Brandy Alexander
New member
Johannesburg, 2016
La città è dominata dalla delinquenza.
La polizia si affida a dei robot per combattere il crimine.
Un giovane scienziato sta lavorando a un nuovo tipo di robot androide in grado di pensare e decidere da solo.
Lo scienziato viene rapito da una strana gang cyberpunk, e con lui il prototipo del robot, che viene così educato, istruito e sfruttato dai banditi per scopi criminali.
“Chappie” , titolo originale del film, è il nome che i criminali affibbiano da subito al robot, il quale viene praticamente cresciuto come un figlio da una madre e un padre fuorilegge.
Chappie passerà attraverso le varie fasi di infanzia, adolescenza ed età adulta, come un essere umano.
Quando un film di science fiction, o un horror (come nel caso del Sudcoreano “The Host”) riesce ad essere commovente e toccante vuol dire che siamo di fronte a qualcosa di straordinario.
Neil Blomkamp, già regista del notevole “District 9” ha prodotto qui il suo film migliore, senza dubbio un’ opera imperdibile.
Attori perfetti (Sigourney Weaver, in una piccola parte), colonna sonora densa e coinvolgente di Hans Zimmer che non sbaglia un colpo, e i due protagonisti – non attori professionisti ma una coppia di gangsta rapper sudafricani- impressionanti.
Miglior film di fantascienza degli ultimi dieci anni.
Blomkamp - dopo R. Scott, Cameron, Fincher, Jeunet- con tutta probabilità dirigerà il nuovo capitolo della saga “Alien”. Se lo merita.
La città è dominata dalla delinquenza.
La polizia si affida a dei robot per combattere il crimine.
Un giovane scienziato sta lavorando a un nuovo tipo di robot androide in grado di pensare e decidere da solo.
Lo scienziato viene rapito da una strana gang cyberpunk, e con lui il prototipo del robot, che viene così educato, istruito e sfruttato dai banditi per scopi criminali.
“Chappie” , titolo originale del film, è il nome che i criminali affibbiano da subito al robot, il quale viene praticamente cresciuto come un figlio da una madre e un padre fuorilegge.
Chappie passerà attraverso le varie fasi di infanzia, adolescenza ed età adulta, come un essere umano.
Quando un film di science fiction, o un horror (come nel caso del Sudcoreano “The Host”) riesce ad essere commovente e toccante vuol dire che siamo di fronte a qualcosa di straordinario.
Neil Blomkamp, già regista del notevole “District 9” ha prodotto qui il suo film migliore, senza dubbio un’ opera imperdibile.
Attori perfetti (Sigourney Weaver, in una piccola parte), colonna sonora densa e coinvolgente di Hans Zimmer che non sbaglia un colpo, e i due protagonisti – non attori professionisti ma una coppia di gangsta rapper sudafricani- impressionanti.
Miglior film di fantascienza degli ultimi dieci anni.
Blomkamp - dopo R. Scott, Cameron, Fincher, Jeunet- con tutta probabilità dirigerà il nuovo capitolo della saga “Alien”. Se lo merita.
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