Perchè ci siamo abituati alla violenza e non ad altri tabù?

Dallolio

New member
Durante il telegiornale, trasmesso in una pigra domenica in famiglia, tra una fetta di tacchino e un rosolio, spesso vengono mostrate immagini terribili a cui tutte le nostre coscienze sono purtroppo abituate... stupisce ormai poco o nulla vedere immagini di teatri di guerra con dei cadaveri orrendamente mutilati (certamente, nascosti sotto un lenzuolo) in paesi di solito extraeuropei. L'indifferenza purtroppo raggiunta verso tali immagini è pressochè totale e vedere un cadavere nascosto da un lenzuolo è assolutamente esperienza comune per l'utente televisivo, tanto da non essere nemmeno registrato. Il mio stupore, da cui nasce tale topic è che, a fronte di tali orrori, rimangono alcuni argomenti che praticamente MAI potrebbero figurare in un telegiornale e che, se introdotti, porterebbero a reclami e denuncie, argomenti se vogliamo, del tutto innocui.

Faccio schematicamente alcuni esempi di ciò di cui NON si può parlare e soprattutto di cui non si possono mostrare immagini:
1) Le feci. Nonostante che siano un normale risultato dei nostri processi fisiologici, desterebbero scandalo e disgusto. Chiariamoci: non sto sostenendo che sarebbe giuste mostrarle, ma mi piacerebbe capire PERCHè il tabù delle feci è intoccabile mentre quello della violenza è sdoganato.
2) Il sesso. Nonostante l'argomento interessi enormemente nel telegiornale mai potranno avere sede immagini esplicite di un coito. Perchè questo Tabù resiste e quello della violenza no?
3) La malattia mentale: perchè non parlare di argomenti scomodi in televisione come la sessualità nei ragazzi con questi deficit, per capirla e per non limitarsi a rinchiuderli?
C'è una spiegazione a questa situazione?
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
Forse perchè denunciando la violenza si vuole invitare la gente a non commetterla? :?

Mi chiedo spesso anche io perchè certe cose siano così terribilmente dei tabù.
D'altra parte se lo chiedeva anche John Lennon:
Viviamo in un paese dove ci nascondiamo per fare l'amore, mentre l'odio e la violenza si diffondono ai raggi del sole.
 

Dallolio

New member
In parte concordo, effettivamente almeno in teoria c'è l'intento di denunciare la violenza... però quanta parte effettivamente c'è di curiosità morbosa, di voler mostrare "il sangue", lo spettacolo della morte, lo strazio di chi ha perso parenti il cui spettacolo dopo 50 anni di televisione ci lascia totalmente indifferenti?
Se devo dire la verità preferirei vivere in una società (alquanto demenziale, lo ammetto) in cui si parlasse continuamente di sesso piuttosto che vedere questo ridicolizzare il dolore grandi temi come la morte e la sofferenza, additandoli all'ora di pranzo come digestivo... non amo per nulla l'esibizione sessuale tuttavia sarebbe di gran lunga preferibile alle modalità con cui si somministrano le notizie drammatiche...
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
Sono d'accordo, Dallolio. Hai perfettamente ragione.
Io ho risolto questo problema non guardando la tv e i telegiornali :mrgreen:
Preferisco leggerle le notizie, così posso selezionare quando arrivare fino in fondo ad un articolo e quando limitarmi al titolo. :wink:
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Quando avevo 20 anni, con i miei amici, regolarmente, si iniziava a parlare di argomenti seri come la politica, poi, siccome c'era qualche sinistroide che diceva sempre << è tutta colpa della società >>, allora si passava alla sociologia, perciò, a pancia piena ci si dava alla difesa dei deboli.
Siccome tra noi c'era una ragazza che faceva volontariato all'AIED (Associacione Italiana Educazione Demografica) tirava sempre fuori dal suo repertorio che << in Svezia, l'assistenza sessuale pagata dall'ASL è un dato di fatto >> e giù battute da ventenni che l'assistenza sessuale di una svedese, agratis, l'avremmo voluta tutti.
Da lì si passava al sesso, agli organi sessuali, alla gallina che c'ha un buco solo che va bene per tutto, alla pipì e infine alla cacca.
Era incredibile: si arrivava sempre lì, e magari la bottiglia di Barbera era ancora a metà o la canna non aveva nemmeno finito il primo giro.
A voler trovare una definizione scientifica, antropologica o linneiana, eravamo dei coglioni (molto) vulgaris.
Coglioni che cercavamo di mettere insieme l'università, la moto e il lavoro come si può mettere insieme la peperonata, il tiramisù e il sushi, ma quello sì, eravamo equilibrati e felici perciò potevamo parlare di tutto con serenità.

Anche nella nostra società si parla di tutto, ma non con serenità, anzi, se ne parla con quella libidine o livore (dipende dai casi) che sembra di essere circondati da esorcisti, alcuni in preda a una polluzione notturna e altri col mal di denti.
E' come se la gente avesse una malattia che altera il senso della percezione collettivo e invece di poter parlare di qualsiasi cosa con serenità, si dovesse imboccare sempre e per forza quella specie di corsia d'emergenza a sirene spiegate cheporta verso la patologia, da incontri della Esauriti Anonimi, come se si vivesse in una continua riunione condominiale protratta oltre la mezzanotte, tale per cui, la cosa più normale appare come un delirio e quella più delirante come la più normale.
Fate due prove.
Verso la fine della primavera, la cosa più facile è avere le chiappe con la pelle trasparente come quella di un geco e piena di brufoli da sembrare una pizza. Be', la cosa più normale sarebbe andare al mare, coricarsi col culo all'aria senza costume e prendere tanto bel sole. Una cosa più che banale. E invece no: se solo ci provate, dopo nemmeno 10 minuti, arrivano i carabinieri che vi accordano la schiena col manganello, e se siete recidivi, magari finite da Muccioli.
Invece, se decidete di riprendervi con la webcam e postarvi su iutub, feisbuc o tuitter mentre percorrere in moto a 250 all'ora la tangenziale all'ora di punta, fate deflagrare un autobotte di cocacola buttandoci dentro un quintale di menthos, fate balconing a Ibiza, durante un compito in classe terrorizzate la prof di latino a base di rutti, ci lasciate denti e testicoli facendo gli scemi con lo skate-board.... allora ricevete un milione di mi piace e magari diventate virali.

Ecco, io credo che la gente sia una malattia, una febbre che crea deliri.
E tanti tabù.
 

SALLY

New member
...non so come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto...io vengo da un'epoca dove ad un bimbo trovato morto dedicarono un disco ( Ermanno Lavorini) e le mamme alla bottega piangevano davvero quando, aspettando il loro turno, parlavano di Milena Sutter...
 
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