Film ad episodi del 1970.
Il frigorifero di Mario Monicelli con Enzo Jannacci e Monica Vitti, racconta di due immigrati sardi che vivono a Torino in condizioni di grandi ristrettezze e che si ritrovano a non poter pagare l'ultima rata del frigorifero, che tengono sempre vuoto perché non hanno niente da metterci dentro.
La camera di Alberto Sordi interpretato dallo stesso che viene cacciato insieme alla moglie dagli alberghi di Porto Rotondo perché visibilmente una coppia che non appartiene alla buona società a cui invece loro aspirano di far parte almeno per una notte.
Il leone di Vittorio De Sica sempre con Sordi e Vitti tratta di una coppia di amanti che si trovano impediti ad uscire dalla casa del loro ritrovo clandestino da un leone, si ricopriranno di insulti per poi ritrovarsi come nulla fosse successo quando l'impedimento non ci sarà più.
Il primo episodio è il più interessante anche se i due protagonisti interpretano i personaggi in modo caricaturale con un improbabile parlata sarda. Per il resto satira di costume a passo coi tempi e un po' di maniera anche se la critica sociale è corrosiva.
Il frigorifero di Mario Monicelli con Enzo Jannacci e Monica Vitti, racconta di due immigrati sardi che vivono a Torino in condizioni di grandi ristrettezze e che si ritrovano a non poter pagare l'ultima rata del frigorifero, che tengono sempre vuoto perché non hanno niente da metterci dentro.
La camera di Alberto Sordi interpretato dallo stesso che viene cacciato insieme alla moglie dagli alberghi di Porto Rotondo perché visibilmente una coppia che non appartiene alla buona società a cui invece loro aspirano di far parte almeno per una notte.
Il leone di Vittorio De Sica sempre con Sordi e Vitti tratta di una coppia di amanti che si trovano impediti ad uscire dalla casa del loro ritrovo clandestino da un leone, si ricopriranno di insulti per poi ritrovarsi come nulla fosse successo quando l'impedimento non ci sarà più.
Il primo episodio è il più interessante anche se i due protagonisti interpretano i personaggi in modo caricaturale con un improbabile parlata sarda. Per il resto satira di costume a passo coi tempi e un po' di maniera anche se la critica sociale è corrosiva.