Explicit

bouvard

Well-known member
Salvo mie sviste in questo Forum c'è un 3d per riportare gli incipit più belli, incisivi o che semplicemente ci hanno colpiti, ma non ce n'è uno sugli explicit, sui finali, le chiusure più belle o enigmatiche (nel caso ci sia già ed io sono orba per non averlo visto :? semplicemente accorpate le discussioni).
Inizio con uno dei finali più enigmatici:

"Fa freddo nello scriptorium, il pollice mi duole. Lascio questa scrittura, non so per chi, non so più intorno a cosa: stat rosa pristina nomine,nomina nuda tenemus".

Il nome della rosa - U. Eco
 
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c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Ahahah! Ci avevo pensato proprio ieri anch'io, poi per pigrizia ho lasciato perdere. Ottima discussione Bouvard.
Mi iscriverò sicuramente.
 
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Jessamine

Well-known member
Bella discussione! Ci sono un sacco di "ultime righe" bellissime, ma per ora mi viene in mente soprattutto il finale del racconto "I costruttori", ultimo della raccolta "Undici solitudini" di Yates. Io lo trovo splendido, ed è perfetto in chiusura di una raccolta simile.

E dove sono le finestre? Da dove entra la luce?
Bernie, vecchio amico, perdonami, ma per questa domanda non ho la risposta. Non sono nemmeno sicuro che questa particolare casa abbia delle finestre. Forse la luce deve cercare di penetrare come può, attraverso qualche fessura, qualche buco lasciato dall'imperizia del costruttore. Se è così, sta' sicuro che il primo ad esserne umiliato sono proprio io. Dio lo sa, Bernie, Dio lo sa che una finestra ci dovrebbe essere da qualche parte, per ciascuno di noi.
 

bouvard

Well-known member
"Ora che ho visto cos'è la guerra, cos'è guerra civile, so che tutti, se un giorno finisse, dovrebbero chiedersi: - E dei caduti che facciamo? perché sono morti? - Io non saprei cosa rispondere. Non adesso, almeno. Né mi pare che gli altri lo sappiano. Forse lo sanno unicamente i morti, e soltanto per loro la guerra è finita davvero".


La casa in collina - Cesare Pavese
 
V

Valentina992

Guest
Ciao!
Hai aperto una discussione davvero interessante. Non a caso tra i miei brani preferiti di letture c'è sicuramente l'explicit di "L'amante" (Marguerite Duras) che ora condivido con piacere con voi:

"Anni e anni dopo la guerra, dopo i matrimoni, i figli, i divorzi, i libri, era venuto a Parigi con la moglie. Le aveva telefonato. Sono io. Lei l’aveva riconosciuto dalla voce. Le aveva detto, volevo solo sentire la tua voce. Lei aveva detto, ciao, sono io. Era intimidito, aveva paura come prima, la voce improvvisamente gli tremava e in quel tremito, improvvisamente, lei aveva ritrovato l’accento cinese. Sapeva che aveva iniziato a scrivere dei libri, l’aveva saputo dalla madre che aveva rivisto a Saigon. E anche del fratello minore, che era stato male per lei. E poi sembrava che non avesse altro da dire. E poi glielo aveva detto. Le aveva detto che era come prima, che l’amava ancora, che non avrebbe mai potuto smettere d’amarla, che l’avrebbe amata fino alla morte. "
 

Grantenca

Well-known member
Bellissima idea!!!!!

Rosa Tea sollevò un lembo della coperta e si denudò il petto. "Su, prendete" disse. Gli si fece più vicino e gli passò una mano sotto la testa. "Qui, qui, così". Con la mano gli sosteneva la testa e le sue dita lo carezzavano delicatamente tra i capelli. Ella si guardava attorno, e le sue labbra sorridevano, misteriosamente.

(Furore - J. Steinbeck)
 

Volgere Altrove

New member
Ciao!
Hai aperto una discussione davvero interessante. Non a caso tra i miei brani preferiti di letture c'è sicuramente l'explicit di "L'amante" (Marguerite Duras) che ora condivido con piacere con voi:

"Anni e anni dopo la guerra, dopo i matrimoni, i figli, i divorzi, i libri, era venuto a Parigi con la moglie. Le aveva telefonato. Sono io. Lei l’aveva riconosciuto dalla voce. Le aveva detto, volevo solo sentire la tua voce. Lei aveva detto, ciao, sono io. Era intimidito, aveva paura come prima, la voce improvvisamente gli tremava e in quel tremito, improvvisamente, lei aveva ritrovato l’accento cinese. Sapeva che aveva iniziato a scrivere dei libri, l’aveva saputo dalla madre che aveva rivisto a Saigon. E anche del fratello minore, che era stato male per lei. E poi sembrava che non avesse altro da dire. E poi glielo aveva detto. Le aveva detto che era come prima, che l’amava ancora, che non avrebbe mai potuto smettere d’amarla, che l’avrebbe amata fino alla morte. "

Non ricordavo questo epilogo, pur di un libro che avevo solo sfiorato e che non mi attirava.
Pero' è un epilogo bellissimo, struggente.
Rimanda a Marquez, a Mutis...
davvero struggente.
Volgere Altrove
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Bellissima idea!!!!!

Rosa Tea sollevò un lembo della coperta e si denudò il petto. "Su, prendete" disse. Gli si fece più vicino e gli passò una mano sotto la testa. "Qui, qui, così". Con la mano gli sosteneva la testa e le sue dita lo carezzavano delicatamente tra i capelli. Ella si guardava attorno, e le sue labbra sorridevano, misteriosamente.

(Furore - J. Steinbeck)
Uno dei finali più sconvolgenti della storia della buona letteratura. Ma non solo, tutto quello che viene prima di quell'explicit è davvero di un altro livello.
 

Dallolio

New member
Delirante e enigmatico finale, che vorrei che fosse la fine stessa della mia esistenza:

"Non era quella la colonna che abbiamo incontrato nel sogno? Dove andiamo, mia astrazione con zoccoli e coda? Andiamo verso l'occhio destro della palude, oltre la chioma, verso il luogo dell'ecpirosi? Spiegami tu mia astrazione, viaggiamo, tu, io, la reggia, le carte degli antenati verso una dannazione, verso la suprema, perfetta luminaria?"

Giorgio Manganelli, La Palude definitiva.
 

Tanny

Well-known member
Dei finali a me piace moltissimo quello de I Miserabili di V. Hugo, tanto che l'ho messo come firma nel forum...
Ei dorme. Sebben strana fosse con lui la sorte,
Vivea. L'angel suo sparve, ed egli venne a morte.
Così, semplicemente, la vita sua finì,
Come la notte scende, quando tramonta il dì.

:sbav:
 

ariano geta

New member
La città è lontana. Me ne giunge, a volte, nella calma del vespro, il suono delle campane. Ma ora quelle campane le odo non piú dentro di me, ma fuori, per sé sonare, che forse ne fremono di gioja nella loro cavità ronzante, in un bel cielo azzurro pieno di sole caldo tra lo stridío delle rondini o nel vento nuvoloso, pesanti e cosí alte sui campanili aerei. Pensa alla morte, a pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane. Io non l'ho piú questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi: vivo e intero, non piú in me, ma in ogni cosa fuori.

(Uno nessuno e centomila, di Luigi Pirandello)
 

bouvard

Well-known member
"Mendel si addormentò. Si riposò così dal peso della felicità e dalla grandezza dei miracoli".


Giobbe - J. Roth
 

Spilla

Well-known member
Bellissima discussione, sto likkando tutti i finali dei libri che ho letto , ma non è che gli altri siano meno belli!!! :YY
 

bouvard

Well-known member
Explicit con SPOILER

"Egli cadde nell'ottobre del 1918, in una giornata così calma e silenziosa su tutto il fronte, che il bollettino del Comando Supremo si limitava a queste parole: "Niente di nuovo sul fronte occidentale".
Era caduto con la testa in avanti e giaceva sulla terra, come se dormisse. Quando lo voltarono si vide che non doveva aver sofferto a lungo: il suo volto aveva un'espressione così serena, quasi che fosse contento di finire così".


Niente di nuovo sul fronte occidentale - E.M. Remarque
 
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