Hell's Kitchen è un quartiere povero e degradato di Manhattan i cui abitanti, di ogni tipo ed etnia, sono abituati a ricorrere ad espedienti e a contravvenire alla legge pur di sopravvivere. A Hell's kitchen non c'è niente di strano se una coppia litiga furiosamente e in continuazione di fronte ai figli; a Hell's kitchen è rara la famiglia di cui almeno un componente non sia stato in galera e bambini e ragazzi hanno la strada come vera casa. Non fanno eccezione Lorenzo Carcaterra (soprannominato "Shakes"), Michael Sullivan, John Reilly e Tommy Cohen Marcano, protetti, più che dai loro genitori, da un prete (Robert De Niro) e da un malavitoso (Vittorio Gassman). In un modo o nell'altro, sembra che i quattro riescano sempre a cavarsela; ma un giorno, mentre tentano con un'astuta manovra di saccheggiare il carrello degli hot dog di un povero diavolo, la loro sorte cambierà per sempre.
Un film che sin dall'inizio coinvolge lo spettatore immergendolo dapprima in un'atmosfera tristemente caotica ma a suo modo vitale, per giungere, tuttavia, quasi subito al racconto crudo e doloroso, quasi insostenibile delle angherie subite dai ragazzi in riformatorio, fino al salto temporale che li vede adulti e, ognuno a suo modo, cambiati; ciascuno di loro ha seguito una strada diversa, ma il passato e le ferite inguaribili che ancora li legano sono più forti del presente. La prima parte è talmente dolorosa che spesso mi è venuto il desiderio di cambiare canale, invece vale la pena di resistere e di vedere la seconda che, in un certo senso, chiude il cerchio, purtroppo lasciando indelebili punti in sospeso ma, in ogni caso, alleviando il pugno nello stomaco e persino commuovendo. Bellissimo cast, bravissimi attori; mi ha incuriosito la figura di Minnie Driver, che, come in Will Hunting, recita la parte della donna un po' "trasgressiva", unica in mezzo ad un gruppo di uomini.
Da vedere...per stomaci forti
Un film che sin dall'inizio coinvolge lo spettatore immergendolo dapprima in un'atmosfera tristemente caotica ma a suo modo vitale, per giungere, tuttavia, quasi subito al racconto crudo e doloroso, quasi insostenibile delle angherie subite dai ragazzi in riformatorio, fino al salto temporale che li vede adulti e, ognuno a suo modo, cambiati; ciascuno di loro ha seguito una strada diversa, ma il passato e le ferite inguaribili che ancora li legano sono più forti del presente. La prima parte è talmente dolorosa che spesso mi è venuto il desiderio di cambiare canale, invece vale la pena di resistere e di vedere la seconda che, in un certo senso, chiude il cerchio, purtroppo lasciando indelebili punti in sospeso ma, in ogni caso, alleviando il pugno nello stomaco e persino commuovendo. Bellissimo cast, bravissimi attori; mi ha incuriosito la figura di Minnie Driver, che, come in Will Hunting, recita la parte della donna un po' "trasgressiva", unica in mezzo ad un gruppo di uomini.
Da vedere...per stomaci forti