Geta, Ariano - Ariano Geta presenta se stesso

ariano geta

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Buonasera a tutti. NON mi chiamo Ariano Geta, ma questo è lo pseudonimo che uso da anni e al quale sono ormai affezionato.
Scrivere per me è sempre stata una passione sin da quando ho imparato a farlo, però da ragazzino mi limitavo a temi e composizioni scolastiche, oltre a qualche raccontino e improbabili poesie. Adoro leggere libri, e scrivere novelle e romanzi brevi è un'abitudine che ho acquisito nel periodo in cui frequentavo l'università. Ho anche tentato la via della pubblicazione, senza successo, e mi ero demoralizzato al punto di abbandonare la scrittura per alcuni anni. Ma mi bruciava dentro, ne sentivo la necessità, e allora mi sono detto: si vive una volta sola, perché privarmi di un'attività che mi da tanta soddisfazione?
Per parecchio tempo è stata una creatività fine a se stessa, destinata a rimanere segregata in un cassetto o in un hard disk, ma le nuove tecnologie del print-on-demand e dei libri digitali mi hanno permesso di autopubblicare i miei scritti a zero spese cecando il contraltare fondamentale di ogni scrittore: i lettori.
Ero pronto a ricevere critiche e recensioni negative - d'altronde gli editori mi avevano scartato, quindi tanto bravo evidentemente non sono - ma non mi importava: avere un'audience mi stuzzicava troppo.
Per fortuna, ad oggi l'impatto è stato gratificante: i miei ebook su amazon non hanno grosse tirature, il mio best-seller non raggiunge neppure le quattrocento copie vendute, però già l'aver venduto alcune centinaia di copie e l'aver ricevuto recensioni positive mi da tanta soddisfazione.
Avendo inserito su amazon il risultato di quasi venticinque anni di scrittura, ho messo tanta roba, tredici titoli, che peraltro rappresentano solo una parte della mia narrativa.
Le prime novelle scritte a vent'anni sono improponibili, sono state utili solo come allenamento a scrivere ed editare, correggere e riscrivere, rileggere e restare insoddisfatto, ricominciare daccapo e cercare di migliorare il testo. Anche altri racconti e componimenti successivi sono stati accantonati perché dovendo proporre qualcosa a pagamento (sia pure a meno di un euro e dando la possibilità al lettore di sfogliare l'anteprima su amazon) pretendo con me stesso che sia decente, sia a livello formale che di contenuti.
La narrativa che amo leggere, e di conseguenza scrivere, è tradizionale, realistica, quella che viene talvolta definita con il termine inglese mainstream. Però mi piace anche inserire talvolta qualche elemento fantastico.
La serie dei "Racconti sensazionali" è appunto narrativa tradizionale in cui si innestano spunti soprannaturali che servono però solo a sviluppare meglio gli aspetti psicologici e introspettivi della narrazione. Sono ambientati in Giappone (un Giappone di inizio novecento ricostruito storicamente con la massima accuratezza) perché sono un nippofilo e sono sempre stato affascinato dalla cultura giapponese. "L'etrusco immortale e altri racconti fantastici" è un collage di storie scritte in vari periodi che vanno dall'ucronia al fairy-tale.
Gli ebook "Disagi", "Cronaca di natale" e "Gioco letterario" sono storie di formazione, realistiche e prive di elementi fantastici. L'ultimo dei tre costituisce una sorta di esperimento metaletterario, come pure "Trilogia veneta sognata", purtroppo non pubblicabile come ebook perché la disposizione tipografica del testo è legata indissolubilmente al suo contentuto, pertanto può essere stampato solo nel formato cartaceo (è disponibile col print-on-demand su ilmiolibro.kataweb, ma ovviamente il costo di acquisto aumenta di parecchio. La versione digitale "Racconti veneti sognati" riporta solo due dei racconti originali più uno inedito di tematica attinente). Anche "3A Investigazioni" è realistico, ma comico, mentre "Shakespeare noir" è una rielaborazione di quattro tragedie del grande drammaturgo inglese (Amleto, Tito Andronico, Macbeth e Re Lear) trasformate in racconti noir ambientati in epoca moderna nel mondo della malavita, dalla mafia italo-americana alla yakuza giapponese. "Bilogia del Bicentenario" include due romanzi brevi ambientati nel 2061 in cui traccio una visione distopica dell'Italia del futuro (comunque non molto diversa da quella di oggi, purtroppo), mentre "L'ultimo libro del Maestro" è un romanzo storico sullo stile dei film d'azione cinesi wuxiapian.
... Beh, forse mi sono dilungato troppo, ma d'altronde chi vuole fare lo scribacchino deve quanto meno essere grafomane, no?
Sono a disposizione per qualunque domanda.
Fornisco alcuni link utili:

I MIEI LIBRI SU AMAZON:
Amazon.it: Ariano Geta: Kindle Store
 

ariano geta

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un estratto per permettervi di valutare il mio modo di scrivere

[…]
Non ha nessuna attinenza con questa storia, però una volta il professor Kimura ha sorpreso alcuni studenti che leggevano riviste con racconti gotici.
Curiosamente non li ha rimproverati, ha solo provato a convincerli che tali letture si addicono ai vigliacchi piuttosto che ai coraggiosi.
Secondo la sua particolare teoria, la passione per le storie gotiche è un tentativo di aggirare il lato drammatico dell’esistenza trasformandolo in qualcosa di troppo assurdo per essere reale. I personaggi dei racconti gotici passano attraverso sofferenze fisiche e mentali mostruose, ma alla fine non riceveranno nessun premio. Il fine di quelle sofferenze è solo sopravvivere ad esse.
Non potrebbe essere una metafora dolorosa della vita?
Però vedere questa metafora materializzata in gesti quotidiani e comuni sarebbe troppo devastante, e allora viene camuffata sotto forme meno palesi. Il dolore sadico inflitto da un mostro antropomorfo non potrà mai sembrare autentico come quello procurato deliberatamente da un altro essere umano. L’angoscia del personaggio perseguitato da una creatura immaginaria non può apparire verosimile al lettore, al quale non verrà mai in mente di accomunarla ai pensieri ossessivi che talvolta premono sulle tempie degli uomini togliendogli serenità.
Paure reali mascherate da paure impossibili, questa è la natura profonda delle storie gotiche.
Ecco, forse per Hideo sarebbe stato meglio sognare dei mostri inesistenti anziché persone in carne e ossa che soffrono o compiono atti immorali. Se avesse descritto ai genitori un fantasma con un solo occhio e braccia lunghe sino ai piedi, non l’avrebbero sgridato. Gli avrebbero concesso un sorriso e una carezza di incoraggiamento, unitamente alla rassicurazione che si trattava di mere fantasie della mente destinate a svanire al risveglio.
Invece non lo sono affatto…
[…]
 

ariano geta

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Una recensione

Questa è la recensione di "Gioco letterario" scritta da un utente de ilmiolibro.kataweb che ha letto il libro e ne è rimasto soddisfatto: (link: Gioco letterario di Ariano Geta. La recensione di ines vecchio - ilmiolibro ).

Tra realtà e finzione
Apri la scatola e ne trovi altre tre, che, una volta aperte, racchiudono altre scatole più piccole: "Gioco letterario" è un romanzo che si moltiplica e si divide, in una continua altalena che invita il lettore ad oscillare fra realtà e finzione letteraria. La prima "scatola" è il racconto di un giorno come tanti: cinque studenti che - in una sorta di Decamerone del terzo millennio - provano a narrare delle storie più o meno inventate e, in una sapiente contaminazione fra romanzo e testo teatrale, commentano i vari racconti. Nella seconda "scatola", episodi della vita quotidiana di un aspirante scrittore si intrecciano con alcuni appunti di un romanzo da scrivere: l’autore non sa come e quando, nè se lo pubblicherà mai ma, mentre le sue giornate scorrono secondo i consueti e un po’ banali ritmi, si diverte ad immaginare un possibile prologo, un potenziale primo capitolo, un eventuale secondo capitolo e così via: realtà e immaginazione scorrono su binari paralleli, ma l’una, sebbene grigia e ordinaria, offre continui e inattesi spunti all’altra. Infine la terza "scatola" ne contiene altre quattro: quattro racconti, proposti come esercizio di scrittura all’amico che dovrebbe pubblicarli su un giornale locale. Ma l’amico è irraggiungibile, il racconto scelto fra i 4 è troppo lungo e in fondo l’autore non è più tanto convinto di volerlo pubblicare: perchè il solo lettore che veramente gli interessa è se stesso. La struttura narrativa, che interseca continuamente vita e letteratura, si snoda attraverso uno stile fluido e asciutto, che conduce il lettore ad addentrarsi in un sorprendente mondo parallelo, quello dell’invenzione letteraria, un "paese delle meraviglie" che appare all’autore/potenziale scrittore come l’unico mondo che possa rendergli tollerabile quello reale.
 

ariano geta

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Con la vanità tipica di ogni scribacchino segnalo il mio ultimo lavoro, "Un sabato diverso".
SINOSSI
Gli utenti Dubbioso79, Freddy e Goldrake sono iscritti a un forum i cui utenti sono tutti frequentatori abituali di prostitute. Il 7 giugno si danno appuntamento a Roma per trascorrere un sabato diverso, come se fossero tre amici che hanno voglia di divertirsi, ma le cose andranno diversamente e l’incontro avrà risvolti inattesi…
(N.B.: CONTENUTI ESPLICITI, LETTURA NON ADATTA AI MINORI)
 
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c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Bravo e benvenuto! Lo so sono in ritardo ma ho scoperto solo ora la discussione.
Anche io darò sicuramente un'occhiata ai tuoi voli letterari, Ariano Geta.
Uhm... sei ve-GetAriano? :mrgreen:
 
Ultima modifica:

ariano geta

New member
Bravo e benvenuto! Lo so sono in ritardo ma ho scoperto solo ora la discussione.
Anche io darò sicuramente un'occhiata ai tuoi voli letterari, Ariano Geta.
Uhm... sei ve-GetAriano? :mrgreen:

:D No, adoro la carne. Il nickname è nato anni fa e ormai ci sono affezionato. "Ariano" sottintende un seguace del vescovo Ario le cui dottrine vennero condannate in più concili, e io sono credente a modo mio, quindi sicuramente eretico. "Geta" invece era un imperatore romano, l'unico condannato alla damnatio memoriae, perciò mi è sembrato giusto togliere il suo nome dall'oblio visto che non aveva fatto nulla di male per meritarlo.
Sei anche tu un 'collega' con passione per la scrittura?
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
:D No, adoro la carne. Il nickname è nato anni fa e ormai ci sono affezionato. "Ariano" sottintende un seguace del vescovo Ario le cui dottrine vennero condannate in più concili, e io sono credente a modo mio, quindi sicuramente eretico. "Geta" invece era un imperatore romano, l'unico condannato alla damnatio memoriae, perciò mi è sembrato giusto togliere il suo nome dall'oblio visto che non aveva fatto nulla di male per meritarlo.
Sei anche tu un 'collega' con passione per la scrittura?
Interessante la nascita del nick. Cmq no, non scrivo, se non a livello amatoriale qualche racconto quando mi viene voglia. Ma chi fra gli amanti della lettura non l'ha fatto almeno una volta di nascosto?
 

ariano geta

New member
Sobo andata a sbirciare esibizionismo globale. ..non male a quando il proseguimento?

Se hai letto tutte e sette le parti sul blog lo hai finito, per ora non prevedo di dargli seguito.
Parlando di scenari futuri con elementi distopici, inclusa una tendenza morbosa all'esibizionismo, potrebbe interessarti anche "Bilogia del Bicentenario", un doppio romanzo ambientato nell'Italia del biennio 2060 / 2061:
Bilogia del Bicentenario eBook: Ariano Geta: Amazon.it: Kindle Store
 
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c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
E perchè mai di nascosto? Sono altre le cose di cui vergognarsi ;)
Oh no, non per vergogna. Assolutamente. Ma hai ragione, mi sono espresso male. Oggi scrivo senza cercare il plauso di nessuno. Quindi i miei racconti non mirano ad uno stile, ad una ricercatezza o eleganza in un certo modo commerciale o se vogliamo dirla tutta, non credo siano davvero proponibili per una anche minima diffusione.
Da molto più giovane invece si, ricordo, partecipai ad un concorso che aveva per tema un avvenimento che doveva essere realmente accaduto ai partecipanti. Scrissi di una triste ma balorda vicenda successa ad un mio caro amico. La buttai giù di botto. La trovai brillante e la spedii. Ebbi due buone recensioni e arrivai terzo. Mi proposero di scrivere altro e mi spaventai. Non sono molto capace di inventare e in passato ho vissuto un lungo periodo alquanto particolare (di quello potrei scrivere tomi su tomi :wink:). Quindi mettere a nudo la mia vita privata vorrebbe dire rivivere cose che non voglio ricordare, dalle quali voglio star lontano.
Comunque vinsi non so quanti soldi, ma non me ne importava. Conservo ancora le pagine e le recensioni della novella. Dei soldi non ricordo esattamente cosa feci. Probabilmente li scialacquai in qualche modo poco onorevole:boh:...
 

ariano geta

New member
Oh no, non per vergogna. Assolutamente. Ma hai ragione, mi sono espresso male. Oggi scrivo senza cercare il plauso di nessuno. Quindi i miei racconti non mirano ad uno stile, ad una ricercatezza o eleganza in un certo modo commerciale o se vogliamo dirla tutta, non credo siano davvero proponibili per una anche minima diffusione.
Da molto più giovane invece si, ricordo, partecipai ad un concorso che aveva per tema un avvenimento che doveva essere realmente accaduto ai partecipanti. Scrissi di una triste ma balorda vicenda successa ad un mio caro amico. La buttai giù di botto. La trovai brillante e la spedii. Ebbi due buone recensioni e arrivai terzo. Mi proposero di scrivere altro e mi spaventai. Non sono molto capace di inventare e in passato ho vissuto un lungo periodo alquanto particolare (di quello potrei scrivere tomi su tomi :wink:). Quindi mettere a nudo la mia vita privata vorrebbe dire rivivere cose che non voglio ricordare, dalle quali voglio star lontano.
Comunque vinsi non so quanti soldi, ma non me ne importava. Conservo ancora le pagine e le recensioni della novella. Dei soldi non ricordo esattamente cosa feci. Probabilmente li scialacquai in qualche modo poco onorevole:boh:...

Ora comprendo meglio quel che intendevi dire.
In effetti se hai perso lo stimolo a scrivere e le uniche cose che ti verrebbe voglia di mettere su carta sono troppo personali e quindi troppo emotivamente problematiche per gestirle come materia narrativa, ti capisco in pieno.
Nei miei scritti gli elementi di fantasia e quelli realistici con venature autobiografiche si mescolano in modo indistinto, così riesco a evitare ogni coinvolgimento emotivo troppo stressante. Anzi, scrivere diventa addirittura piacevole.
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Nei miei scritti gli elementi di fantasia e quelli realistici con venature autobiografiche si mescolano in modo indistinto, così riesco a evitare ogni coinvolgimento emotivo troppo stressante. Anzi, scrivere diventa addirittura piacevole.
Interessante. Me lo tengo come consiglio per un eventuale ritorno alla scrittura. :wink:
 
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