Comincio con qualche impressione (non avendo il cartaceo metto come riferimento il nome dello studente modello: Walter Klemmer)
Il rapporto tra madre e figlia è chiaramente malato; trovo normale che la madre stia in ansia se la figlia ritarda e, nell'era del telefonino, ch la chiami durante la giornata. Ci sta anche che le controlli le spese e il modo di vestire, ma non certo se la figlia ha quarant'anni! è soprattutto questo che mi ha stupito, se non me l'avesse chiarito fin da subito avrei creduto che Erika avesse più o meno.. diciassette anni (ed è comunque compito di una madre moderare l'ansia anche con una figlia adolescente!
Non so se sia stato questo rapporto malato con la madre a rendere succube Erika. Fatto sta che, a quell'età, potrebbe benissimo prendere la sua strada; invece sceglie di somigliare a quell'isterica di madre (e te credo che il papà è finito in manicomio...) che si ritrova e a rendere malato anche il suo rapporto con gli altri.
Trovo fin troppo facile dare la colpa dei nostri difetti ai nostri genitori: è giusto forse fino ad una certa età, ma poi si cresce e si fanno le proprie scelte personali.
Quindi mi ritrovo a leggere quest'autrice (a me sconosciuta) che lei stessa sembra avere due personalità distinte: c'è una Elfriede che trasmette ansia, nelle prime pagine, rancore represso, violenza e poi un'autrice quasi comica che racconta le avventure di Erika sull'autobus. Io ho sorriso, mi sono divertita! Ho immaginato Erika che usa i suoi strumenti come una corazza per isolarsi dagli altri (operai, pezzenti, gente comune non certo al suo livello) e che però si diverte a pizzicarli, pungerli, spingerli, tirare anche qualche calcio, se possibile.
E ancora sotto, Elfriede riesce a commuovermi quando mi racconta che Erika non è poi così brava, in ciò che fa. è stata una studentessa modello, ma poco dotata, umiliata durante un saggio importante e che ora deve accontentarsi di insegnare.
Deve essere deludente amare la musica e non esserne riamati.
Sono colpita dalla trama e dalla bravura dell'autrice ad emozionarmi. un po' mi gira la testa quando comincia a snocciolare similitudine azzardate: l' "amore" della madre paragonato ad una fiamma ossidrica, la signora che chiede informazioni paragonata ad un viandante feroce che vaga per il bosco stuzzicando formicai, l'altra signora pizzicata da Erika che schizza in alto come una fontana che zampilla...