Sciascia, Leonardo - Una storia semplice

Meri

Viôt di viodi
"Una storia semplice" è una storia complicatissima, un giallo siciliano, con sfondo di mafia e droga. Eppure mai - ed è un vero tour de force - l'autore si trova costretto a nominare sia l'una sia l'altra parola. Tutto comincia con una telefonata alla polizia, con un messaggio troncato, con un apparente suicidio. E subito, come se assistessimo alla crescita accelerata di un fiore, la storia si espande, si dilata, si aggroviglia, senza lasciarci neppure l'opportunità di riflettere. Davanti alla proliferazione dei fatti, non solo noi lettori ma anche l'unico personaggio che nel romanzo ricerca la verità, un brigadiere, siamo chiamati a far agire nel tempo minimo i nostri riflessi - un tempo che può ridursi, come in una memorabile scena del romanzo, a una frazione di secondo. È forse questo l'estremo azzardo concesso a chi vuole "ancora una volta scandagliare scrupolosamente le possibilità che forse ancora restano alla giustizia".(Ibs)
 

bonadext

Ananke
Bello questo racconto brevissimo! L'ho letto ieri sera, un giallo siciliano, alla fine ti fa storcere il naso perchè ci ricorda come stanno "le cose" in Italia (ma non solo).
Consigliato :wink:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Anche qui Sciascia non si smentisce, con la sua concisione ed essenzialità riesce in pochissime pagine a raccontare una storia italiana di criminalità collegata ai poteri istituzionali che ti tiene incollato alla pagina dall'inizio alla fine. E siccome le pagine sono poche lo finisci in un lampo, con grande piacere per la lettura e dispiacere per come andavano e vanno le cose in Italia. Un intellettuale e romanziere come pochi, che purtroppo non se ne trova nell'orizzonte culturale attuale.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
C'è qualcosa, nella prosa degli autori siciliani – specialmente di gialli – che mi attrae in modo particolare; è qualcosa che riguarda lo stile, il modo tutto particolare di giocare, sottointendere, creare virtuosismi con le parole che mi strega e mi affascina immancabilmente. Ed anche questa volta, la mia prima con Sciascia, sono rimasta affascinata da questa maestria/malia.
Una storia semplice di Leonardo Sciascia è un libricino di sessantasei pagine che ritengo imprescindibile per chi ama il genere poliziesco, ma comunque imperdibile per chiunque. E', nella sua brevità, un libro sublime e geniale: l'autore riesce a parlare di tante cose senza mai nominarle; non solo mafia e droga come dice giustamente la sinossi, ma anche corruzione, collusione, delinquenza, ingiustizia, paradosso. La storia è semplice, sì, ma le implicazioni sono innumerevoli: un uomo, un diplomatico in pensione, telefona alla polizia alla vigilia di un giorno festivo per chiedere che qualcuno vada a casa sua perché ha da far vedere una cosa. Il brigadiere che risponde alla chiamata gli assicura che appena possibile qualcuno si recherà da lui. L'indomani lo zelante brigadiere si reca con due agenti a casa dell'uomo….. e lo trova morto. Nonostante le apparenze, il brigadiere capisce subito che non si tratta di suicidio, ma mai potrebbe sospettare le reali dinamiche della vicenda. Non sospetterà, infatti, fino al momento decisivo in cui la verità gli si rivelerà davanti con tutta la sua potenza e brutalità, costringendolo ad agire. Ed anche chi non voleva credergli, crederà.
Sublime, dicevo, questo libricino, soprattutto per lo stile superbo, per la virtù e l'arguzia dell'autore che trasforma quello che poteva essere un esercizio di bravura in qualcosa di impeccabile. Da leggere, assolutamente.
 

emanupres

New member
Ciao, mi sono interessato a questo libro avendo visto un approfondimento andato in onda sulla RAI la settimana scorsa.
Non ho mai letto Sciascia, ma mi ha lasciato veramente perplesso uno spezzone del film di Una storia semplice (1991) appunto, in cui dialogano il professor Franzò ed il procuratore.
Il procuratore è un ex allievo del professore, ed afferma di essere stato sempre debole in italiano (cosa che però, evidentemente, non gli aveva impedito di fare comunque carriera), ma prima gli domanda come mai nei componimenti (d'italiano) egli una volta lo lo avesse valutato con un "5", mentre invece il procuratore-allievo era solito ricevere un "3" dallo stesso.
La causa dei bassi voti era il fatto che il procuratore-allievo copiava.
Il professore risponde che nel caso del "5", il procuratore-allievo avesse copiato da un autore "più intelligente".
Personalmente vedo in questo dialogo una chiara ed inspiegabile forzatura, poiché è del tutto evidente che copiare da dai libri per comporre un compito d'italiano sia una cosa davvero difficile ed improbabile per tanti motivi, ed inoltre, qualora si ricevano dei "3" e di "5" nei componimenti d'italiano, penso che, oggi come allora, si venga bocciati senza appello.
Preciso che ancora non ho letto il libro, ma sinceramente non amo per niente le forzature, letterarie e non.
Chiedo a chi invece lo ha letto se tale forzatura sia presente nel libro ed eventualmente che spiegazione si dà.

Emanuele
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
purtroppo non riesco ad aiutarti perché io a distanza di tempo non riesco a ricordarmi questo particolare :boh:
 
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