Snicket, Lemony - Una serie di sfortunati eventi 3: La funesta finestra

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
IN QUESTO TERZO ORRIBILE EPISODIO fin dall’inizio capiamo come andrà a finire. Immaginate di abitare presso una vecchia zia fissata con la grammatica che vi propina cene disgustose e vive in una casa diroccata a picco su un lago infestato da mignatte feroci… Bello vero?


In realtà 3 stelline e mezzo, perché ho storto un po' il naso all'inverosimiglianza pacchiana che l'autore commette nella scena in cui Violet accende il fuoco grazie a un raggio di luce lunare(!), filtrato e concentrato attraverso una lente. Capisco bene che sia fiction, però se si cita il principio scientifico della rifrazione della luce, non lo si può adattare arbitrariamente alla finzione letteraria. E non mi si venga a dire che è un libro per bambini.
Per il resto questo episodio mi è piaciuto molto più del secondo della serie. Trovo il personaggio della zia Josephine perfetto, con tutte le sue fobie e ossessioni (quella per la roba che potrebbe esplodere è esilarante).
Non vedo l'ora di leggere i successivi, anche perché da quel che ricordo il film di Silberling si "fermava" ai primi 3 libri della serie.
La versione per kindle della Salani non è impaginata benissimo e ricorre in un paio di occasioni l'annoso problema della "E" maiuscola dopo un punto fermo, anziché "È".
 
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Jessamine

Well-known member
Molte delle considerazioni fatte sul primo volume di questa saga restano per me valide: questi libri hanno una voce spassosissima, capace di destreggiarsi fra argomenti perfettamente calibrati per un pubblico molto giovane, pur condendo il tutto con momenti vagamente inquietanti e deliziosamente politicamente scorretti.
Mi piace molto la voce dell'autore che spesso si inserisce nel testo rivolgendosi direttamente al lettore, che sia per scardinare alcuni punti saldi dei topoi letterari, o che sia per spiegare il significato di espressioni o parole particolarmente complesse (per me che sto leggendo la saga in inglese, poi, questa è una cosa piuttosto gradita).
Tuttavia, pur essendo solamente al terzo volume, la struttura generale dei vari episodi sta cominciando a farsi un po' ripetitiva: gli orfani Baudelaire sono lasciati in custodia di un tutore sopra le righe, vengono insidiati dal conte Olaf, gli audulti non credono loro e non sono capaci di aiutarli, e quindi questi bambini uniscono i propri talenti per arrivare a salvarsi in maniera rocambolesca.
Adoro il fatto che la storia sia assolutamente cinica, che non faccia sconti a nessuno e che spesso preveda dei risvolti decisamente inquietanti e violenti (seppur sempre presentati in maniera perfetta per un pubblico di giovanissimi), ma ammetto di essere forse un po' troppo grande per riuscire ad apprezzare tredici romanzi dalla struttura assolutamente identica.
Certo, cambiano le ambientazioni (che sono sempre molto originali e interessanti) e cambiano le peculiarità dei tutori (passiamo da uno zio appassionato di serpenti a una zia spaventata anche dai pomelli delle porte, che trova un po' di gioia solo nella grammatica), ma questo non basta, per me, a rendere la storia del tutto interessante.
Certo non abbandonerò la lettura (perché spero ancora in uno scossone, e perché questi libriccini si leggono in un pomeriggio), ma ammetto che sto cominciando a sentire un po' l'entusiasmo calare.
 
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