhi aperti,
Forse proprio ora il mio innamorato mi pensa
Ma — Dio non voglia — se
Andassero a prendere anche lui?

Come su uno schermo argentato
L’azione continua splendida
Poco lontano arriva qualcuno
In una limousine nuova e brillante.

Scendono con lentezza e con grazia,
Le “Aufseherinnen” (1) indossano abiti blu.
Ci trasformiamo immediatamente in pilastri di sale,
Numeri, nullità inanimate.

Ci contano con arroganza sprezzante
Loro — la razza più nobile
Sono i tedeschi, la nuova avanguardia
Che conta la marmaglia a strisce, senza volto.

All’improvviso, come per una scossa elettrica, rabbrividiamo
Al pensiero che simile a un razzo ci balena in testa
Costei deve essere anche una moglie o una madre
Una donna… E anche io sono una donna…

La pellicola sensazionale si svolge lentamente
“Achtung!” Sistemare la fila!
Questo è un momento davvero speciale,
Si avvicina il “Lagerkommandant”.

È possibile che il mondo sia tanto pericoloso?
Un fischio e, in un attimo, il silenzio
Fra di noi pronunciamo una preghiera quieta
Ma c’è qualcuno che ci può sentire?

Il sole è di nuovo alto nel cielo,
Brillanti e rosei sono i suoi raggi.
O Dio caro, Ti chiediamo
Arriveranno giorni migliori?

Krystyna Zywulska, settembre 1943

(1) Sorveglianti.
 
P

ParallelMind

Guest
Secondo me,se posso proporre questa cosa ai mods,bisognerebbe lasciare aperto il poetiforum fino slla fine.Mi e`capitato spesso di voler partecipare a quelli precedenti e non poterlo fare perche`arrivavo tardi.Sarebbe bello cominciare a commentare eppoi nel caso non sovviene altra gente si possono postare altri due brani poetici a testa.E`solo una mia opinione :)
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
va bene, la tua proposta è valida, possiamo riaprire tutti i poeticforum, togliendo l'evidenza, in modo che se si vuole commentare lo si può fare in qualsiasi momento.

Per quanto riguarda il numero di poesie da postare io rimarrei per il momento con il sistema odierno, poi vediamo in futuro se modificarlo secondo i tuoi suggerimenti, anche a seconda di quello che dicono gli altri partecipanti :)
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Propongo una poesia di Pessoa (di nuovo :mrgreen:):

Stanca Essere


Stanca essere, sentire duole,
pensare distrugge.
Estranea a noi e fuori,
frana l'ora e tutto in essa frana.
Inutilmente l'anima piange.
A cosa serve? E cosa deve servire?
Abbozzo pallido e lieve
del sole invernale che ride sul mio letto…
Vago sussurro breve.

Delle piccole voci con cui il mattino
si desta,della futile promessa
del giorno,morta sul nascere,
nella speranza assurda e remota
nella quale l'anima confida.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Vi ricordo che potete, anzi dovete :mrgreen: continuare a fare proposte fino alla fine del Poeticforum!

Intanto direi di iniziare a commentare...partiamo con la prima poesia, scritta dalla nostra Jessamine :YY

Flusso d'incoscienza

A piovere dentro, dimmi, ci hai mai provato?

Gli argini infranti
sui tuoi occhiali appannati
lacrime
ad irrigare versi
muti.

Raccoglimi,
coi palmi aperti, raccoglimi
quando non mi basto, con i miei contorni
stanchi,
raccogli il mio piovere
di sangue e
sospiri.

La verticalità della poesia e il vuoto
tutto attorno, le urla
di carta bianca,
tulo sai,
non so sfiorarle.

Devo sporcarmi le dita d'inchiostro,
l'inchiostro ch'è poi sangue,
ch'è poi vita.
E tu lasciami
piovere
sulla verticalità ch'è capogiro
lasciami lo spazio bianco, 'ché
se piove
nel vuoto non ho paura di fissare gl'occhi.

Kundera è una manciata di citazioni
scritte a mano sul diario
che a vent'anni imparo a non tradire,
Kundera sono le parole che mi sporcano gli occhi,
qualche mese dopo, una vita dopo.
"La vertigine è la voce del vuoto sotto di noi che ci attira, che ci alletta, è il desiderio di cadere, dal quale ci difendiamo con paura".

Se ho paura tu
non guardarmi,
lasciami
la tua schiena a cui
ancorarmi,
perché a furia di piovere
da dentro
ho gli occhi vuoti.
Riempili,
con gli abbracci
che non siamo,
riempili sussurrando del silenzio
ch'è anche in prosa, 'ché
non importa
la verticalità
se poi non so volare, che
d'inchiostro si può vivere
anche così.

Dimmi che le lacrime si
asciugano, che
non importano gli stili vuoti, che
anche con un flusso d'incoscienza non sono
nuda.

Il condizionale
spezzalo
con un battito di ciglia,
spezzalo
col silenzio caparbio delle dita
intreccate, quelle che
sarebbero state, che
avremmo avuto.

Spezzami il respiro
spingendomi nel vuoto,
con la poesia che
nemmeno leggevi.
Imperativi: categorici.
E in fondo la filosofia la conosci
meglio di me.

E allora spiegami
quest'imperativo
m'incatena
spiegami l'imperativo
che t'invoca
e le congiunzioni
allineate
ad aspettare la pioggia per dissolversi.

L'inchiostro, a piovere dai miei occhi socchiusi, lasciamelo.​




 

Nerst

enjoy member
Ecco la mia proposta. Un poeta che ho da poco scoperto.

Nazim Hikmet

Anche questa mattina

Anche questa mattina mi sono svegliato
e il muro la coperta i vetri la plastica il legno
si son buttati addosso a me alla rinfusa
la luce d’argento annerito della lampada

mi si é buttato addosso anche un biglietto di tram
e il giallo della parete e tre righe di scritto
e la camera d’albergo e questo paese nemico
la metà del sogno caduta da questo lato s’è spenta

mi si è buttata addosso la fronte bianca del tempo
i ricordi più vecchi e la tua assenza nel letto
la nostra separazione e quello che siamo

mi sono svegliato anche questa mattina
e ti amo.
 

IreneElle

Member
Vi propongo umilmente una mia poesia di alcuni anni fa.

Questa è una mia poesia.
La pubblico in questo forum con umiltà, anche se compare altrove su internet.
E' stata scritta qualche anno fa e ne sono legata, profondamente.
Si intitola Distanze

Eravamo sulle sponde del giardino di Allah,
io cercavo di immergermi in acque verdi
alla ricerca di un pesce pagliaccio.
Tu sgocciolavi melograni di pensieri
e ad ogni modo mi sembravi buffo.

Ad un tratto le correnti del mar Rosso
ci hanno imposto di tendere le anime al cielo,
le mani al petto.

Aspettavamo che tutto si asciugasse
– dentro e fuori di noi –
nel frattempo si parlava di predestinazione agostiniana
e la penisola del Sinai s’affogava nel tramonto.
E tutta quella bellezza ci scintillava negli occhi arguti,
scaltramente svegli a non perdere niente.

“perché tutto questo?” m’hai detto,
io ti ho solo cantato un poema sorridendoti
con le labbra all’ingiù.
E non saremo mai più quelli di una volta.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Benvenuta Irene, e grazie per aver condiviso la tua poesia con noi :D

La commenteremo con piacere quando arriverà il suo turno :)

Chiedo scusa a Jessamine ma non ho ancora avuto modo di leggere attentamente la sua, qualcun altro vuole provarci? :wink:
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Chiedo scusa a Jessamine ma non ho ancora avuto modo di leggere attentamente la sua, qualcun altro vuole provarci? :wink:

devo scusarmi con tutti: io l'ho letta. Macchè letta ...
Io l'ho assorbita ... Me ne son fatto penetrare ...
S'è incanalata attraverso gli occhi, bypassando il cervello e ferendomi l'anima.
Verticalizzandosi in me. Facendomi piangere dentro.
Un inchiostro di lacrime.
Non ho parole per commentare.
Le parole sono un veicolo di comunicazione. Artificiale. Umano. Imperfetto.
Ma non c'è in me un interprete per tradurre le sensazioni, i sentimenti,
in quella cosa così finta e inadeguata che sono le parole...
Perdonatemi dunque, perchè al momento le contengo a livello percettivo,
e il dolore che me ne deriva,
ho bisogno di godermelo appieno.

:?
 
Ultima modifica:
P

ParallelMind

Guest
La poesia di Jessamine mi trasmette un senso di profondo sconforto,d`inconsistenza di fondo,di tragicita`di una passione forse priva di amore,quell'amore che rigenera e da forza allo spirito,alle membra.
Si sente la mancanza di fede,di speranza,eppure a qualcosa ci si aggrappa in alcuni versi,ma nn si capisce cosa.
All'inizio sembrerebbe alla poesia,la mia cmq e`un analisi affrettata,potrei anche sbagliarmi.
 
Ultima modifica:

Jessamine

Well-known member
Alessandra, fai pure con calma, non ti preoccupare, ci mancherebbe altro!
Hotwireless, scusarti, e di che? Mi scuso io, se in qualche modo quello che ho scritto ti ha causato dolore, anche se inconsapevolmente. Sono colpita che le mie parole t'abbiabo scatenato qualcosa dentro, davvero tanto, anche se mi dispiace queste sensazioni non sono piacevoli, mi spiace davvero. È che io in quello che scrivo ci metto la parte peggiore di me.
ParalleMind, sai, non so se sia effettivamente sconforto, quello che provavo scrivendo. Forse sì, a pensarci bene. Non era un sentimento positivo, ecco. Forse è anche paura, paura anche della stessa poesia, nonostante io mi ci sia aggrappata, con le unghie e con ogni cosa. Perché la poesia io non lo so, cosa sia: è davvero la verticalità? Non lo so. Ho sempre scritto in prosa, eppure a volte mi sembra che la mia prosa, pur non avendo verticalità, abbia in comune qualcosa con la poesia (non la Poesia, sia chiaro, non sono così presuntuosa, ho ben chiari i miei limiti), eppure la poesia comunemente intesa, quella che necessita di verticalità e di spazi bianchi attorno ai versi, mi dà vertigibe. E ni spaventa non la so vivere, una poesia di questo tipo, nonostante la scrittura sia tutto quello che vorrei.
 
P

ParallelMind

Guest
Alessandra, fai pure con calma, non ti preoccupare, ci mancherebbe altro!
Hotwireless, scusarti, e di che? Mi scuso io, se in qualche modo quello che ho scritto ti ha causato dolore, anche se inconsapevolmente. Sono colpita che le mie parole t'abbiabo scatenato qualcosa dentro, davvero tanto, anche se mi dispiace queste sensazioni non sono piacevoli, mi spiace davvero. È che io in quello che scrivo ci metto la parte peggiore di me.
ParalleMind, sai, non so se sia effettivamente sconforto, quello che provavo scrivendo. Forse sì, a pensarci bene. Non era un sentimento positivo, ecco. Forse è anche paura, paura anche della stessa poesia, nonostante io mi ci sia aggrappata, con le unghie e con ogni cosa. Perché la poesia io non lo so, cosa sia: è davvero la verticalità? Non lo so. Ho sempre scritto in prosa, eppure a volte mi sembra che la mia prosa, pur non avendo verticalità, abbia in comune qualcosa con la poesia (non la Poesia, sia chiaro, non sono così presuntuosa, ho ben chiari i miei limiti), eppure la poesia comunemente intesa, quella che necessita di verticalità e di spazi bianchi attorno ai versi, mi dà vertigibe. E ni spaventa non la so vivere, una poesia di questo tipo, nonostante la scrittura sia tutto quello che vorrei.

Allora sono contento di esserci andato vicino,contento per te giovane poetessa ;)
Lo slancio poetico a volte e`tutto quel che ci rimane,o forse essendo la forza che ci sostiene e`quel che piu`si ama.
 

IreneElle

Member
Flusso d'incoscienza

A piovere dentro, dimmi, ci hai mai provato?

Gli argini infranti
sui tuoi occhiali appannati
lacrime
ad irrigare versi
muti.

Raccoglimi,
coi palmi aperti, raccoglimi
quando non mi basto, con i miei contorni
stanchi,
raccogli il mio piovere
di sangue e
sospiri.

La verticalità della poesia e il vuoto
tutto attorno, le urla
di carta bianca,
tulo sai,
non so sfiorarle.

Devo sporcarmi le dita d'inchiostro,
l'inchiostro ch'è poi sangue,
ch'è poi vita.
E tu lasciami
piovere
sulla verticalità ch'è capogiro
lasciami lo spazio bianco, 'ché
se piove
nel vuoto non ho paura di fissare gl'occhi.

Kundera è una manciata di citazioni
scritte a mano sul diario
che a vent'anni imparo a non tradire,
Kundera sono le parole che mi sporcano gli occhi,
qualche mese dopo, una vita dopo.
"La vertigine è la voce del vuoto sotto di noi che ci attira, che ci alletta, è il desiderio di cadere, dal quale ci difendiamo con paura".

Se ho paura tu
non guardarmi,
lasciami
la tua schiena a cui
ancorarmi,
perché a furia di piovere
da dentro
ho gli occhi vuoti.
Riempili,
con gli abbracci
che non siamo,
riempili sussurrando del silenzio
ch'è anche in prosa, 'ché
non importa
la verticalità
se poi non so volare, che
d'inchiostro si può vivere
anche così.

Dimmi che le lacrime si
asciugano, che
non importano gli stili vuoti, che
anche con un flusso d'incoscienza non sono
nuda.

Il condizionale
spezzalo
con un battito di ciglia,
spezzalo
col silenzio caparbio delle dita
intreccate, quelle che
sarebbero state, che
avremmo avuto.

Spezzami il respiro
spingendomi nel vuoto,
con la poesia che
nemmeno leggevi.
Imperativi: categorici.
E in fondo la filosofia la conosci
meglio di me.

E allora spiegami
quest'imperativo
m'incatena
spiegami l'imperativo
che t'invoca
e le congiunzioni
allineate
ad aspettare la pioggia per dissolversi.

L'inchiostro, a piovere dai miei occhi socchiusi, lasciamelo.

Io amo molto le poesie e ogni volta che ne leggo una sento di entrare in uno spazio sacro.
Penso che scrivere poesie sia un atto di coraggio che implica solitudine ed incomprensione, anche e soprattutto quando sono gli altri che le leggono, le lodano, le criticano, provano a farle loro con un vissuto diverso da chi le ha scritte.
Io dirò la mia con tutto il rispetto e l'umiltà che ho.
La poesia è bella e tanto però secondo me è ancora da rivedere. In alcuni punti è da asciugare per mettere in risalto elementi che veramente meritano tanto.

Personalmente io eliminerei la citazione tra le virgolette e farei finire la poesia lì.
Dal verso "Se ho paura tu
non guardarmi, "...
darei vita ad una seconda poesia, secondo me ha una vita propria nonostante rimandi alla prima parte.
Ecco, in questa seconda poesia io ci farei dei tagli o rivedrei certe scelte.

Spero che il mio commento venga accettato senza offesa alcuna all'autrice che dimostra in questi versi una profonda sensibilità e forse un rapporto irrisolto con una figura a lei cara, forse. Sono solo mie sensibilità.
Grazie per averla condivisa con noi.
 
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