Benson, Richard Hugh - Il padrone del mondo

MadLuke

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Il romanzo di "fantascienza cristiana" racconta di un futuro dove la Chiesa di Roma è messa all'angolo dall'ascesa al potere di un fantomatico profeta dell'Umanitarismo, tale Giuliano Felsenburgh, acclamato da tutti i popoli quale salvatore e perfetta incarnazione della neo proclamata divinità umana.

La forma e lo stile narrativo non spiccano per alcun pregio, ma questo è di gran lunga il minore dei problemi; il problema vero è che l'opera presenta delle voragini nella trama e soprattutto nella trattazione della nuova dottrina di cui l'antagonista protagonista ne è il fautore. Per una buona metà del romanzo, non si fa altro che raccontare in tutte le salse che la nuova dottrina new age conquista un popolo dopo l'altro, conducendo così il pianeta a un nuovo ordine mondiale di pace, che ovviamente non può che essere apprezzabile, e tuttavia di questa dottrina l'autore non spiega neanche un precetto, un dogma (nel caso ne avesse ascritti) o anche solo il più piccolo frammento di filosofia su cui si potrebbe basare. Non di meno i prelati cattolici non fanno che biasimarla e avversarla, ma dato che l'autore non ha spiegato i principi su cui si basa, lo fanno solo sulla base dell'osservazione che "non è quello che predica la Chiesa". A partire dalla seconda parte del libro, l'autore pare finalmente decidersi a svelare al lettore quali sono i limiti strutturali di questa nuova dottrina; lo fa in un brevissimo capitoletto, in cui in maniera assolutamente faziosa, ma ancor di più superficiale e risibile, contrappone gli insegnamenti cristiani a quelli della nuova dottrina. Pare infine, nella terza parte, che l'autore non sapendo più come gettare discredito sulla nuova dottrina fa compiere ai suoi seguaci, omicidi di inenarrabile efferatezza e violenza. Certo tali delitti sono deprecabili agli occhi di chiunque, ma ancora non ha spiegato nulla di tale fantomatica dottrina, ha semmai solo concesso che diversi suoi seguaci siano facinorosi e violenti, come se questo non fosse già un tratto che ha accomunato i seguaci di tutte le religioni o sette mai esistite al mondo, nel corso dei millenni. Quindi nessuna analisi critica della dottrina new age, solo ai suoi seguaci, come se invece i cattolici fossero tutte anime pie. Infine, nell'epilogo, l'assurdo nell'assurdo: Giuliano Felsenburgh, che come ho già dettò è il profeta di tale dottrina, decide di sterminare sistematicamente qualunque cristiano sulla faccia della terra. A parte la banalità dell'idea con cui l'autore cerca di gettare discredito su tale nuova dottrina, va da se che la storia insegna che non si può "uccidere" una religione uccidendone i suoi seguaci, perché solo per ogni persona uccisa, qualcuno che prima non credeva, solo per la commozione, vi si converte. E' stato così per il Cristianesimo ai tempi delle persecuzioni romane, per gli ebrei, i musulmani, i buddisti, ecc. Ma per l'autore questa assurdità è invece indispensabile per poter narrare il compimento dell'Armageddon, il Giorno del Giudizio, quando Cristo ritornerà sulla terra e la luce del suo regno vincerà una volta per tutte sulle tenebre e sul male. Brama di martirio che a mio parere non è altro che vanagloria. L'idea si rivela oltremodo fuori da ogni logica, perché è acclarato che dai tempi dell'Umanesimo e dell'Illuminismo, le minacce alla Chiesa non si sono certo realizzate per via di spargimenti di sangue, omicidi o guerre come ai tempi delle Crociate, o come pure, lo concedo, ancora avviene in alcune regioni dell'Asia e Africa. L'unica enorme minaccia alla Chiesa e al Cristianesimo, è invece il Nichilismo, ma l'autore questo tema non lo sfiora neanche lontanamente. Anzi, se davvero per assurdo un giorno la Chiesa dovesse essere così "materialmente" perseguitata come la presenta lui nel suo romanzo, questo non farebbe altro che accrescere la simpatia o finanche le conversioni al Cristianesimo.

L'idea dell'ascesa di una nuova dottrina new age poteva essere un'ottima occasione per svelare, con una dimostrazione per assurdo, i punti forti della verità cristiana. Approfondendo il discorso sulla pratica dell'eutanasia citata nei primi capitoli, oppure andando a sviscerare la superficialità dell'amore tra i due coniugi seguaci della dottrina, ma l'autore si rivela grandemente inadeguato a tale compito, e tutta la sua disanima sulle alternative al Cristianesimo si riducono a "non è quello che insegna il Papa" e "quelli dell'altra religione non sono buone persone".
Pessimo.
 

Raniero Toscano

Lettore dell'estremo sud
Ho finito di leggerlo da poco tempo. Ero curioso perchè sarebbe (secondo i giornalisti) il romanzo che piace a papa Francesco. L'idea del libro non è cattiva, anzi per alcuni aspetti anticipa alcune situazioni che sembrano prendere piede nella nostra Europa. Un po' lento come ritmo narrativo, alcune descrizioni sono noiose. Mi aspettavo che risaltasse di più la bellezza del cristianesimo di fronte alle nuove dottrine della società moderna. Il finale per me è stato deludente. Insomma apprezzo le buone intenzioni dello scrittore, ma dal punto di vista letterario è una lettura semplice senza troppi colpi di scena. Però fa riflettere ugualmente.
 
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