1° GdL poetico - Ossi di seppia di Montale

Dory

Reef Member
Essendo la mia proposta e avendo comprato da poche settimane la raccolta, parteciperò sicuramente :mrgreen:

Che edizione hai comprato? Io ho la Mondadori con le conchiglie sulla copertina.

L'ho comprata ieri e ne ho letto quasi la metà. Montale è uno dei miei poeti preferiti, almeno lo è stato quando l'ho studiato al liceo, anche se in seguito non ho approfondito.
Ai tempi del liceo avevo un rapporto molto più stretto con la poesia, cosa che durante l'università ho un po' perso preferendo saggi e romanzi, ma che ultimamente sento il bisogno di recuperare.

Di Montale ricordo più di ogni altra Meriggiare pallido e assorto, perché ce la fecero imparare a memoria e perché mi rimasero impresse due immagini che immediatamente mi si formano in testa quando sento o vedo il nome di Montale: un albero in autunno con le foglie marroncine e aranciate che cadono tra la mota e la bruma e un muro con in cima cocci aguzzi di bottiglia.

Quello che più mi piace di Montale è il fondersi del suo sguardo esteriore e interiore con la natura ma unito ad una certa durezza, non so bene come spiegarlo, non mi dà l'idea di uno sguardo molle o indolente, ma piuttosto risoluto, saldo, nonostante i dubbi e l'inquietudine. Amo la sua scelta di vocaboli e le assonanze, i ritmi, che solo lui riesce a creare. Di alcuni vocaboli non ne conosco nemmeno l'esistenza. Tipo, che cosa sono mai (mi vergogno anche un po' a dirlo) 'un'ellera e i suoi corimbi'? (ho studiato anche botanica all'università, ma questi termini non li avevo mai sentiti :oops:)
Infine, Montale aveva un forte legame con il mare. Genovese, vissuto nelle cinque terre, non poteva essere altrimenti.
 

Jessamine

Well-known member
Anche io ho l'edizione Mondadori, quella con Paesaggio marino in copertina :mrgreen:

Ecco, io invece Montale l'ho studiato solo alle medie, perché al liceo non ci siamo arrivati :MM (ma del resto la mia è stata la classe di liceo classico che non ha mai studiato Virgilio :W né la seconda guerra mondiale, perché "siamo indietro, tanto sono cose note, potete studiarla da soli" :W stendiamo un pietosissimo velo).
Però, per quel che ho cercato di recuperare da sola, e per quel che ne ho capito (non sono proprio espertissima di poesia :boh:) Montale mi è sempre piaciuto, l'ho proposto proprio perché magari leggendolo insieme posso imparare qualcosa di più da voi che siete sicuramente più esperti di me :mrgreen:
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
io ho talmente tanta carne al fuoco che non me la sento di prendere un altro impegno...

di sicuro vi seguirò con interesse e magari qualche intervento sporadico lo farò ben volentieri

è sempre un piacere sapere che ci sono ancora persone (giovani direi) che leggono Montale
 

velvet

Well-known member
Partecipo anche io!

Il tempo di recuperare il volume e penso di essere pronta ad iniziare la prossima settimana. :YY
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
cerco di recuperarlo e poi inizio.

Io solitamente le poesie le leggo nell'unico posto che so di non essere disturbata, ma ne leggo al massimo una al giorno, perché hanno bisogno di decantare, come un distillato d'annata e questo di Montale è tra le migliori annate mai prodotte. :)
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
In limine - Godi se il vento ch'entra nel pomario

io ho recuperato l'intera opera in versi di Montale, cofanetto edizioni Einaudi, di cui Ossi di seppia è la prima opera, scritta tra il 1920-1927.
Suddivisa in parti. La prima In limine contiene un'unica poesia.

Godi se il vento ch'entra nel pomario
vi rimena l'ondata della vita:
qui dove affonda un morto
viluppo di memorie,
orto non era, ma reliquiario.

Il frullo che tu senti non è un volo,
ma il commuoversi dell'eterno grembo;
vedi che si trasforma questo lembo
di terra solitario in un crogiuolo.

Un rovello è di qua dall'erto muro.
Se procedi t'imbatti
tu forse nel fantasma che ti salva:
si compongono qui le storie, gli atti
scancellati pel giuoco del futuro.

Cerca una maglia rotta nella rete
che ci stringe, tu balza fuori, fuggi!
Va, per te l'ho pregato,- ora la sete
mi sarà lieve, meno acre la ruggine…

Mi piace la musicalità e il ritmo e l'uso ardito delle parole: pomario/viluppo/reliquario, crogiulo, rovello, scancellati, acre/ruggine e il modo in cui incita questa donna a salvarsi.
 

velvet

Well-known member
cerco di recuperarlo e poi inizio.

Io solitamente le poesie le leggo nell'unico posto che so di non essere disturbata, ma ne leggo al massimo una al giorno, perché hanno bisogno di decantare, come un distillato d'annata e questo di Montale è tra le migliori annate mai prodotte. :)

Era anche la mia idea quella di leggere una poesia al giorno.

Appena ho il libro mi aggrego:)
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Movimenti - I limoni

Seconda parte, Movimenti, che inizia con una poesia celeberrima, I limoni

« Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni.

Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.

Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità. »

Non ho parole di fronte a tanta bellezza, alcuni passaggi mi hanno commosso profondamente, leggere questa oesia è come scendere dentro la propria anima e dentro la propria storia. A che grandezze si può arrivare partendo da un semplice limone, che è tutt'altro che semplice, se è tutta la ricchezza che noi possediamo e che può sciogliere il gelo dentro i nostri cuori. Guardare ai limoni con gli occhi del poeta è guardare la poesia della natura. Che a noi spesso sfugge, così pragmatici, razionali e senza sensi.

 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Movimenti - Corno inglese

ll vento che stasera suona attento -
ricorda un forte scotere di lame -
gli strumenti dei fitti alberi e spazza
l'orizzonte di rame
dove strisce di luce si protendono
come aquiloni al cielo che rimbomba
(Nuvole in viaggio, chiari
reami di lassù! D'alti Eldoradi
malchiuse porte!)
e il mare che scaglia a scaglia,
livido, muta colore
lancia a terra una tromba
di schiume intorte;
il vento che nasce e muore
nell'ora che lenta s'annera
suonasse te pure stasera
scordato strumento,
cuore.

Montale alla finestra, guarda lontano, verso il mare, e pensa alla natura e a sé, pensa anche all'universale con quell'accenno all'Eldorado e ai reami celesti, c'è una malinconia sottile che si stempera nelle metafore e nella musicalità. Anche se la speranza di riaccordare uno strumento scordato, il cuore, c'è sempre, basta che arrivi chi lo sa accordare.
 

Nerst

enjoy member
corno inglese

Bella questa poesia, mi piace l' accostamento cuore e mare.
Quanto può essere uguale al mare il cuore, livido per il dolore, salto per le lacrime, increspato dalle emozioni.
Il cuore sofferente è uno strumento scordato, poiché quando soffre i suoi battiti diventano irregolari.
 

Dory

Reef Member
ll vento che stasera suona attento -
ricorda un forte scotere di lame -
gli strumenti dei fitti alberi e spazza
l'orizzonte di rame
dove strisce di luce si protendono
come aquiloni al cielo che rimbomba
(Nuvole in viaggio, chiari
reami di lassù! D'alti Eldoradi
malchiuse porte!)
e il mare che scaglia a scaglia,
livido, muta colore
lancia a terra una tromba
di schiume intorte;
il vento che nasce e muore
nell'ora che lenta s'annera
suonasse te pure stasera
scordato strumento,
cuore.

Montale alla finestra, guarda lontano, verso il mare, e pensa alla natura e a sé, pensa anche all'universale con quell'accenno all'Eldorado e ai reami celesti, c'è una malinconia sottile che si stempera nelle metafore e nella musicalità. Anche se la speranza di riaccordare uno strumento scordato, il cuore, c'è sempre, basta che arrivi chi lo sa accordare.

Questa poesia mi commuove fino alle lacrime, non sono proprio in grado di commentarla. A dir la verità tutta la raccolta mi riempie di emozioni tumultuose e indescrivibili. L'ho letta tutta e alcune poesie l'ho lette più volte. Ho bisogno di qualche giorno di rilettura e sedimentazione, sperando di riuscire almeno in parte a trovare le parole.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Movimenti - Falsetto

Esterina, i vent'anni ti minacciano,
grigiorosea nube
che a poco a poco in sé ti chiude.
Ciò intendi e non paventi.
Sommersa ti vedremo
nella fumea che il vento
lacera o addensa, violento.
Poi dal flotto di cenere uscirai
adusta più che mai,
proteso a un'avventura più lontana
l'intento viso che assembra l'arciera Diana.
Salgono i venti autunni,
t'avviluppano andate primavere;
ecco per te rintocca
un presagio nell'elisie sfere.
Un suono non ti renda
qual d'incrinata brocca percossa!;
io prego sia
per te concerto ineffabile
di sonagliere.

La dubbia dimane non t'impaura.
Leggiadra ti distendi
sullo scoglio lucente di sale
e al sole bruci le membra.
Ricordi la lucertola
ferma sul masso brullo;
te insidia giovinezza,
quella il lacciòlo d'erba del fanciullo.
L'acqua è la forza che ti tempra,
nell'acqua ti ritrovi e ti rinnovi:
noi ti pensiamo come un'alga, un ciottolo,
come un'equorea creatura
che la salsedine non intacca
ma torna al lito piú pura.

Hai ben ragione tu! Non turbare
di ubbie il sorridente presente.
La tua gaiezza impegna già il futuro
ed un crollar di spalle
dirocca i fortilizi
del tuo domani oscuro.
T'alzi e t'avanzi sul ponticello
esiguo, sopra il gorgo che stride:
il tuo profìlo s'incide
contro uno sfondo di perla.
Esiti a sommo del tremulo asse,
poi ridi, e come spiccata da un vento
t'abbatti fra le braccia
del tuo divino amico che t'afferra.

Ti guardiamo noi, della razza
di chi rimane a terra.


Esterina ha vent'anni, non ha paura del futuro, non sa quello che le aspetta, per questo si immerge nell'acqua e si fa inondare dal sole, per questo può lasciarsi completamente andare alla vita. Qui Montale riesce a pennellare di metafore quella che la bellezza della giovinezza, la non coscienza dell'avvenire, lui osserva e testimonia, ma non dice nulla, sa di essere di un'altra razza, quella che non salpa iù, che non si immerge più nel mare. Un altro capolavoro del poeta, un'altra poesia suggestiva, qui le immagini sono molto intense, descrive molti movimenti, tutto il non verbale di una giovinezza spensierata. Il riso, la scrollata di spalle, il distendersi sulla roccia. Per il momento l'oggi è tutto sole contrapposto all'oscuro domani.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Movimenti - Minstrels

Ritornello, rimbalzi
tra le vetrate d’afa dell’estate.

Acre groppo di note soffocate,
riso che non esplode
ma trapunge le ore vuote
e lo suonano tre avanzi di baccanale
vestiti di ritagli di giornali,
con istrumenti mai veduti,
simili a strani imbuti
che si gonfiano a volte e poi s’afflosciano.

Musica senza rumore
che nasce dalle strade,
s’innalza a stento e ricade,
e si colora di tinte
ora scarlatte ora biade,
e inumidisce gli occhi, così che il mondo
si vede come socchiudendo gli occhi
nuotar nel biondo.

Scatta ripiomba sfuma,
poi riappare
soffocata e lontana: si consuma.
Non s’ode quasi, si respira.
Bruci
tu pure tra le lastre dell’estate,
cuore che ti smarrisci! Ed ora incauto
provi le ignote note sul tuo flauto.

 

velvet

Well-known member
In limine

Arrivato il libro e subito iniziato :YY

In questa prima poesia quello che mi ha colpito è il contrasto tra le prime tre strofe tanto ostiche nelle parole quanto pessimistiche nei concetti (almeno per me...) e l'ultima dove la speranza di salvezza è accompagnata invece da parole meno aspre, che ti raggiungono veloci, immediate.

Cerca una maglia rotta nella rete
che ci stringe, tu balza fuori, fuggi!
Va, per te l'ho pregato,- ora la sete
mi sarà lieve, meno acre la ruggine…


Brava Elisa, che le scrivi tutte... :ad:
 

velvet

Well-known member
I limoni

Questa poesia l'ho adorata subito.

E' stato facile per me comprendere come il poeta veda nei limone la bellezza della natura, della vita, l'astrazione dal grigiore che ci circonda.

Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità


Questo è quello che provo ogni volta che torno nella mia terra, la patria dei limoni, quando sono lì tra profumi, visioni e ricordi, e penso a quanto è meraviglioso e poetico ciò che ci circonda.
Ovviamente non potrei mai esprimerlo in questo modo superbo... :wink:
 
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