146° minigruppo - Memorie dal sottosuolo di Dostoevskij

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Io e Jessamine leggeremo insieme questa stupenda opera del Dosto, per me sarà una rilettura... con tanti libri da leggere non era il caso, ma al Dosto non riesco a resistere :ad:.

Se qualcuno vorrà unirsi chieda prima la parola d'ordine per partecipare, questo è un gruppo a numero chiuso :mrgreen:... scherzo, oggi mi sento in vena di cavolate.
Siete tutti invitati a partecipare, però vi avviso, l'ambiente del sottosuolo sarà freddo e poco illuminato :paura:.
 

Jessamine

Well-known member
:YY eccomi! Ho letto una quindicina di pagine, ma quest'adozione si sta rivelando una bellissima lettura! È forse un po' presto per fare un commento, quindi aspetto di mettere un po' più di carne sul fuoco!
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Nonostante già ben due utenti mi abbiano parlato male di questo libro (fatevi avanti se ne avete il coraggio :mrgreen:), confermo l'idea positiva che mi ero fatta dalla mia prima lettura :ad:.
Stavolta sto leggendo una copia cartacea (ed. Mondadori), ho letto 6 capitoli e sono già quasi tutti sottolineati :wink:, anche se forse passerò all'ebook (ed. Bur)... Jess, che edizione hai? Dall'incipit che hai postato nell'Adotta un autore mi sembra la stessa.
Mi fa piacere che il mio consiglio si sia rivelato valido, poi per te che studi filosofia è un'opera davvero perfetta.

Per postare le mie prime citazioni però aspetterò lunedì, ora è tardi e domani non accenderò il pc.

Intanto tu puoi iniziare, se hai l'ebook ti consiglio di fare copia e incolla, come faccio io :wink:.
 

Jessamine

Well-known member
Ehm, non so che edizione è, è scritto sulla prima pagina dell'ebook e fare avanti e indietro è un delirio ;) appena lo finisco te lo dico (sì, sono stata stupida a non guardare subito!).
Sono arrivata al capitolo X, e devo dire che mi sta piacendo moltissimo. Per ora è molto poco romanzo e più "raccolta di riflessioni", ma comunque è molto stimolante.
I pensieri del protagonista sono forse un po' esasperati, ma a pensarci bene c'è anche tanta sincerità. Insomma, forse non ci piace ammetterlo, ma quanto sottosuolo c'è dentro ogni essere umano?
 

Jessamine

Well-known member
citazioni sparse

- Del resto, che dico? Lo fanno tutti; si vantano appunto delle malattie, e io, forse, più di tutti. Non discuteremo: la mia obiezione è assurda. E tuttavia sono fermamente convinto che non solo l'eccesso di coscienza, ma addirittura qualsiasi coscienza è una malattia.

- Vedete, signori: la ragione è una buona cosa, questo è indubbio, ma la ragione è solo ragione e soddisfa soltanto la facoltà raziocinante dell'uomo, mentre la volontà è manifestazione di tutta la vita, cioè di tutta la vita umana, sia con la ragione che con tutti i pruriti.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
prima parte finita

Forse col tuo lettore non puoi andare alla prima pagina e poi scrivere quella che stavi leggendo come posso fare io :boh:.

Infatti non è un vero e proprio romanzo (almeno la prima parte), non ci sono veri eventi da commentare, ma solo frasi o interi periodi che io ho sentito molto vicini al mio stato d'animo. Il sottosuolo lo trovo affine alla mia personalità, anche se cerco di restare in superficie non è sempre facile, almeno col pensiero.
Ho trovato molte affinità con Il libro dell'inquietudine di Pessoa, un libro intero di riflessioni del protagonista, che se non hai ancora letto, ti consiglio vivamente, io l'adoro :ad:.
Nella mia edizione Mondadori c'è anche la postfazione di Nabokov, mentre nell'introduzione il traduttore Igor Sibaldi fa un paragone tra la seconda parte di Memorie e una parte de Il grande inquisitore presente nei fratelli K, che pure mi colpì parecchio. Quando la leggerò magari ci ritornerò su.

Concordo quasi con la definizione di stupido per l'uomo spontaneo e/o d'azione... sarà che io non mi sento né l'uno né l'altro :mrgreen:.

Per le citazioni ripasso stasera :wink:.
 
Ultima modifica:

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
inizio con qualche citazione...

Non solo cattivo, ma proprio nulla sono riuscito a diventare: né cattivo, né buono, né furfante, né onesto, né eroe, né insetto. E ora vegeto nel mio cantuccio, punzecchiandomi con la maligna e perfettamente vana consolazione che l'uomo intelligente non può diventare seriamente qualcosa, ma diventa qualcosa soltanto lo sciocco.Sissignori, l'uomo intelligente (del diciannovesimo secolo) deve ed è moralmente obbligato a essere una creatura essenzialmente priva di carattere; mentre l'uomo di carattere, l'uomo d'azione, dev'essere una creatura essenzialmente limitata. Questa è la mia quarantennale convinzione.

Ma ecco, proprio in questa fredda, disgustosa mezza disperazione e mezza fede, in questo cosciente seppellirsi vivo per il dolore, nel sottosuolo per quarant'anni, in questa situazione senza via d'uscita, forzatamente costruita e tuttavia in parte sospetta, in tutto questo veleno di desideri frustrati, interiorizzati, in tutta questa febbre di tentennamenti, di decisioni prese per l'eternità e di pentimenti che sopravvengono un attimo dopo...

...l'uomo, sempre e ovunque, chiunque fosse, ha amato agire così come voleva, e non come gli ordinavano la ragione e il tornaconto; infatti si può volere anche contro il proprio tornaconto, anzi talvolta decisamente si deve (questa è già una mia idea). La propria voglia, arbitraria e libera, il proprio capriccio, anche il più selvaggio, la propria fantasia, eccitata a volte fino alla follia: tutto ciò è proprio quel vantaggio supremo e tralasciato, che sfugge a qualsiasi classificazione e per colpa del quale tutti i sistemi e le teorie vanno costantemente a farsi benedire.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Sto leggendo la copia cartacea della Mondadori tradotta da Igor Sibaldi, però le citazioni provengono dall'ebook ed. BUR tradotto da Martinelli, non ho ancora deciso quale delle due versioni preferisco, ma forse la prima.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
E intanto sono convinto che l'uomo non rinuncerà mai alla vera sofferenza, cioè alla distruzione e al caos. La sofferenza... ma è l'unica origine della coscienza. Anche se all'inizio ho dichiarato che la coscienza, secondo me, è la più grande infelicità per l'uomo, io so che l'uomo la ama e non la baratterebbe con nessuna soddisfazione.

In definitiva, signori: meglio non far nulla! Meglio una consapevole inerzia! E così, evviva il sottosuolo! Anche se ho detto che invidio l'uomo normale fino a un rancore bilioso, non vorrei esser nei suoi panni, date le condizioni in cui lo vedo (anche se non smetterò comunque di invidiarlo). No, no, il sottosuolo è in ogni caso più vantaggioso! Lì almeno si può... Diamine! Ma anche adesso sto mentendo! Mento perché lo so come due più due fa quattro, che non è meglio il sottosuolo, ma qualcosa di diverso, completamente diverso, che io bramo, ma che non riuscirò mai a trovare! Al diavolo il sottosuolo!


Nei ricordi di ogni uomo ci sono certe cose che egli non svela a tutti, ma forse soltanto agli amici. Ce ne sono altre che non svelerà neppure agli amici, ma forse solo a se stesso, e comunque in gran segreto. Ma ve ne sono, infine, di quelle che l'uomo ha paura di svelare perfino a se stesso, e ogni uomo perbene accumula parecchie cose del genere.
 

Jessamine

Well-known member
Alla fine oggi ho iniziato la seconda parte, e non sono riuscita a staccarmene, l'ho finito tutto in un fiato.
:ad: :ad: è un libro bellissimo, un vero e proprio pugno allo stomaco, ma mi è piaciuto tantissimo!
Ora preferisco farlo sedimentare un secondo, ma domani passerò a fare un commento più serio :wink:
 

darida

Well-known member
ho iniziato ieri sera
vabbè
per un po' posso anche seguirlo nei meandri tra lo scuro....e il più scuro :mrgreen: quando cadono le tenebre ci riprovo-questa è un lettura notturna, concilia il sonno :wink:- domani con le prime luci decido se continuare o abbandonare :)
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Jess, per me è una grande soddisfazione sapere che questo libro ti sia piaciuto... quando si dà un consiglio c'è sempre il rischio di non riuscire a centrare i gusti dell'altro, ma con questo ero (quasi) certa che ti avrebbe fatto un effetto forte :ad:.

Per darida invece non dico nulla, abbiamo già scritto troppo sui segni del destino (sui nostri profili) prima che lei iniziasse a leggere :mrgreen:.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
fino al cap III della seconda parte

Nell'introduzione di Sibaldi viene nominato l' uomo superfluo, che io avevo già conosciuto in un libro di Turgenev.
I protagonisti dei più celebri romanzi del Dosto sono individui smarriti tra la propria angosciosa ricerca di una verità che illumini davvero la via, e uno iato tra loro stessi e la maledetta realtà che nulla nel loro destino di superflui, riesce mai veramente a colmare.
Poi c'è questa citazione di Dosto: Amare l'uomo come se stessi, secondo il comandamento di Cristo, non è possibile...Sulla terra la legge della personalità impaccia. L'io è di ostacolo... Cristo soltanto poteva farlo.

In questa seconda parte il protagonista racconta degli eventi che gli sono accaduti, non ci sono più soltanto riflessioni, infatti io ho preferito la prima parte :wink:.
Una prima differenza con il narratore è che io invece serbo ancora un piacevole ricordo dei tempi della scuola, nonostante anche io abbia avuto dei periodi negativi con alcuni compagni di classe.
Nel I cap cita lo zietto di Una storia comune di Goncarov, la mia precedente lettura (insieme a darida).
 
Ultima modifica:

Jessamine

Well-known member
commento finale

Ho iniziato a leggere questo libriccino quasi per caso, perché partecipando ad un gioco letterario mi è capitato in sorte di dover "adottare" Dostoevskij, e di dover quindi leggere qualche cosa di suo. Di tempo per leggere qualche mattone (per mero numero di pagine) ne avevo ben poco, così ho letto rapidamente le trame delle sue opere più brevi, e mi sono decisa per questo.
Qualche volta mi capita (be', a dire il vero è piuttosto raro, ma qualche volta è successo) di imbattermi in libri che, oltre ad avere un indubbio valore a livello letterario di cui certamente milioni di altre persone più qualificate potrebbero e hanno parlato in maniera più significativa di quanto potrei fare io, sono anche in grado di andare a toccare corde puramente emotive, di andare a premere in quei punti della mia emotività in maniera tale da quasi raddoppiare ai miei occhi il loro valore. Mi è capitato raramente, solo con "La campana di vetro" della Plath, "Le onde" dell Woolf, e, anche se in maniera un po' diversa, anche con alcuni romanzi di Fitzgerald. Ecco, a questo mio personale e del tutto irrazionale "pantheon" credo proprio di dover aggiungere queste "Memorie dal sottosuolo".
Potrei quindi dire tante cose, parlare di come questo romanzo sia diviso in due parti: nella prima sono riportate le riflessioni apparentemente spontanee del protagonista, è una parte piuttosto lenta, che bisogna assaporare poco alla volta per comprendere a fondo, fermandosi spesso a riflettere. Il protagonista qui si presenta come un uomo cattivo, un uomo malato, malvagio, che è perfettamente cosciente della sua cattiveria e se compiace, quasi se ne vanta, senza nemmeno voler provare a cambiare. E nonostante questo all'inizio possa apparire surreale, quasi grottesco, proseguendo nella lettura ci si rende conto che forse questo personaggio altri non è che un essere umano, con le sue debolezze e i suoi difetti, senza filtri, senza la maschera che sempre, più o meno consapevolmente, tutti gli uomini si trovano ad indossare. La seconda parte è invece molto diversa, è molto più narrariva, e il protagonista si trova a raccontare alcuni episodi appartenenti al suo passato, episodi in cui vorrebbe dimostrare ciò che aveva affermato all'inizio, ossia la corruzione della sua condotta. E certo non si può dire che agisca "bene", in maniera retta e luminosa, ma al tempo stesso è impossibile non provare molta simpatia (etimologicamente parlando) nei confronti di questo ometto piccolo piccolo, delle sue nefandezze, dei suoi brutti pensieri e delle meschinità dietro a cui si nasconde quasi fossero una corazza. Ed è qualcosa di naturale, perché i suoi pensieri sono qualcosa di estremamente coerente con la natura umana più istintiva, quella dove la ragione viene per un attimo messa da parte. Ed è forse in questi momenti che ci sentiamo (o per lo meno, io mi sento) così pericolosamente vicina a questo essere vissuto per quarant'anni nel sottosuolo. Perché poi forse non sempre ci comportiamo in maniera simile, o cediamo ai richiami del sottosuolo, perché qualcosa interviene, perché siamo anche (e lo sottolineerei, anche) esseri razionali. E poi magari ci aggrappiamo a queste ultime risoluzioni razionali, e chiudiamo gli occhi, distogliamo lo sguardo, cerchiamo di concentrarci su altro per scacciare il pensiero di quel marcio che abbiamo respinto, ma che è stato comunque l'impulso primario, quello più, mi verrebbe da dire, naturale.
Dostoevskij non si vergogna di guardare l'essere umano per quello che davvero (e con questo non voglio dire che l'uomo sia solamente sottosuolo, perché altrimenti personaggi come Lisa non avrebbero ragione d'esistere, ma di nuovo vorrei sottolineare l'importanza di un "anche") e di guardare fino in fondo, senza disogliere mai lo sguardo. Il modo in cui questo guardare mi ha colpito, quello che mi ha portato a vedere anche dentro di me, be', lo terrò per me, ma devo dire che è forse proprio questo quello che mi ha lasciata più sconvolta e provata dopo la lettura di queste poche pagine.
È una lettura preziosissima, e forse non riuscirò mai (né, credo, vorrò) a spiegare in maniera lucida, ma insomma, è una lettura che consiglierei a chiunque avesse voglia di affrontare un po' della polvere che ha accumulato ai margini della propria coscienza.
 

darida

Well-known member
bon! assaggio fatto, passiamo oltre :mrgreen:
non fa per me

Ottimo commento Jess, trasmette tutta l'empatia che hai provato :)
Minerva, tu Dosto tosto o non tosto te lo pappi sempre con gusto :mrgreen: (mio marito non riesce ancora a credere che per te sia una rilettura :wink:)

bella soddisfazione quando una lettura "rende" tanto...buon pro vi faccia :)

basin!
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
L'ho finito da un paio di giorni, appena riesco a collegarmi dal pc posto altri commenti e altre citazioni.

@ darida: ecco perché io non ti avevo proprio invitato a partecipare, anche se la seconda parte magari potevi leggerla... scherzo, preferisco così, tanto ne avremo di letture da condividere :wink:. Dici a tuo marito che il libro è meraviglioso, ma leggo anche roba più leggera, tipo il doc, sennò poi se un giorno decidessi di venirvi a trovare non mi fa entrare in casa :paura: :mrgreen:.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
altre citazioni

All'uomo piace calcolare soltanto il suo dolore, e la felicità non la calcola. Ma se facesse bene i conti, vedrebbe che a ogni destino ne è riservata una parte.

L'indomani ero già di nuovo pronto a considerare tutto questo una sciocchezza, una malattia dei nervi e, soprattutto, un'esagerazione. Ero
sempre stato consapevole di questo mio punto debole e talvolta ne avevo molta paura: "Io esagero tutto, questo è il mio difetto"...


non sarà meglio se lei porterà con sé l'offesa per sempre? L'offesa è infatti una purificazione; è la più bruciante e dolorosa presa di coscienza! Domani stesso avrei insozzato la sua anima e avrei sfinito il suo cuore. Mentre ora l'offesa non si estinguerà mai in lei, e per quanto sudicio sia il fango che l'attende, l'offesa la eleverà e purificherà... con l'odio... hmm... forse anche col perdono... E del resto starà forse meglio per questo?

che cos'è meglio: una felicità a buon mercato o elevate sofferenze?

Siamo tutti disabituati alla vita, tutti zoppichiamo, chi più chi meno. Anzi, siamo talmente disabituati che talvolta sentiamo per l'autentica "vita vera" una sorta di ripugnanza, e perciò non possiamo sopportare che ce la rammentino. Infatti siamo arrivati al punto da considerare l'autentica "vita vera" quasi una fatica, poco meno che un lavoro, e siamo tutti d'accordo, in cuor nostro, che sui libri è meglio.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Comunque confermo che la traduzione di Sibaldi è la migliore, però per praticità ho postato le citazioni da quella che avevo in ebook, così ho fatto copia e incolla :wink:
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Alto