Garrone, Matteo - Il racconto dei racconti

alessandra

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ATTENZIONE SPOILER

Tre storie parallele, le storie di tre regni che apparentemente non hanno niente in comune l’uno con l’altro, in realtà uniti da un filo sottilissimo. Storie tratte dalla raccolta Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, storie barocche, cupe, grottesche. Nella prima, “La cerva”, una bellissima e triste Salma Hayek è disperata perché non riesce ad avere un figlio. Per averlo dovrà pagare un prezzo altissimo e vivrà divorata dalla possessività nei suoi confronti. La seconda, “La vecchia scorticata”, è la più patetica e quella che suscita maggiori riflessioni, la più bella secondo me: racconta di due vecchie serve che, avvicinate per caso dal loro re dominatore e lussurioso che, non vedendole, le crede giovani, si fingeranno tali e poi faranno di tutto per diventarlo. Nella terza, “La pulce”, il re è un eterno bambino che alleva con amore, appunto, una pulce, ma si disinteressa totalmente della figlia, bramosa di uscire dalle mura del castello e di vivere finalmente una vita.
L’ultimo Cineforum di FL, da cui copio di seguito parte del mio commento, è dedicato alla visione di questo film ed è ancora aperto.
Questo è un film particolare, un fantasy un po’ noir tratto dalla raccolta di fiabe “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile. Sono fiabe bellissime (anche se non le ho lette, non credo che Garrone abbia modificato più di tanto la trama), che, a loro modo, esplorano una vasta gamma di sentimenti umani, per lo più non proprio nobili o, comunque, eccessivi; personalmente non le ritengo adatte ai bambini perché troppo inquietanti. La regina impersonata da Salma Hayek vive in modo ossessivo la maternità: prima quando il figlio non vuole arrivare, poi, dopo che arriva (a caro prezzo), è patologicamente gelosa dell’affetto che lui prova per il “fratellastro”, nato da una vergine che ha cucinato lo stesso cuore di drago mangiato dalla regina, dietro istruzioni di un negromante, per restare incinta. La storia di Viola, "La pulce", è altrettanto fantasiosa, forse anche di più, soprattutto nella rappresentazione del personaggio del padre, chiuso nella sua perenne infanzia e apparentemente poco interessato alle sorti della figlia ma, allo stesso tempo, anch’egli tanto possessivo da fare di tutto perché lei non lasci il castello.
“La vecchia scorticata” è la storia che mi ha colpito di più, la più affascinante forse, paradossalmente, proprio per la sua crudeltà. Devo dire che, in alcuni punti, mi ha irritato perché l’ho trovata un po’ maschilista … le due sorelle anziane sono rappresentate in modo grottesco e patetico, come se, essendo vecchie, brutte e oltretutto povere, non avessero diritto ad una vita.
Tre re, ciascuno a suo modo, egoisti e possessivi, la cui crudeltà, quasi in tutti e tre i casi, si ritorcerà contro se stessi, come in ogni fiaba che si rispetti, anche nera.:mrgreen:
Mi è piaciuto tantissimo, è un film originale, diverso, crudele, ripeto grottesco, fantasioso, onirico, geniale nella storia e nelle trovate, e non ci si annoia nemmeno per un secondo; ben rappresentate e inquietanti a sufficienza anche le atmosfere di corte.
Un film profondo per la sua rappresentazione del lato oscuro dell'essere umano, portato all'estremo ma non all'impossibile ed esternato come nella vita "normale" non avviene o, perlomeno, non in questo modo; profondo e intelligente per il realismo di situazioni e sentimenti trasportati in un contesto assolutamente irreale, con i due aspetti - reale e assurdo - opportunamente dosati. Garrone ha fatto un gesto azzardato nel girarlo ma, secondo me, è stato un esperimento riuscito.
Non mi è piaciuto Vincent Cassel ma soprattutto il suo doppiatore che, scopro ora, era Pierfrancesco Favino che di solito mi piace … che delusione!!!
Non ho individuato né Ceccherini né Alba Rohrwacher, ma sono curiosa di sapere chi interpretano ...
 
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Minerva6

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Finalmente l'ho visto anche io l'altra sera, mi ero incuriosita dopo aver letto la spassosa recensione di Alessandra nel Cineforum :mrgreen: (metto il link perché qui non è completa :wink: http://www.forumlibri.com/forum/tut...acconto-dei-racconti-di-matteo-garrone-2.html).

Alla fine le due ore sono passate piacevolmente, temevo di annoiarmi invece non è successo (io ho problemi con i film più lunghi di un'ora e 20/30 e di solito li spezzo in 2/3 volte).

Inutile aggiungere altro dopo la completa recensione di ale, voglio solo scrivere qualcosa sui dettagli: io invece Ceccherini e la Alba li avevo riconosciuti fin dall'inizio. Per la scena finale avevo addirittura pensato che il funambolo fosse il loro figlio (sopravvissuto), quello che aveva salvato la principessa dall'orco, perciò lei alza gli occhi al cielo sorridendo...
Sul ruolo e sul doppiaggio di Cassell ho da ridire anche io, non avevo riconosciuto Picchio Favino che però stimo molto, mentre Vincent come attore e come uomo non mi è mai piaciuto :boh:.
L'attore che interpreta il padre di Viola è perfetto nei ruoli così strani, l'avevo già visto in una serie nella parte di uno scienziato pazzo.
Non so decidere quale delle 3 storie ho preferito perché visto che non sono separate mi hanno intrigata tutte e 3. Di certo quella che resta più impressa è La vecchia scorticata :paura:.
 

alessandra

Lunatic Mod
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Inutile aggiungere altro dopo la completa recensione di ale, voglio solo scrivere qualcosa sui dettagli: io invece Ceccherini e la Alba li avevo riconosciuti fin dall'inizio. Per la scena finale avevo addirittura pensato che il funambolo fosse il loro figlio (sopravvissuto), quello che aveva salvato la principessa dall'orco, perciò lei alza gli occhi al cielo sorridendo...
Sul ruolo e sul doppiaggio di Cassell ho da ridire anche io, non avevo riconosciuto Picchio Favino che però stimo molto, mentre Vincent come attore e come uomo non mi è mai piaciuto :boh:.

Io non li ho riconosciuti nemmeno rivedendoli, ma non faccio testo :mrgreen:
Bella interpretazione per la scena finale :wink:
Anch'io stimo Favino, infatti ci sono rimasta male quando ho scoperto che il doppiatore era lui...
 
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