128° minigruppo - L'ottavo giorno di Thornton Wilder

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bouvard

Well-known member
CoCotimbO ed io iniziamo a leggere domani L'ottavo giorno di Thornton Wilder, chiunque sia interessato è il benvenuto :), se qualcuno lo ha già letto può tranquillamente intrufolarsi per commenti o osservazioni :)

Apro con un giorno di anticipo, così se alle storie di geishe e di poveri amanti volete accostare quella di una saga familiare:wink: avete il tempo di procurarvi il libro :)

Buona lettura :)
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
L'ottavo giorno di T. Wilder - Prologo e Sviluppo iniziale

Ho incominciato a leggere "L'ottavo giorno" di Thornton Wilder ieri sera. È il secondo romanzo (che tra l'altro vinse il National Book Award) che leggo di questo autore americano. Il primo, "Il ponte di San Luis Rey" mi era piaciuto abbastanza. Gli diedero il Pulitzer (vinto poi altre due volte). Ma questo è un altro libro. Scritto da T. Wilder dopo venti anni di silenzio. Silenzio per modo di dire perché Wilder durante quella pausa dai romanzi scrisse molto per il teatro.

All'inizio del romanzo viene descritta, con maggiori dettagli, la trama che troviamo sulla fascia all'interno della sovracoperta. Quindi iniziamo a conoscere i primi personaggi. Ci sono due famiglie: gli Ashley e i Lansing. Vivono a Coaltown, cittadina mineraria dell'Illinois. Si frequentano, credo di capire, a causa di una comunità ben unita che si è creata nella cittadina. Non si capisce quanto fossero amici o se davvero lo fossero, per ora. Ad ogni modo, mentre facevano del tiro a segno nel giardino dietro casa dei Lansing, un colpo (sparato da John Ashley?) colpì Breckenridge Lansing e lo uccise.
Lansing era il direttore delle miniere e Ashley lavorava negli uffici delle stesse, per uno stipendio probabilmente più basso di quello di tanti altri che facevano dei lavori peggiori. Ma a lui andava bene così. Da come viene descritto sembra essere un uomo di poche parole. Uno tosto ma senza grandi pretese.

Thornton Wilder scrive bene. Fa sembrare tutto facile e la spiegazione della vicenda è talmente chiara che per il momento non riesco che a trovare solo eleganza nelle sue descrizioni. Mi si prospetta una lettura facile e lineare. Come un lungo articolo di cronaca che però, in qualche modo, sembra celare qualcosa di più.
E infatti dopo qualche riga sembra che John Ashley fosse l'amante della moglie di Breckenridge Lansing, Eustacia Lansing.

Durante i giorni che seguirono la disgrazia, nessuno parlò della cosa. I cittadini di Coaltown difendevano la quiete del posto e sebbene non si trovò nessun movente, probabilmente a causa della presunta relazione sunnominata, Ashley fu dichiarato colpevole e condannato a morte in un processo ridicolo. Una farsa bella e buona. Forse sarebbe andata diversamente se John Ashley non fosse rimasto impassibile per tutto il processo. Se avesse avuto al suo fianco qualche familiare a sostenerlo. Se si fosse letto almeno un po' di tragedia sul suo volto. Non dimostrò nessun rimorso e il suo atteggiamento sembrava quello di uno che aspettava di sapere chi fosse il vero colpevole. Comunque già all'inizio del romanzo l'autore ci dice che degli sconosciuti, nella via verso la forca, liberano Ashley e lo fanno fuggire.

Si fecero supposizioni delle più svariate. Dopo il ridicolo processo e l'incompetenza di giudice e giurati, Thornton Wilder ci fa conoscere un po' di più i due protagonisti. John, un uomo anonimo senza caratteristiche che potessero contraddistinguerlo, se non forse che piaceva alle donne e loro piacevano a lui e Breckenridge, classica persona che recita a seconda delle circostanze. Una specie di fallito, almeno così considero io uno che ha toppato nell'educare i figli, che fa spesso lo sbruffone e che sembra essere un incompetente anche al lavoro ma che oltre a tutto ciò sembra pure fregarsene.
Già dopo la condanna la famiglia Ashley, che quasi evita di farsi vedere in centro, viene trattata in malo modo a causa del carattere indecifrabile dei suoi impassibili componenti e l'autore (o la voce narrante) ci anticipa che un po' alla volta i membri delle due famiglie si trasferiscono altrove lasciando Coaltown.

Dopo questa parte del romanzo, ci viene descritta Coaltown. Io la vedo come una delle classiche cittadine americane con la main street che l'attraversa tutta. Sorta in una specie di canalone racchiuso dalle montagne. Mi piace pensare, poi magari non c'entra niente, che questa stretta e lunga cittadina veda da una parte i Lansing e dall'altra gli Ashley. Infatti le uniche due case che possiedono un po' di terreno si trovano proprio alle estremità di Coaltown. E guarda caso appartengono ciascuna alle due famiglie. Quasi come se l'autore ci mettesse di fronte ad una scelta, se parteggiare per l'uno o per l'altro, se non che già dall'inizio ci fa sapere che John Ashley è innocente. O almeno che il proiettile che ha ucciso Lansing non è partito dalla canna del suo fucile.
Gli Ashely mi piacciono finora. Chissà però se la loro imperturbabilità nasconde qualcos'altro.

Per ora trovo la lettura piacevole e non vedo ora di addentrarmi di più nella storia e di finire questa dovuta fase descrittiva iniziale, come spesso troviamo in tutte le saghe familiari.

Più che altro questo è l'inizio del romanzo e più che elogiare lo stile fluido di T. Wilder, le sue accurate descrizioni del posto e l'atmosfera di inizio del secolo scorso, non riesco a fare. La prosa raffinata ma semplice finora mi piace molto. Non credo continuerà per molto la descrizione degli eventi, anche perché l'autore ha già esposto ciò di cui andremo a leggere. Dal prossimo intervento cercherò di analizzare con cura gli avvenimenti e di darvi un mio parere più ricercato sperando di invogliare qualcun altro ad unirsi nella lettura.

Bouvard, a te la palla! :)

PS edit: typos e correzione titolo.
 
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bouvard

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Iniziato questa mattina e l'inizio promette bene :)

Sto leggendo un'edizione Garzanti del '67 comprata usata :mrgreen:

Ho conosciuto subito John Ashley accusato dell'omicidio di un suo amico e condannato solo per una serie di indizi, di "si dice che ..."
"Il pettegolezzo si era consolidato in convinzione così come il pregiudizio si consolida in verità trasparente", comunque il nostro Ashley è già riuscito a fuggire, beh ad esser sinceri lui non ha fatto proprio niente per fuggire, infatti "si dice che ..." :)

Visto che sono un po' fissata :mrgreen: con i titoli mi sono letta la spiegazione riportata sulla mia quarta di copertina ...
 

bouvard

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COMUNICAZIONE DI SERVIZIO :mrgreen::

Visto che il tuo primo mini-gruppo mi permetto di darti delle "dritte" :mrgreen:

- E' meglio mettere all'inizio il capitolo o la pagina (se leggiamo la stessa edizione) dove siamo arrivati così l'altro/gli altri se è indietro si regola/no se leggersi o meno il commento per evitare Spoiler :mrgreen:

- Segnaliamo se anticipiamo (Spoiler) qualcosa della trama così l'altro/gli altri si regola/no se leggere o meno il commento. Ad esser sinceri a me gli spoiler non mi rovinano la lettura più di tanto :), ma nel Forum c'è gente capace di "troncarti" le gambe se lo fai :mrgreen:, ovviamente in senso figurato :mrgreen:, perciò ti metto in guardia così potrai salvare le gambe nei futuri minigruppi che farai :mrgreen:

Adesso torno a leggere perché sono indietro e vorrei capire chi e perché hanno fatto fuggire Ashley :MUCCA
 

bouvard

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Prologo

Ho iniziato il primo capitolo, ma volevo fare delle considerazioni sul Prologo:)

Figura interessante quella del dottor Gillies :) ed interessanti anche i suoi "interrogativi delle quattro del mattino" :mrgreen:
Ancora più interessante la sua teoria che alla vigilia del nuovo secolo (1900) non si era alla fine di qualcosa, ma al principio di una nuova settimana, essendo quello l'inizio dell'ottavo giorno.
"E' dovere dei vecchi mentire ai giovani. Che incontrassero da soli le loro delusioni".Sei d'accordo con questa considerazione?
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Mmh non proprio... Finisco una cosa e ti raggiungo. Editerò questo post per non fare botta e risposta...

Edit: Credo che mettere in guardia i giovani (fino ad un certo punto ed in un certo modo) sia la cosa più saggia. Loro stessi a volte cercano consigli dai più vecchi. Dovranno gioire e soffrire di quello che gli capiterà, certo, ma sarebbe così comunque. Con le dritte dei più anziani potranno però riflettere e analizzare, dopo che il fatto gli è già accaduto, con più obiettività e pertanto capire il perché dell'avvertimento.
 
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bouvard

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Capitolo primo

Innanzitutto ti ringrazio per aver proposto di leggere questo libro, non conoscevo l'autore e mi sta piacendo, sia la storia, sia soprattutto il suo modo di scrivere - beh almeno per adesso :mrgreen:.

Dopo aver abbandonato le digressioni filosofiche del dottor Gillies - sulle quali spero Wilder tornerà, perché questa teoria dell'ottavo giorno mi affascina - siamo tornati ad occuparci della famiglia Ashley che deve trovare il modo come sopravvivere alla mancanza di soldi.

Mi piace Sophia, una ne fa e cento ne pensa :), altro che buttarsi giù o aspettare di finire all'ospizio dei poveri, la ragazzina ha messo in moto il cervello e riesce a trovare mille idee che fruttano, peccato che la madre metta sempre i bastoni fra le ruote.

Bellissima la parte in cui si parla della speranza :ad::ad: "La speranza (la speranza profondamente radicata, non quegli sporadici ansiti e incitamenti che ci vengono strappati quando siamo allo stremo e che assomigliano piuttosto alla disperazione) è un clima mentale e un organo dell'apprensione". Proprio vero ci sono persone che hanno la speranza nel loro Dna, un po' come il colore dei capelli o degli occhi, è una caratteristica imprenscindibile del loro essere. Mi piacciono i due aggettivi che usa per caratterizzare la speranza: assurda e indifesa. Proprio vero, la speranza è assurda perché non tiene alcun conto della logica ed è indifesa perché attaccata sempre dalla Ragione. Bello quello che scrive a proposito del rapporto tra speranza e ragione, ma questo lo riporto nel 3d delle citazioni:wink: ... eh già per quanto la nostra speranza possa esser forte pensiamo sempre che un gesto scaramantico per aiutarla non le faccia certo male! :wink::mrgreen:
 
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bouvard

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... sempre capitolo primo

Altre considerazioni sulle parti che mi sono piaciute :):

Sophia ha deciso di darsi "al commercio" per raccimolare qualche soldo e tutta la cittadina sta lì a guardare come se la caverà, tutti curiosi, ma ovviamente nessuno vuol darlo a vedere, perciò ognuno spia senza farsi vedere e ognuno spettegola appena può ... sarà pure ambientato alla fine del 1800 il libro, ma certe cose non sono proprio cambiate :mrgreen:

Sophia ha avuto un'altra idea per sbarcare il lunario: affittare alcune camere della grande casa. La maggior parte dei suoi concittadini saranno pure pettegoli, egoisti ecc. ecc. ma qualcuno di buon cuore ancora c'è, e questi son riusciti a trovare il modo di compiere la loro buona azione senza sbandierarlo in giro :wink::mrgreen:

Uhm :? la sartina della città, una ex contessa russa dice di aver capito chi ha ucciso Lansing e chi ha aiutato Ashley a scappare :? o sa qualcosa che io ancora non so, oppure è più intelligente di me (probabile :mrgreen:) perché io non ho capito né l'una cosa, né l'altra :? :mrgreen:
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
L'ottavo giorno - Thornton Wilder - Parte I - "Gli Olmi"

Ho finito la prima parte. In ritardo per dei problemi di salute della mia compagna. Ma ora ci sono a tempo pieno!

Allora, ricapitolando...
Gli Ashley vivevano della ricchezza che proviene dall'accontentarsi di poco e gran parte della loro ricchezza era dovuta al fatto che badavano ben poco alle opinioni dei vicini.
Roger, il primogenito, sembra stare sempre accanto alla madre e a preoccuparsi di toglierle i pensieri che questa aveva del dover crescere il resto della prole. Badava alle sorelle minori e diceva loro quello che dovevano fare per il bene della famiglia. Le metteva al corrente della situazione solo in parte con accurati accorgimenti atti a non preoccuparle di ciò che stava succedendo. Poi decise di partire per Chicago per cercare lavoro e aiutare la famiglia spedendo i soldi che avrebbe guadagnato.

Dunque, ora abbiamo un condannato a morte ingiustamente; vogliamo sapere se dobbiamo continuare a considerarlo tale o se c'è qualcosa sotto. Chi erano i suoi salvatori? E perché l'avevano liberato? Io al momento punto su chi trovava odioso e buffone B. Lansing. John Ashley credo sia stato molto più apprezzato come collega di lavoro o conoscente da chiunque abbia avuto a che fare con lui. Ma perché rischiare così tanto? La cittadina, dopo il fatto, ha preso ad ignorare e guardare male gli Ashley. Ma quando la piccola Sophia ha mostrato intraprendenza e voglia di rimboccarsi le maniche, allora hanno iniziato in parte a supportarla.
Adoro l'audacia della piccola Sophia che "senza perdersi di coraggio, concentra tutti i suoi pensieri sui dollari: meravigliosi, rari, colmi di promesse".
Mi è dispiaciuto molto leggere l'inevitabile. Il suo crollo per la troppa responsabilità.
Che dire della madre? Io la trovo una figura enigmatica. La leggo come una donna depressa e non so se darle colpa di non aver saputo prendere in mano la situazione o se comprenderla per le difficoltà che deve affrontare.
In un certo modo, col suo comportamento, sta sfasciando quello che rimane della famiglia, dopo che il marito non c'è più.

Una figura interessante è Ms Doubkov: i russi sono tosti eh! Dopo la visita di Mr. Rudge e la sua proposta, che farà? Sembra sapere più di quello che l'autore lascia trapelare fra le righe.
Questa prima parte, Gli Olmi, mi è piaciuta parecchio. Sono curioso di vedere quando e se Lily raggiungerà Mr. Malcolm, l'ospite della pensione, a Chicago e se questi la introdurrà davvero nel mondo del teatro, della musica e del successo e se Lily c'è la farà. Sono curioso ancor di più però di sapere che ruolo avrà la nostra sarta russa e se si dedicherà all'investigazione aiutando l'ex guardia a trovare John Ashley.
Ci sono degli intrecci molto interessanti e molto ancora ci dobbiamo aspettare dalla storia. Come ne verranno fuori gli Ashley ora che la famiglia si sta sfaldando? Che ruolo avrà quel simpatico Dott. Gillies che già ad inizio del romanzo, durante il suo discorso filosofico, ha fatto scappare, con le sue dissertazioni scientifiche sull'evoluzione, alcuni credenti? Ed eravamo all'inizio del secolo scorso eh!
Vediamo se il ritorno di Roger da Chicago porterà dei cambiamenti...

Edit: titolo e gli spazi doppi causati dal l'app Tapatalk per iPad... :W
 
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c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
L'ottavo giorno - Thornton Wilder Gli Olmi (ulteriori considerazioni)

Dimenticavo, Miss Doubkov ha fatto tanti sacrifici per mettere da parte un po' di dollari, poi così facilmente si offre di prestarne 50 a Lily. Senza garanzie di alcuna sorta. Forse è sicura di recuperarli con le info che darà all'investigatore?
Come dicevi te, sembra sapere molte cose, gli consiglia strategie per ottenere altri dettagli sulla fuga di John Ashley e lo considera non proprio una cima... Un po' ottuso, diciamo pure. "Come sono sciocchi gli uomini!"
Credi che in futuro avrà un ruolo determinante? A me piacerebbe. Per ora è uno dei personaggi che preferisco assieme a Doc Gillies (e alla piccola Sophia, naturalmente).
 
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bouvard

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Capitolo primo

Ho letto metà del secondo capitolo, perciò so dove è finito Mr. Ashley :wink: ma ... non commenterò fino a quando non ci sarai arrivato anche tu :)

Hai ragione tipetto strano e soprattutto imprevedibile l'ex contessa russa :), secondo me prenderà per i fondelli il poliziotto, facendo finta di collaborare ed intascando i soldi, ma poi lo depisterà, in fondo in fondo è anche lei innamorata di Mr. Ashley, come tutte le donne di Coaltown :mrgreen:

Invece Mr. Malcolm non mi ha fatto davvero una buona impressione, mi sembra un tipo piuttosto losco :paura: speriamo che non prenda troppo in giro Lily. La mia preferita resta comunque, come detto, Sophia, che poverina è crollata con tutto quel fardello che si era addossata :boh:, ma in effetti tutta la famiglia Ashley mi è simpatica, sono orgogliosi, ma non spocchiosi ...

Non abbiamo parlato di Porky finora :), gran bravo ragazzo, non so come i nostri se la sarebbero cavata senza di lui ... spero in qualcosa di positivo per lui nel resto del libro :wink:
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
L'ottavo giorno - Thornton Wilder Parte II - "Dall'Illinois al Cile (fino a pag. 142)

Mi sto addentrando anche io nella II parte e mi sono letto tutta l'odissea di John Ashley del suo viaggio verso le Ande e intanto la tipa dell'emporio, Mrs. Hodge, l'ha sgamato... e aiutato.

Di tutti gli strani ed interessanti personaggi incontrati finora durante il suo pellegrinaggio, mi ha incuriosito un po' l'anziana Marìa Icaza. Con le sue teorie che stanno fra le elucubrazioni di una vecchia saggia e le farneticazioni di una cartomante mezza pazza.
I pensieri di John Ashley, i suoi ragionamenti, man mano che vede cose e incontra persone, il suo ritrovarsi in una nuova vita, così diversa, così lontano da casa, mi ha però fatto pensare al discorso filosofico del Dott. Gillies sull'evoluzione dell'uomo e al significato del titolo del romanzo. L'inerenza fra il pellegrinaggio di John Ashley e questa seconda parte della sua vita. L'ottavo giorno. Mmh...
Mi sa che man mano che proseguirò con il libro questa cosa mi farà riflettere... Ho una mezza idea che sia una specie di seconda opportunità che viene concessa a coloro che riescono a "ricrearsi" a "ricostruirsi". Se si riflette sul passato dopo esser stati obbligati a troncare i legami con la propria famiglia, come John Ashley, sei costretto, in un certo modo, a diventare un altro. Soprattutto dopo quello che gli è capitato.

Ora John frequenta il Dott. MacKenzie. Beve il tè con lui ogni volta che dopo cena lo va a trovare, gli chiede dei libri di religione e il dottore chiede informazioni sulla sua vita passata.
Sembra essersi stabilito a Rocas Verdes. A lavorare nelle miniere lassù.
Sembra essere diventato un grande amico di Mrs. Wickersham, la locandiera giù a Manantiales e sembra che tutto quello che desideri sia che il tempo passi veloce.
- Mrs. Hodge aveva detto: "Sette anni."

PS: È vero, abbiamo scordato il buon Porky. Speriamo di avere l'opportunità di poter spendere due parole anche per lui e che ritorni protagonista.
 
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bouvard

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Capitolo secondo

Bene adesso possiamo dirlo che Mr. Ashley ha pensato bene di scappare in Cile :) all'inizio non capivo perché avesse deciso di fuggire fin laggiù, va bene allontanarsi e cambiare Nazione, ma pensavo si "imboscasse" in qualche Stato più vicino, poi in effetti mi sono ricordata che il Cile è ricco di miniere, quindi il posto in cui avrebbe più facilmente potuto trovare un lavoro e guadagnarsi da vivere e chissà metter da parte qualcosa ... non so se anche tu hai notato che tutti gli Ashley sono ossessionati dal denaro, non in modo egoistico, però, per diventare ricchi, ma per cercare di aiutare il resto della famiglia :)

Eh sì le donne hanno un ruolo determinante nella salvezza di Mr. Ashley e non aggiungo altro perché già così è un grosso spoiler:wink: :mrgreen:

Della vita di Mr. Ashley durante la fuga mi ha colpito il suo "spiare" la vita altrui, il cercare di ascoltare i discorsi tra padri e figli, l'osservare scene che sarebbero potute essere scene della sua vita con la sua famiglia se non fosse stato costretto a scappare, un modo quasi di vivere quella che sarebbe potuta essere la sua vita nelle vite altrui, un modo "indiretto" di vedere crescere i suoi figli in ragazzi e ragazze incontrati per caso ... :)
 

bouvard

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Fine capitolo secondo/inizio terzo

Mr. Ashley è riuscito a sfuggire alle grinfie di Mr. Bristow grazie all'aiuto di Mrs. Wickersham :) sempre le donne in suo soccorso :mrgreen:

Intanto Mr. Ashley è stato momentaneamente abbandonato al suo destino e siamo andati a vedere come se la stava cavando, nel frattempo, suo figlio Roger a Chicago :)
:? ... uhm ... :? ... c'è una cosa che mi lascia perplessa: possibile che a questi Ashley vada sempre tutto bene? :? Insomma qualsiasi cosa decidono di intraprendere gli riesce bene ed hanno successo :? in qualsiasi pericolo finiscano c'è sempre qualcuno disposto ad aiutarli :? ...
Roger è arrivato, senza conoscenze, senza titoli di studio, a Chicago e nel giro di soli due anni, a 19 anni è diventato un cronista famoso di un giornale :paura: :? ... uhm ... non so ... mi sembra troppo facile ... :? ...
"Molti filosofi principianti sono stati sul punto di afferrare il problema della sofferenza, ma quale saggio può affrontare quello della felicità?"
:)
 

bouvard

Well-known member
Capitolo terzo

Visto che non so a che punto sei arrivato invece di commentare riporto alcune frasi che mi sono piaciute:

- Non esiste vera cultura se non nelle risposte agli interrogativi urgenti;

- Infine approdò al porto del giornalismo: un'attività che non era sedentaria, che permetteva di bere a qualsiasi ora, richiedeva concentrazione solo saltuariamente e alimentava un'illusione di onniscienza.

- Nessun ricco ha mai regalato un soldo che potesse tornargli comodo.

- La cosa più sacra del mondo è la proprietà. Più sacra della coscienza. Più inviolabile della reputazione di una donna.

- Chi non pone domande riceve le risposte più esaurienti.
 

c0c0timb0

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L'ottavo giorno - Thornton Wilder - Fine Parte II - "Dall'Illinois al Cile"

Mr. Ashley è riuscito a sfuggire alle grinfie di Mr. Bristow grazie all'aiuto di Mrs. Wickersham sempre le donne in suo soccorso

Intanto Mr. Ashley è stato momentaneamente abbandonato al suo destino e siamo andati a vedere come se la stava cavando, nel frattempo, suo figlio Roger a Chicago
... uhm ... ... c'è una cosa che mi lascia perplessa: possibile che a questi Ashley vada sempre tutto bene? Insomma qualsiasi cosa decidono di intraprendere gli riesce bene ed hanno successo in qualsiasi pericolo finiscano c'è sempre qualcuno disposto ad aiutarli ...
Roger è arrivato, senza conoscenze, senza titoli di studio, a Chicago e nel giro di soli due anni, a 19 anni è diventato un cronista famoso di un giornale ... uhm ... non so ... mi sembra troppo facile ... ...
"Molti filosofi principianti sono stati sul punto di afferrare il problema della sofferenza, ma quale saggio può affrontare quello della felicità?"
Non hai tutti i torti. Sembra che la loro intraprendenza li premi un po' troppo. Credo ad ogni modo che in quegli anni fosse stato meno difficile trovare un'occupazione. In fin dei conti entrambi gli Ashley, maschi, si sono prodigati in lavori per la comunità e tutti e due si sono guadagnati, meritatamente, la simpatia e l'aiuto del prossimo.

John Ashley, comunque, sebbene inizialmente avesse avuto un lavoro mal pagato, non dimentichiamoci che si era laureato in ingegneria e distinto come un uomo di ottime doti intellettive.

Che sia fortunato, non lo so, ricorda anche che tutto il percorso della sua vita negli ultimi anni, la sua fuga, l'ha passato a causa di un omicidio che sembra non aver commesso.

Mrs. Wickersham lo salva. Forse ha visto in lui una persona buona. Ha letto in lui e non crede che possa aver ucciso. Aver soppresso una vita, lui, che tanto si era prodigato per rendere migliori quelle degli altri.
"La razza umana non migliora" dice Mrs. Wickersham.

Trovo il romanzo molto avvincente e mi ha indubbiamente agganciato.

Ho iniziato la terza parte: Chicago 1902-1905. Sono a pagina 195. Roger/Trent si prodiga come suo padre ha fatto nelle Ande. Fa mille lavori, sebbene mal pagati ma "non cessò mai di cercare la sua futura carriera".
"Doveva farsi una cultura. Doveva riconciliarsi con la comunità umana."
E poi il narratore ci dice: "Molti anni più tardi il dottor Gillies disse: Roger Ashley arrivò a Chicago ignorante come un somaro. Quindici anni dopo, senza aver messo piede in un'aula, era l'uomo più colto della nazione."

Vediamo come. È anche vero che i 17 anni dell'inizio del secolo scorso sono i 30 di oggi. Ma è inverosimile come, senza aver letto nemmeno un libro e senza istruzione, egli abbia potuto riempire fogli su fogli di parole, frasi, idee e quant'altro. Addirittura "stabilì la costituzione di uno stato ideale".
E infatti quando si accorge che non sa nulla, capisce che può imparare. Può incominciare a studiare, a leggere.

Dai non è impossibile. Se Hemingway ha fatto solo le scuole superiori e ha vinto il Nobel per davvero, forse Roger Ashley può diventare un buon giornalista in un romanzo... :mrgreen:

Conosci quel detto "Da un albero di mele non nascono pere"?

PS: stasera spero in una analisi più dettagliata e di scrivere qualche mia considerazione su questa terza parte.
 
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bouvard

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Effettivamente esser accusati di un omicidio che non si è commesso non è una gran fortuna :mrgreen:

Sicuramente alla fine dell'Ottocento trovare un lavoro era più facile rispetto ad oggi :boh: e forse era più facile anche mettersi in evidenza qualora si avessero delle capacità, e di certo non si può dire che gli Ashley non abbiano capacità e soprattutto intraprendenza, solo, sai quando va tutto bene, ogni cosa alla fine va a posto ti si insinua nella mente una certa perplessità, perché nella vita quotidiana non è mai così semplice :boh:, non è detto che tutte le cose vadano al loro posto :?

Comunque il libro sta prendendo molto anche me, sia perché a metà del libro i "gialli" iniziali ci sono ancora tutti, ma soprattutto sono curiosa di vedere come Wilder concluderà questo libro ...
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Il Minigruppo

Ho superato la metà pure io e vedo delle inerenze fra la carriera e la forza di volontà di Roger e un personaggio nato e cresciuto nell'ignoranza di un romanzo di Jack London: Martin Eden. Uno dei più bei romanzi che abbia letto e che ha contribuito moltissimo a inculcarmi la passione per la lettura. Ecco forse perché non trovo impensabile la carriera di Roger. Se hai letto Martin Eden (e se non l'hai fatto, dovresti assolutamente farlo!) saprai bene come anche lui, quel protagonista di quel romanzo, con una incredibile forza di volontà pianificava di dormire sempre meno per acculturarsi ed entrare nel mondo del giornalismo, abbracciando più tardi una corrente politica e adoperandosi per fare del bene per il prossimo. Non parlo di una storia uguale a quella che stiamo leggendo, ma ci sono delle similitudini. O meglio, almeno a me ricorda un po' cosa è riuscito a fare l'alter ego di J. London e la strada che sta prendendo Roger, almeno fino a dove sono arrivato io con la storia.

PS: mi sta proprio piacendo questo modo di leggere assieme un romanzo. Mi accorgo che non sono veloce come te. Purtroppo fra lavoro e faccende domestiche etc. non riesco a dedicare il tempo che vorrei al romanzo. Ma mi stimola il fatto di dover recensire e commentare ogni capitolo, parte o anche solo paragrafo interessante del testo. A volte torno indietro e rileggo una pagina che mi ha intrigato per poi scriverci su. E questo lavoro d'analisi mi incita e pungola ad addentrarmi a leggere "L'ottavo giorno" come forse non l'avrei letto senza ForumLibri.
Questo non sarà sicuramente il mio primo e ultimo Minigruppo. Anzi, alla fine di questo mi piacerebbe quanto prima iniziarne un altro o anche partecipare ad un GdL!
 
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bouvard

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Vado in ordine perciò parto ... dalla fine :mrgreen:

Effettivamente leggere insieme ad altri aiuta a guardare le cose da più punti di vista, a confrontare le proprie idee, impressioni con quelle altrui, che possono essere magari diverse dalle proprie, ma altrettanto valide. Magari capita che un altro utente ponga l'accento su un particolare, su una sfumatura che a noi era sfuggita o da di qualcosa un'interpretazione a cui noi non avremmo mai pensato, è questo il bello del confronto, non partire mai dal presupposto di sapere più degli altri, ma esser pronti ad imparare qualcosa da chiunque. Comunque qui ci sono sempre mini-gruppi o GdL aperti perciò non resterai certo senza aver niente da leggere, al limite puoi sempre proporre tu qualcosa se c'è qualche libro che ti interessa, poi se si è in più persone a leggerlo il confronto è anche più ricco :wink:

:oops::oops::oops: Mi dispiace non ho mai letto J. London perciò non so se il tuo confronto regge :mrgreen: comunque non penso che avere successo, mettersi in evidenza fosse impossibile, mi aveva stupito solo il poco tempo e la giovane età, tutto qui :) D'altronde anche Lily ha fatto carriera, non sappiamo che fine ha fatto Mr. Malcolm, ma sappiamo che lei non è rimasta sola :wink:
 
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