Calvino, Italo - L'entrata in guerra

f.melillo

Federico
io ho letto questo racconto di italo calvino intitolato l'entrata in guerra e in mezzo c'è questa metafora che io reputo a mio parere bellissima: " era stata una disgrazia, niente di più, il bambino aveva urtato nel buio quella pentola, a pochi passi da sua madre. Ma la guerra dava una direzione, un senso generale all'irrevocabilità idiota della discgrazia fortuita, solo indirettamente imputabile alla mano che aveva abbassato la leva della corrente alla centrale, al pilota che ronzava invisibile nel cielo, all'ufficiale che gli aveva segnato la rotta, a Mussolini che aveva deciso la guerra...


Cosa ne pensate???
 
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bludemon

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uhmmm così senza paesaggio intorno... nn mi è molto chiaro il discorso.. o meglio... in k kontesto è la frase...?
 
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f.melillo

Federico
tt qui

ragazzi è semplicemente una frase presa da questo racconto di calvino in cui lui è il protagonista e descrive la sua esperienza in piazza a roma quando mussolini decise ke l'italia dovette entrare in guerra tt qui... volevo condividerla con voi perchè è trop bella cm frase.
 

bludemon

New member
nn lo metto in dubbio... ma a te la frase è rimasta impressa nel contesto del libro :) per me può essere una bella frase ma in un contesto neutrale.. eh eh niente di più... :))))))
 

Masetto

New member
Ma non è una metafora... vuol dire che la morte fortuita di questo bambino, senza la confusione causata dai bombardamenti, non ci sarebbe stata, e che quindi, benchè indirettamente, Mussolini e tutti quelli che han voluto la guerra (per i loro fini, non certo per il bene degli italiani) ne sono responsabili.

E' bello come racconto :D . Hai letto anche gli altri due di Calvino sui primi tempi della guerra? "Fascisti a Mentone" e "Le notti dell'UNPA" si chiamano, se non ricordo male... "Fascisti a Mentone" dei tre è il migliore secondo me.
 
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elisa

Motherator
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anche io ho letto questo racconto di Calvino e la frase in particolare non la ricordo, ma so di certo che calvino come tanti grandi scrittori russi, ha delle frasi di cui ci si innamora e che sono talmente belle che ritorneresti a leggerle migliaia di volte e ogni volta ti lasciano sottili emozioni. Sono frasi colorate, ritmiche e piene di profumi. Grande calvino
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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E' una raccolta di tre racconti

E' una raccolta di tre racconti uscita per la prima volta nel 1954, in cui l'io narrante è lo stesso Calvino all'età di 16/17 anni.

Il primo dà il titolo alla raccolta, il secondo è Gli avanguardisti a Mentone, il terzo è Le notti dell'UNPA.

L'entrata in guerra segna per l'adolescente Italo l'entrata in un'età più matura e consapevole in cui si rende anche meglio conto di ciò che sta succedendo intorno a lui in Italia e non solo.

Il mio preferito è stato il secondo racconto che si svolge in Francia nel 1940, perché l'allora avanguardista Calvino prende le distanze dall'ideologia fascista, seguita in quegli anni da tutti, rifiutandosi di saccheggiare le case abbandonate a costo di passare per codardo di fronte ai suoi amici e ai suoi superiori.
 
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Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Ma non è una metafora... vuol dire che la morte fortuita di questo bambino, senza la confusione causata dai bombardamenti, non ci sarebbe stata, e che quindi, benchè indirettamente, Mussolini e tutti quelli che han voluto la guerra (per i loro fini, non certo per il bene degli italiani) ne sono responsabili.

E' bello come racconto :D . Hai letto anche gli altri due di Calvino sui primi tempi della guerra? "Fascisti a Mentone" e "Le notti dell'UNPA" si chiamano, se non ricordo male... "Fascisti a Mentone" dei tre è il migliore secondo me.

Concordo su tutto :wink:!
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
L'entrata in guerra, Gli avanguardisti a Mentone e Le notti dell'Unpa raccontano dalla viva voce del protagonista adolescente quella che è la guerra dal suo inizio fino ai primi bombardamenti e alla liberazione di Mentone. Gli occhi sono quelli di un ragazzino che non crede a Mussolini, non crede nella retorica fascista e soprattutto nella guerra e nonostante appartenga per età e per obbligo ai giovani che partecipano alle innumerevoli manifestazioni del periodo guarda con occhio critico, realistico ed ironico quello che gli succede intorno. Adoro questo periodo dello scrittore, lo trovo lineare e nello stesso tempo intenso e mai banale.
 
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