Leconte, Patrice - La bottega dei suicidi

elisa

Motherator
Membro dello Staff
La famiglia Tuvache gestisce una bottega dove gli aspiranti suicidi acquistano l'occorrente per porre fine ai propri giorni, in una cità dove accade un suicidio ogni 40 minuti e dove è reao suicidarsi in pubblico o per la strada, cosa che avviene continuamente in mezzo all'indifferenza generale.
Ma ad un tratto il destino della famiglia cambia, perché nasce Alan, che sorride ed ama la vita e per questo viene continuamente rimproverato dai genitori. Potrà l'allegro Alan cambiare le cose?

a me il film è piaciuto per tutta la prima parte poi quando inizia a diventare troppo buonista e le canzoni ad assumere un'aria un po' troppo da oratorio l'ho trovato decisamente stucchevole. Non credo sia un film per adulti, credo che il suo pubblico sia quello della prima adolescenza, quella fase dell'età in cui tutto sembra nero e il suicidio è una metafora che però non ha nessun connotato di realtà. In quanto ad un'eventuale critica sociale se il regista ne avesse avuto l'intenzione non ha raggiunto il suo scopo, la depressione generalizzata sembra più una sindrome che una situazione esistenziale colletiva, non basta il grigiore e l'inquinamento per rendere gli uomini infelici.
 
G

giovaneholden

Guest
Un film riuscito a metà,intrigante l'idea di un cartone animato a una tematica così "forte",ma il regista non spinge fino in fondo il pedale del grottesco,passando alla fine a un buonismo un pò appiccicato. Peccato poteva essere un cult,come è accaduto per autentici capolavori,invero tratti da graphic novels,quali Valzer con Bashir o Persepolis.
 
M

maredentro78

Guest
Tanti spoiler attention!

In una tetra, grigia e cupa Parigi,tutta la popolazione è in preda al "mal de vivre" e alla disperazione,e i suicidi sono all'ordine del giorno anche se essendo vietato suicidarsi in pubblico le persone ricorrono ad una piccola bottega dei coniugi Touvache,l'unico tocco di colore del cartone,come un piccolo "paradiso" in cui si possono trovare tutti gli strumenti per il "felice"trapasso dalla corda in canapa al veleno,dalle lamette, personalmente affilate dal figlio del proprietario Mishima ,alle pistole,non manca certo la fantasia e lo studio in tal senso.Il Signor Mishima ha una moglie corpulenta e 2 figli depressi e senza più voglia di vivere,ed è felicissimo che gli affari vadano così bene.Il tutto è molto ironico tanto da veder la scritta "soddisfatti o rimborsati"oppure "se la vostra vita è stata un fallimento fate della vostra morte un successo!".La storia cambia quando nasce il terzo figlio,con un grave difetto per i coniugi che hanno fatto della morte il loro bisness,un figlio che ama follemente la vita e che ride,si ride!Grande flagello per la famiglia che non ha mai sentito ridere e si cullava in tutto ciò che è legato alla morte.Piano piano Alan,il nuovo membro della bizzarra famiglia cambia la prospettiva delle loro vite e l'approccio ad essa,facendoli sentire amati a iniziare dalla sorella e terminando con il padre,e così..... la triste Bottega dei suicidi si trasforma in una felice Creperie che sforna dolci crepes e vede tornare vivi i loro clienti!!

Allora questo film è carico di pregiudizi a causa della censura assurda ricevuta nel nostro paese,comprendo lo stordimento di Leconte sapendo che la censura italiana voleva vietarlo ai minori di 18 anni(no comment!perché poteva istigare al suicidio!)!Io credo che a livello di disegni sia davvero apprezzabile anche se ricorda Chomet,alcune canzoni molto divertenti,si parla chiaramente di humour nero che può o non può piacere trattasi pur sempre di grottesco,quello non mi tange,ma mentre la prima parte è bella e divertente,la seconda cade purtroppo nella banalità e nel buonismo,cosa che speravo ardentemente non accadesse.Patrice aveva tra le mani un tema complesso e sfaccettato che poteva permettergli un cartone dai contenuti geniali,ma non ha saputo o ha avuto timore di andare in profondità,e dargli un interpretazione più personale e soggettiva spiegando meglio anche i motivi delle persone,rimane così troppo superficiale,con la facile e riduttiva contrapposizione voglia di vivere e suicidio,un peccato in questo senso.Tim Burton ci ha abituati a vedere la morte con un'altra prospettiva dandogli anche valore,quasi come una seconda possibile esistenza,qui manca il tocco personale oltretutto l'autore del libro gli aveva dato carta bianca,lui ha cambiato il finale, temo anche per paura di essere accusato come poi è successo. Rimane per me un cartone apprezzabile a livello di disegni,della caratterizzazione dei personaggi,i colori magnificamente scelti,alcune frasi geniali ma un occasione un pò mancata a livello di contenuti.
 
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