148° minigruppo - Q di Luther Blisset -

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Zingaro di Macondo

The black sheep member
Domani io e Ayu inizieremo questo romanzo che, per diversi motivi, ha fatto tanto parlare di sè.

E' un romanzo storico che non ha lasciato deluso nessun lettore del forum, per cui...venghino siori venghino!

:HIPP
 

ayuthaya

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Vi ricordo anche che questo libro fa parte della Sfida in corso... una ragione in più per unirsi a noi!!!!
A domani! :wink:
 

ayuthaya

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Iniziato! :YY
Ho letto una ventina di pagine e devo dire che promette moooolto bene!!!!! :mrgreen:
credo che un romanzo come questo sia proprio quel che mi ci vuole! mi sembra di rivivere una delle atmosfere di Eco... :sbav::sbav::sbav: (e fu così che Zingaro mi abbandonò... :p :mrgreen: :wink:)
 

ayuthaya

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Urca, sappi che se per atmosfere intendi atmosfere in senso stretto, allora ci siamo, se per atmosfere intendi forma, mi sa che dopo le prime 30 pagine ti lascio sola :wink::HIPP

ahahahah! no, no... intendo l'ambientazione storica (con scontri di natura politico/religiosa, anche se in un periodo completamente diverso) e l'atmosfera noir... :wink:
 

ayuthaya

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Pagina 65.. mi sta prendendo moltissimo! Zingaro comincia anche tu se no non mi viene da fare commenti! :mrgreen:
 

ayuthaya

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Mi mancano quattro- cinque pagine alla fine della Prima parte... :mrgreen:
che dire? è uno di quei romanzi che ti fanno venir voglia di verificare immediatamente tutto quello di cui si parla con la realtà dei fatti, riuscendo così a integrare quelle che sono le mie scarsissime conoscenze in materia con qualche informazione in più... Ho voglia di sapere tutto di quel periodo, per potre confrontare la Storia con la creazione letteraria e capire se e fino a che punto questa si sia presa delle "libertà".

Il libro è molto avvincente, rispetto al poco tempo che ho lo sto divorando! sono ancora in attesa di capire l'intento degli autori, ovvero se oltre ad essere una bella occasione per approfondire un fondamentale momento della Storia (connubio per il quale ultimamente ho un vero debole) è anche un libro di critica, denuncia. Spero che non sia così, preferisco che a prevalere sia sempre la natura letteraria rispetto alla propaganda politica o similari...
 

ayuthaya

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Oddio... non riesco ad alzare gli occhi dal libro...:paura: e chi si stacca adesso??? Fortuna devo andare a prendere Ciccio!!! :mrgreen:
Pagina 163.. :MUCCA
 

ayuthaya

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@ Zingaro: SPOILER!!!! relativi alla fine della Prima parte: e così il nostro apparente "alleato" entro le fila dell'alto clero si è rivelato essere proprio Q, l'acerrimo nemico che ha condotto Muntzer alla disfatta... :OO Suppongo che il personaggio sia del tutto inventato, ma mi chiedo se sia poi così impossibile che personaggi del genere ("spie", falsi amici, inflitrati da una parte e dall'altra) potessero esistere davvero... :paura: FINE SPOILER

Quello che mi chiedo è come mai sia stata scelta proprio la figura di Gianpietro Carafa - futuro papa Paolo IV - per un ruolo così importante (anche se, ai fini del romanzo, "indiretto") ovvero il tenere d'occhio tutta la situazione della Germania fra riforma, eresie e rivolte varie... Quello che intendo dire è: c'è effetivamente ragione di credere che Carafa o chi per lui "controllasse la situazione" :BLABLA o semplicemente, per ragioni narrative, si è voluto scegliere un personaggio unico (magari scelto a caso) che racchiudesse in sè tutte la fazione del cattolicesimo ortodosso (nel senso di riconosciuto, quindi papista)?

Detto questo sono già circa a metà della Seconda parte (INIZIO SPOILER): da un'altra delle missive di Q a Carafa abbiamo scoperto che il nostro famigerato nemico ha deciso di raggiungere Munster (Muntzer- Munster, al di là delle dieresi... che coincidenza!!! o che confusione!!!!:mrgreen:) e di ripetere la parte del falso amico, quindi dell'infiltrato, per far fallire il progetto di rivolta... Chi sarà? In realtà credo di averlo individuato (dovrebbe essere il tipo che ha fermato il protagonista di notte mentre tornava dalla riunione), ma staremo a vedere... :MUCCA (FINE SPOILER)
Certo che si tratta di un libro molto avvincente: in realtà (ignoranza o meno circa il corso degli eventi: nel mio caso è ignoranza completa a parte l'andamento generale della Storia), le aperture della varie Parti già ci dice come queste andranno a finire, eppure non per questo la tensione viene meno, anzi... bellissima occasione per approfondire qualcosa che conoscevo poco e male e che meritava di essere saputa... adoro questo tipo di libri, soprattutto quando sono ancorati alla realtà e non "usano" la Storia solo come occasione per dare un po' d'atmosfera!

PS sono circa a pagina 260...
 
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Zingaro di Macondo

The black sheep member
Sono a pagina 60 circa.

Ho letto i tuoi spoiler, Ayu, ma l'ho fatto intenzionalmente, in quanto erano ben indicati:wink:

Condivido le tue considerazioni di massima e anch'io ho una cultura media per quanto riguarda la storia del protestantesimo. Un paio di esami e qualche lettura. Rinfrescare la memoria fa sempre bene e questo romanzo avrà il grande merito di farmi ripassare qualcosina.

Per quel poco che ho letto finora, mi pare che il quadro generale della storia sia assolutamente aderente alla realtà.

Annotazione di carattere formale: si nota chiaramente che è scritto a più mani, credo che i diversi autori si siano alternati alla scrittura divendosi i vari paragrafi. L'inizio è sincopato, quasi un ritmo di guerra che ci conduce dentro il caos nascente della Riforma. Poi si fa leggermente più descrittivo e tranquillo, ma sempre con una tensione di fondo palpabile e aderente al contesto.

Sono ancora all'inizio, troppo presto per farmi un'opinione precisa.

Senz'altro il romanzo è appassionante, scritto a volte bene a volte meno, ma va a sapere chi sono i miei autori preferiti :boh:

Q è personaggio, credo io, totalmente inventato.

Per adesso sono incuriosito.
 
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ayuthaya

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pagina 300 circa, no spoiler

sono nel clou.... mamma mia, che ansia!!! :paura: :mrgreen:
vorrei commentare meglio (ci saranno spoiler) ma ora non ho il tempo... :W
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Sono solo a pagina 80...

Sto leggendo in parallelo Notre Dame de Paris e, proprio in questi giorni, mi sono divertito con le elucubrazioni di Hugo sull'invenzione della stampa.

Sono, circa, le stesse considerazioni che leggo qui.

Lutero ha avuto una cassa di risonanza senza pari grazie, soprattutto, al nuovo strumento della stampa, aiutato anche dal fatto che il "potentato" cattolico non aveva contromisure adatte a bloccare una rivoluzione che non ha capito perchè troppo giovane.

Credo che l'invenzione della stampa a caratteri mobili sia stata la più grande rivoluzione comunicativa di tutti i tempi. Contestualizzando le epoche, molto più di Internet o di tutti i mezzi di comunicazione nati nel XX secolo.

Per la prima volta, come dice Hugo, era la parola a parlare, non più le pietre delle Chiese.
 

ayuthaya

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considerazioni generiche

Allora... per quanto riguarda lo stile, è vero che si sentono le diverse mani, ma a mio parere questo non va a discapito della coerenza o della comprensione, perchè credo che gli autori si siano divisi il compito per "generi"... Intendo dire che quando il nostro amico si trova nei guai, è braccato da ogni parte, ecc ecc... ecco che lo stile è crudo, diretto, le frasi spezzate, si sente l'incalzare degli eventi e il modo di recepirli - da parte del personaggio - senza filtri. Quando invece prevale il racconto, allora c'è come un rilassamento, il testo diventa più lineare e comprensibile, la modalità che prevale è quella del ricordo e, con esso, la riflessione.

Quanto poi (facendo riferimento a un commento di Zingaro direttamente nella mia bacheca) al dubbio circa la coerenza di un certo modo di vivere e raccontare gli eventi se contestualizzati nell'epoca storica (penserebbe/parlerebbe così un uomo del 500?), effettivamente il dubbio è giustificato... Non l'ho percepito in modo esplicito, ma è certo che il protagonista gode di una posizione provilegiata di protagonista/spettatore che sembra scavalcare più di un secolo di storia.
Ad ogni modo l'identità stessa del narratore, nella Prima parte evidentemente secondaria rispetto ai grandi (e "reali") protagonisti degli eventi raccontati, si va delineando meglio nella Seconda Parte... pian piano il personaggio acquista un certo spessore non dico psicologico, ma almeno narrativo... e comincia a pensare/agire non per conto di altri, o comunque "rapito" dal loro grande carisma, ma in modo indipendente.

Certo che questo libro spinge a interrogarsi su tante cose... sulla forza, sul carisma appunto, che avevano alcuni grandi personaggi capaci di avere da una parte uno sguardo attento e lucido quaggiù, ai mali della loro epoca e alle loro possibili cause e soluzioni, dall'altra uno sguardo rivolto lassù... Se è vero che nella Chiesa di quei secoli (almeno fra l'alto clero con annessi e connessi) resta ben poca traccia di una fede "autentica", è anche vero che probabilmente molte correnti considerate (spesso a ragione) eretiche erano mosse, almeno all'inizio, da un sincero anelito divino, da un bisogno di ritrovare la purezza perduta...
E anche qui... i commenti potrebbero proseguire... ci sarebbe da chiedersi come mai, quando sembra ci venga data l'occasione per realizzare i nostri "ideali" (che magari all'inizio erano condivisibilissimi, e ci sembravano ispirati da vera buona fede), improvvisamente il sogno di un rinnovato Eden si infrange e il male torna a farla da padrone... Ecco, al punto in cui sono arrivata adesso, non posso non interrogarmi su queste tematiche, certamente più grandi di me, ma che comunque mi fanno riflettere...

continua... :mrgreen:
 

ayuthaya

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pag. 360, lievi spoiler

è finito il lunghissimo capitolo (in senso metaforico, non narrativo) di Munster... una vera epopea, non c'è che dire. Ci sarebbero molte considerazioni da fare, è evidente che questa parte costituisce il cuore del romanzo, anche se già le prime parole di Eloi - che spostano l'attenzione del narratore sul vero "protagonista" che, da dietro le quinte, manovra tutti come dei burattini, e cioè il Denaro - lasciano intuire che si sta per aprire un nuovo ricco "capitolo" di questa incredibile avventura...
Ho rallentato leggermente per godermi le ultime pagine relative a Munster, ora sono pronta a ripartire! :MUCCA
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
poco dopo la fine del libro primo (pag.150 circa)

Il romanzo è molto interessante. Lo leggo spulciando qua e là il manuale di storia moderna che stava marcendo in cantina. Devo dire che si sta rivelando utile ad un ripasso ben strutturato e divertente.

La storia è scorrevole, è il classico romanzo che si legge d’un fiato, anche se ho un po’ di vertigini per i continui flash back.

Rimane la mia opinione circa una forma poco credibile, i dialoghi mi sembrano totalmente fuori contesto e in un romanzo storico ben fatto come questo è, per me, difetto non da poco.

@Ayu...perdona il ritardo....:HIPP
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Pfeiffer e Muntzer

Più vado avanti con questo bel romanzo e più mi rendo conto che avrei dovuto affrontarlo ripassando prima :W non durante

a volte fatico un po' a capire le varie trame ordite dai personaggi principali, che sono tanti.

Non ricordavo bene, ad esempio, il rapporto tra Pfeiffer e Muntzer. Eccolo spiegato in poche righe, se dovesse servire anche a qualcun altro...


I ceti borghesi rappresentati da Pfeiffer, momentaneamente alleati delle forze popolari, si consideravano già soddisfatti per la sconfitta dell’opprimente oligarchia cittadina, e non mostravano alcuna volontà di mettere a repentaglio i successi già conseguiti: si potrebbe dire che avevano abbracciato, con quattrocento anni d’anticipo, la dottrina del “socialismo in un solo Paese”.
Müntzer e i suoi, al contrario, erano convinti che il modello di Mühlhausen fosse esportabile, e vincente.

(da instoria.it)
 

ayuthaya

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Pag.544, diversi spoiler

Sono diretta verso la fine, spero di concluderlo domani! avevo (ho) molte considerazioni da fare, soprattutto a partire dal passaggio dalla seconda parte alla terza... Proverò a riassumere brevemente*:

ho sentito una certa forzatura nella "trasformazione" di Eloi da anabattista tutto dedito alla comunione dei beni, alla condividione fraterna, alla non belligeranza (così pareva), a truffatore pronto per il colpo del secolo... :? :?? La stessa frase scelta, "voglio combattere la Bestia e fare un mucchio di soldi" racchiude in sè questa contraddizione (e forse è stato fatto apposta quasi a mettere le mani avanti): non era il denaro la Bestia? combattere lo strapotere dei Fugger cercando di truffarli non è un venir meno a tutti i valori che almeno Eloi (benchè non ha mai parlato molto di se stesso) sembrava incarnare?
La verità è che il passaggio narrativo dalla straordinaria esperienza di Munster alla Venezia della Controriforma risente nel suo complesso di una certa forzatura. cambiano le atmosfere, i personaggi, le strategie. Ci sta anche, ma destreggiarsi non è facile: occorreva che il nostro protagonista maturasse un po', capisse come funzionano le cose veramente e soprattutto si facesse un sacco di soldi per poter finanziare l'impresa italiana, per cui è chiaro che bisognava trovare un escamotage.... Ammetto comunque di non aver ancora verificato la veridicità di ciò che riguarda Eloi e la truffa ai danni di Fugger. In ogni caso bellissima l'analisi su come funzionavano veramente le cose, e cioè su chi erano i veri protagonisti di queste terribili lotte politiche/religiose: non certo il popolo, e a ben vedere neanche i potenti, o meglio: i potenti foraggiati da chi aveva il potere di finanziarli. A ben vedere dopo 500 anni le cose non sono molto cambiate...:boh:

Con la terza parte cambia registro... lo stacco secondo me si sente, forse lo avevo letto persino in qualche recensione, ma la ragione non è da attribuire alla molteplicità degli autori, quanto appunto al cambio di contesto che diventa occasione per un vero cambio di prospettiva. Bellissima la descrizione di Venezia, dal punto di vista "fisico" e anche politico... avendo studiato bene come funzionavano le cose ai tempi della Serenissima posso dire che la descrizione del sistema compatto delle magistrature, che rendevano l'intero apparato politico veneziano una maglia inestricabile per chiunque e soprattutto per Roma, è molto veritiera e affascinante.
Contemporaneamente emergono come "individui" il nostro eretico dai mille nomi e il famigerato da Q: da personaggi nascosti si affermano quali nemici che finalmente prendono coscienza, poco alla volta, uno dell'esistenza dell'altro. Questo trasforma il romanzo in un vero e proprio thriller, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti... gli autori ammiccano al lettore: un "testa a testa" che chiuda un romanzo del genere è quello che ci vuole per chudere in bellezza, ma allo stesso tempo non posso fare a meno di pensare che sia appunto una mossa molto "ragionata".... Anche lo stile ne risente: ancora di più sento di essermi discosta dalle atmosfere conquecentesche per approdare a un regolamento di conti fra due nemici che vedrei bene in un thriller contemporaneo. Poco male: mi godo le ultime pagine di questo libro che mi rapisce nel voler sapere "come andrà a finire" e ribadisco che comunque mi sta piacendo moltissimo...

Grazie a Zingaro per le dritte... beato te che devi solo "ripassare"! io non faccio mistero del fatto che la maggior parte di questi fatti non li ho mai neppure studiati... :?? :mrgreen:

*infatti... ho visto!!!!! :mrgreen::mrgreen::mrgreen:
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Io sono solamente a pagina 200 circa e, per il momento, condivido in pieno le tue opinioni.

Il libro è molto bello e pure parecchio istruttivo. L'operazione svolta dagli "anonimi" è quella del classico romanzo che ti trascina dentro la storia, sempre di più, pagina dopo pagina. Difficile staccarsi dalla lettura. E' uno dei pochi libri che ha sconfitto la mia voglia di dormire.

Di solito il sonno vince sulla lettura, ieri sera verso le 23 pensavo che avrei letto ancora 5 minuti e i 5 minuti sono diventati magicamente due ore. Questo deve fare un libro.

Il difetto, invece, è che ci sono diverse "forzature", come dici. Forzature di forma, ma anche di contenuto.

Credo, però, che il voler raccontare una storia così articolata e storicamente ben ricostruita, in così breve spazio, porti in sè qualche fisiologico difetto che sarebbe stato difficile evitare.

Quando leggo un romanzo storico pretendo veridicità e, appena posso, vado a ricercare la correttezza circa l'utilizzo dei termini. Ho cercato di cogliere in castagna gli autori, ma ancora non ce l'ho fatta.
:HIPP (e non credo ce la farò)

Ad esempio, ieri sera quando credevo che il termine "sbirro" fosse fuori contesto, sono andato a controllare. Ho perso e imparato una cosa nuova: la parola ha provenienza medioevale.

E' un romanzo storico vero, di certo non è un "Dan Brown".

Senz'altro da leggere.
 
Stato
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