London, Jack - La peste scarlatta

estersable88

dreamer member
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Quarta di copertina (ed. Adelphi 2009):
Nell’anno 2013, in un mondo dominato dal Consiglio dei Magnati dell’Industria, scoppia un’epidemia che in breve tempo cancella l’intera razza umana. Sessant’anni dopo, nello scenario post-apocalittico di una California ripiombata nell’età della pietra, un vecchio, uno dei pochissimi superstiti (e a lungo persuaso di essere l’unico), di fronte a un pugno di ragazzi selvaggi – i nipoti degli altri scampati – riuniti intorno a un fuoco dopo la caccia quotidiana, racconta come la civiltà sia andata in fumo allorché l’umanità, con il pretesto del morbo inarrestabile, si è affrettata a riportarsi con perversa frenesia a stadi inimmaginabili di crudeltà e barbarie. La peste scarlatta è uno dei grandi testi visionari di Jack London, che qui ancora una volta anticipa temi che, un secolo dopo, diventeranno ossessivi.
Finora non avevo letto niente di Jack London. Sentendo il peso della mia ignoranza, ho deciso di avvicinarmi a quest'autore con un romanzo breve che, dalla trama, mi sembrava interessante. Le mie aspettative sono state soddisfatte! Non sono un'appassionata di fantascienza, ma questo libro mi è piaciuto: è scritto in modo scorrevole, comprensibile, consequenziale. L'idea del racconto orale che il vecchio superstite fa ai nipoti selvaggi è, secondo me, vincente perché permette di seguire e comprendere la storia passo dopo passo. Il tema, di per sé, non era nuovo nemmeno ai tempi dell'autore: basti pensare a titoli come "La nube purpurea" o "l'ultimo uomo" precedenti a questo libro, ma la California, stando a quanto ho letto in giro, è il territorio di London e si può quindi dire che questo libro apra il filone della fantascienza post-apocalittica californiana.
Al di là delle classificazioni, questo Jack London visionario e profetico l'ho molto apprezzato quindi credo che lo leggerò ancora.
 

Cold Deep

Vukodlak Mod
Un romanzo d'avanguardia di fantascienza apocalittica, di spessore maggiore rispetto al più rinomato Nube purpurea di Shiel secondo me.
 

Spilla

Well-known member
Ci sono spoiler:

Piccolo libro denso di significato. Ed estremamente pessimista: riuscirebbe la civiltà a sopravvivere qualora gli esseri umani, ridotti drasticamente di numero, si trovassero nuovamente a fare i conti con le pure esigenze della sopravvivenza? La risposta di London è negativa, ma il finale apre uno spiraglio ad una possibile speranza.
Interessante.
 

qweedy

Well-known member
Questo racconto del 1912 è un piccolo gioiello! Un libro profetico.
Jack London definisce la sua opera pseudoscientifica (il termine sciencefiction non esiste ancora), e l'estinzione del genere umano è provocata da un germe. La peste scarlatta è un racconto orale, fatto dal nonno ai nipoti, con molte perle di saggezza: così alla domanda «Che cos’è istruzione?», Labbro Leporino esclama: «Chiamare scarlatto il rosso». Così quando il nonno vuole spiegare a cosa servano le università: «Ricordi quando tuo padre ti ha insegnato a nuotare?» dice il vecchio. «Ebbene,
all’Università ... insegnavamo ai giovani... a pensare». Il pensiero come nuoto. La mente immersa nell’oceano del pensiero, sconfinato, sempre in movimento, impara a
destreggiarsi nel suo elemento vivido, vitale.
Mi stupisce l'esattezza dei calcoli indicati in questo racconto: otto miliardi di abitanti la terra nel 2010, diciassette milioni nella sola New York, sono cifre assai vicine alla realtà.
 
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