Lumet, Sydney - La parola ai giurati

elisa

Motherator
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Alla fine di un processo per omicidio passibile di pena di morte i dodici giurati si ritrovano a discutere del verdetto, l'imputato è innocente o colpevole. Alla prima votazione ci sono undici colpevolisti e un innocentista, siccome il verdetto deve essere all'unanimità inizia la discussione tra i giurati.

Magnifico film giudiziario, l'esordio alla giuria del regista, tutto girato in un'unica stanza in un'afosa giornata estiva con un henry Fonda misurato ed elegante che conduce la sua battaglia per far prendere consapevolezza agli altri giurati che il verdetto deve essere preso oltre ogni ragionevole dubbio. Con metodo socratico e logica ribalta quelle che sembravano le prove schiaccianti per instillare in ogni persona il dubbio, il pensiero critico, la relatività e la soggettività della verità giudiziaria, delle testimonianze e dei fatti. Tra teatro e cinema ci sono momenti di grande recitazione e di grande regia, ottima sceneggiatura. Da guardare e riguardare.
 

Bacci

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Un grande film d'esordio di Lumet, che riesce a tenere la tensione altissima, in una rappresentazione degna delle opere del maestro Hitchcock. In una stanza che - anche grazie alle tecniche di ripresa utilizzate - sembra farsi sempre più stretta e soffocante, troviamo dei giurati che alla fine sono metaforicamente condannati a dover prendere una decisione così gravosa sul destino di un uomo. Meravigliosi il fatto che a parte pochissime eccezioni non venga fatto utilizzo di nomi propri, e la stretta di mano finale tra due dei giurati che mi hanno ispirato durante il film grandi qualità umane. Eccezionale!
 
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