LIX Gruppo di lettura - Mentre morivo di Faulkner

Minerva6

Monkey *MOD*
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Ecco uno dei 3 libri che leggeremo durante questo GdL estivo.

Siccome c'è già qualcuno che l'ha iniziato ho pensato di aprirlo,così può scrivere i suoi commenti.

Faulkner scrive questo suo quinto romanzo in sei settimane: è l'estate del 1929, ha trentadue anni, lavora di notte come operaio in una centrale elettrica e ha appena pubblicato "L'urlo e il furore". "Mentre morivo" ne rappresenta l'evoluzione tecnica, dove le voci monologanti si moltiplicano in una successione a spirale, fondendosi poi in una rara armonia di dissonanze. (da Ibs)
La struttura e lo stile di 'Mentre morivo' esercitano un fascino, a volte esasperante, soltanto se il lettore accetta la sfida di mettere in atto tutta la sua disponibilità percettiva. Bisogna cogliere insieme l'assurdo, il comico, il simbolico, l'inconcluso, la ridicolaggine che incombe sulla tragedia, l'enigma, che non si risolve
(Alfredo Giuliani)

Buona lettura!
 
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Jessamine

Well-known member
Inizio a segnarmi qui, anche se riuscirò ad iniziare solamente fra un po', così da iniziare a seguire i primi commenti, sono proprio curiosa! ;)
 

alessandra

Lunatic Mod
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Eccomi! Diciamo che non ho resistito e l'ho iniziato prima, perciò non mi manca molto per finirlo. E' molto toccante e complesso, ci sono delle parti da leggere e rileggere e nemmeno così riesco ad afferrarne perfettamente il senso, ogni frase sembra avere uno e più significati, talvolta ti viene voglia di prendere un personaggio per le spalle e scuoterlo oppure di farlo con l'autore stesso e di dirgli "Dimmi cosa hai voluto dire!!! :W" Cosa inspiegabile, nonostante o forse grazie a tutto ciò lo trovo bellissimo.
 

alessandra

Lunatic Mod
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Spolier - oltre metà

Temo che questo sarà un monologo :mrgreen: un solitario di lettura :mrgreen:
Il libro consiste in una serie (appunto) di monologhi. I familiari - nonché qualche conoscente e vicino di casa - di Addie Bundren, la quale passerà a miglior vita (da qui il titolo) vivono l'evento ciascuno a suo modo, e ce lo raccontano, senza indugiare in descrizioni profonde, bensì con un linguaggio scarno e criptico allo stesso tempo. Ciononostante il dramma traspare in ogni riga, il dramma della morte ma soprattutto quello della vita. Nulla viene davvero spiegato, ma tutto si percepisce, non "si capisce", che è diverso. Personalmente amo molto questo modo di scrivere che, secondo me, raggiunge picchi di alta letteratura, soprattutto nello stupendo monologo di Addie, che vale da solo la lettura del libro.
Trovo eccezionali i capitoli di Vardaman, la tragedia e la confusione dal punto di vista di un bambino.
Non mi manca molto alla fine e mi dispiace.
 

alessandra

Lunatic Mod
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Finito - spoilerone

Come faccio a commentare questo libro? Come prima reazione viene da dire "bellissimo ma non ci ho capito niente" :mrgreen: Ho ripreso diverse parti una seconda volta, perché talvolta la chiave sta in una frase o in una parola. Criptico e folle, sconvolgente, non come L'urlo e il furore - e meno ostico, poiché utilizza molto di meno i salti temporali - ma altrettanto allucinato e complesso, nonostante la semplicità della trama, pur se surreale e grottesca, il linguaggio a tratti scarno, a tratti ricercato, letterario, talvolta quasi onirico.
Addie Bundren sta morendo. Il marito Anse e i cinque figli - Cash, Darl, Jewel, Dewey Dell e Vardaman; già dai nomi si nota la singolarità, una Mary o un John no? :mrgreen: - raccontano a turno la loro visione del mondo in quel momento: per ciascuno, a intermittenza, un flusso di pensieri e di coscienza, intervallato anche dai monologhi dei conoscenti e vicini di casa. Senza minimamente scavare, apparentemente, nei sentimenti più profondi legati alla morte della madre, o della moglie. Ma descrivendo la situazione così come è, quasi dall'esterno: le vicissitudini della bara che deve essere portata a Jefferson, paese natale di Addie, poiché ella così voleva; i tormenti interiori che ciascuno si porta dietro, chi da una vita, chi da qualche settimana come Dewey Dell. Odio, invidia, segreti torbidi e mai confessati, ma intuiti. Ira, tormento, ansia e perdita.
Anse vuole portare a compimento il desiderio della moglie, ma non si intravede in lui un coinvolgimento emotivo. La miseria domina la vita di Anse e dei suoi figli e spesso desideri materiali semplici per altri, ma a loro negati - come quello di Anse di farsi i denti "per mangiare come gli altri" - prevalgono insistentemente su tutto il resto. E la tragedia nella famiglia Bundren coincide, quasi beffardamente, con la tragedia atmosferica: un'inondazione senza precedenti trascina via i ponti del fiume che i Bundren, con la bara, devono attraversare per arrivare a Jefferson. La bara,che sembra quasi assumere sembianze vitali, verrà persa, recuperata, diverse volte si salverà per miracolo, nel fiume e non, in una grottesca avventura che durerà nove giorni, fino alla meritata sepoltura del cadavere ormai in putrefazione. Dopo, nulla sarà più come prima, per nessuno dei Bundren.
Faulkner non indugia affatto sulla descrizione psicologica dei personaggi: ma il suo genio sta anche nel fatto che noi, alla fine del libro, li conosciamo perfettamente, tramite i loro monologhi. Conosciamo la lucida follia di Darl, i tormenti di Dewey Dell, il coraggio di Cash, l'indifferenza di Anse. La rabbia e il dolore di Jewel e la rabbia ossessiva di Darl verso di lui. Conosciamo Vardaman, i suoi desideri di bambino - il trenino visto nella vetrina - e il suo dolore già di adulto. Bellissimi i suoi monologhi, a tratti sconclusionati e confusi come possono essere i pensieri di un bambino, a tratti maturi e a suo modo lucidi: il modo in cui Faulkner esprime la sua visione del mondo, della morte.
E conosciamo Addie e la sua colpa; il suo amore per alcuni, la sua indifferenza per altri, l'odio che si porta dentro fin da prima di conoscere Anse. Addie che dal profondo della sua bara sembra prendersi gioco di tutti, che sembra metterli alla prova, vedere fino a che punto sono pronti a seguire la sua volontà. Addie che sembra volersi prendere la sua ultima, sadica soddisfazione nei confronti di chi non ha mai amato. Addie che sostiene che la gente usi parole come maternità, paura, amore, solo perché non ne conosce il significato, e che chi, come lei, ne conosce l'essenza non abbia bisogno di dare i nomi alle cose.
Vorrei parlare ancora di questo libro, ma temo che cercherei di riassumerlo tutto in maniera sconclusionata, avevo ragione sul fatto che sarebbe stato un monologo, purtroppo per il momento nessuno lo sta leggendo, attendo con curiosità di leggere i vostri commenti.
 
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Minerva6

Monkey *MOD*
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Partecipanti

alessandra: Criptico e folle, sconvolgente, non come L'urlo e il furore - e meno ostico, poiché utilizza molto di meno i salti temporali - ma altrettanto allucinato e complesso, nonostante la semplicità della trama, pur se surreale e grottesca, il linguaggio a tratti scarno, a tratti ricercato, letterario, talvolta quasi onirico.

bouvard

Da iniziare:

Jessamine
velmez
 
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Jessamine

Well-known member
Io ho fatto quattro conti, e penso di riuscire ad iniziare la lettura per fine luglio-inizio agosto.. Sarei ancora in tempo? :?
 

bouvard

Well-known member
Quando si inizia a leggere un libro di Faulkner non ci si chiede semplicemente, come si fa per quasi tutti gli altri scrittori, "Chissà che storia si sarà inventato questa volta" :mrgreen:, ma ci si chiede innanzitutto "Chissà che modo di raccontare si sarà inventato questa volta" :mrgreen: eh già difficile che il caro Faulkner scriva un libro come farebbe un comune mortale :mrgreen: e trovare una frase "lineare" (soggetto-predicato-complemento) è praticamente impossibile, eppure è difficile resistere al fascino della sua scrittura :mrgreen: :mrgreen:
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Io ho fatto quattro conti, e penso di riuscire ad iniziare la lettura per fine luglio-inizio agosto.. Sarei ancora in tempo? :?

Jess,lo leggerai? Ma te lo chiedo per pura curiosità,non sentirti obbligata :wink:.

Anche velmez era interessata,magari potete leggerlo insieme.
 

Jessamine

Well-known member
Alla fine Grass si è portato via molto più tempo di quanto pensassi, e invece che fine luglio mi trovo ad iniziarlo a fine agosto, scusatemi.
Comunque ora ci sono, anche se mi sa che sono rimasta da sola (non è un problema per me, posso tranquillamente postare i miei commenti lo stesso :mrgreen:).
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Alla fine Grass si è portato via molto più tempo di quanto pensassi, e invece che fine luglio mi trovo ad iniziarlo a fine agosto, scusatemi.
Comunque ora ci sono, anche se mi sa che sono rimasta da sola (non è un problema per me, posso tranquillamente postare i miei commenti lo stesso :mrgreen:).

Bene. E noi li leggeremo volentieri :wink:.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Partecipanti

alessandra: Criptico e folle, sconvolgente, non come L'urlo e il furore - e meno ostico, poiché utilizza molto di meno i salti temporali - ma altrettanto allucinato e complesso, nonostante la semplicità della trama, pur se surreale e grottesca, il linguaggio a tratti scarno, a tratti ricercato, letterario, talvolta quasi onirico. Faulkner non indugia affatto sulla descrizione psicologica dei personaggi: ma il suo genio sta anche nel fatto che noi, alla fine del libro, li conosciamo perfettamente, tramite i loro monologhi.

bouvard: Anse Brunden è, per me, uno dei personaggi letterari più odiosi e insopportabili che abbia "incontrato", quel suo piangersi sempre addosso, quel suo voler scaricare la colpa sempre sulla sfortuna, senza mai pensare di farsi carico delle proprie responsabilità, quel suo voler sempre fare "la cosa giusta", ma lasciando sempre agli altri il peso di doverla fare è talmente irritante che si avrebbe voglia di essere uno dei figli per potergli dare una lezione. Come sempre, per i libri di Faulkner, un libro da leggere e da rileggere.

Jessamine: Non credo sia una lettura facile, né una lettura "rilassante": bisogna sempre essere concentrati per non perdere nemmeno il più piccolo dei dettagli, perché sono proprio i dettagli a fare la grandezza di questo libro. Credo che quanto di significativo ci sia in questo romanzo sia proprio lo stile. Probabilmente, per apprezzarlo in pieno, bisognerebbe rileggerlo una volta che già si conoscono trama e personaggi.

francesca
 
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francesca

Well-known member
Sono in un momento di pausa fra una lettura e l'altra, quei momenti in cui leggiucchi qua e là in attesa del titolo giusto.
Sto anche aspettando che si apra la sfida adesso sotto sondaggio.
In quella precedente ho letto un libro di Faulkner "Palme selvagge", che mi aveva molto colpito, al punto che mi sono ripromessa di provare a leggere qualcos'altro di questo autore.
Forse quindi mi potrei unire a chi inizia ora la lettura di "Mentre morivo".
Una domanda per chi l'ha già letto: dalla trama postata da Minerva sembra che questo libro sia in qualche modo legato a "L'urlo e il furore".
Secondo voi è necessario aver letto prima "L'urlo e il furore"?

Francesca
 

ayuthaya

Moderator
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Una domanda per chi l'ha già letto: dalla trama postata da Minerva sembra che questo libro sia in qualche modo legato a "L'urlo e il furore".
Secondo voi è necessario aver letto prima "L'urlo e il furore"?

Francesca

Assolutamente no! i due romanzi sono del tutto indipendenti! al massimo li accomuna il forte sperimentalismo linguistico di Faulkner (che comunque si applica in modo diverso nei due romanzi)... Nel caso decidi di cominciare, buona lettura! è un libro difficile e strepitoso!
 

Jessamine

Well-known member
Ho letto circa quaranta pagine, ed effettivamente, sono un po' stranita.
Certo, forse perché ero preparata dagli altri commenti, o forse perché solitamente qualsiasi libro dopo sole quaranta pagine mi è ancora un po' oscuro, ma per ora credo di reggere abbastamza le fila del discorso. Non che abbia capito tutto, eh, anzi, ma almeno sto iniziando leggermente ad inquadrare i personaggi (alcuni :mrgreen:), direi che è già qualcosa!
 
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