Serrano, Marcela - Il giardino di Amelia

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Cile, anni ottanta, sotto la dittatura del generale Pinochet. Un giovane sovversivo, Miguel Flores, sospettato di svolgere attività rivoluzionarie, viene mandato al confino in un paese nei pressi di una grande tenuta, La Novena, di proprietà di una ricca latifondista, Amelia...(da Ibs)

Di questa autrice avevo già letto ed apprezzato molto Arrivederci piccole donne, ho deciso di leggerne un altro e quest'ultimo romanzo della Serrano (2016) mi si è parato davanti in offerta in versione ebook, quindi ne ho approfittato. E ho fatto il bis! E' stato un altro libro coinvolgente ed appagante nonostante il finale potrebbe apparire un po' banale e scontato, ma non importa, è la storia in sé che ha saputo interessarmi e tenermi incollata alle pagine come mi succedeva con la Allende. Lo consiglio a chi ama il genere e tutto ciò che riguarda quel tragico periodo storico in Cile.
E' impossibile non affezionarsi ai due protagonisti principali e al loro profondo rapporto di "amicizia" nonostante le differenze tra i due dovute più che altro al modo in cui sono cresciuti. Le loro conversazioni sono sempre brillanti ed interessanti. Anche le parti più crude e tristi sono descritte in maniera da non risultare fastidiose, ma da far avvicinare maggiormente il lettore ai personaggi.

La protagonista femminile, Amelia, dice che non le piace la Chiesa e non si fida ma ha un rapporto intenso con Dio perché lui gli è simpatico e lei sta simpatica a lui, senza scervellarsi per i suoi precetti... se fossi sicura che anche io gli stessi simpatica ricambierei volentieri :wink:.
Si parla spesso di libri ed autori e ad un certo punto Miguel dice che uno scrittore deve essere capace di farsi da parte, non può esprimere opinioni, ma qui non sono d'accordo, mi piace sapere quello che pensa chi scrive; senza esagerare, ma ci vuole anche il coinvolgimento emotivo altrimenti secondo me non c'è riscontro nel lettore.

Credo che le grandi passioni siano solo un surrogato dell'incapacità di vivere una vita semplice e onesta

Imparo più cose sulla natura umana dai romanzi che dalle creature in carne ed ossa


L'ottimismo è roba da pigri, annebbia la capacità di osservazione; chi si dichiara felice non riesce a vedere, è obnubilato. La felicità non esiste, se la sono inventata solo per risparmiare le forze, per abbassare il livello della curiosità. E quando arriva una disgrazia, crollano rovinosamente. Se invece tieni gli occhi aperti, riesci ad affrontare le avversità e comprendi che cosa è necessario e che cosa inevitabile.

Inorridito nell'orrore, rassegnato nella rassegnazione...

Mi scende una lacrima ogni volta che sento L'Internazionale
 
Ultima modifica:

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Mi ero dimenticata di nominare Elizabeth Gaskell e il suo romanzo Mary Barton che viene citato qui e letto da entrambi i protagonisti... Ora sono curiosa di leggerlo anch'io :wink:. Qualcuno lo conosce?
 

Meri

Viôt di viodi
Primo romanzo dell'autrice che leggo. Scrive in modo semplice e lineare. Molto piacevole.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Possibili spoiler

Minerva, se non sei simpatica tu a Dio, ammesso che ci sia, chi dovrebbe esserlo? :D
Ho appena finito Il giardino di Amelia, l'ho divorato dopo un lungo periodo di separazione dalla Serrano. Gli ultimi suoi libri mi erano piaciuti meno dei primi, perciò l'avevo abbandonata, invece con questo libro mi sono ricreduta. La sua sensibilità, la capacità di scavare nell'animo umano, soprattutto delle donne, l'uso fluido e sapiente delle parole e l'accorato coinvolgimento riguardo alla situazione politica del Cile - in questo caso si parla di torture durante la dittatura, peraltro nei confronti di un'innocente - ci sono sempre. In più, posso dire di aver trovato una Serrano più "matura", più riflessiva e, stavolta, un romanzo non solo al femminile.
Grandi personaggi Amelia e Sybil e, a suo modo, anche Miguel. Il finale è un po' eccessivo, ma si può perdonare.
Un romanzo a tratti commovente, intriso di passione in tutti i sensi, ma anche di delicatezza. Fa riflettere su quanto sia labile il confine tra bene e male e stupisce, oggi che siamo tutti pronti a darci addosso l'un l'altro e ad aggredirci a vicenda anche per sciocchezze, il modo in cui viene sottolineato il valore del perdono, anche in casi estremi.
Amelia scherza su Dio, ma il suo modo di vivere la religione è quello più onesto e umano.
 

francesca

Well-known member
Libro che scorre via veloce, piacevolmente, grazie allo stile semplice, lineare della Serrano. Leggere i suoi libri è come bere acqua fresca (lo dico in senso positivo), riposante, la sua lettura rinfresca l’anima.
Non fa eccezione nemmeno questo libro che pur tratta una vicenda dolorosa, di amore e tradimento, di tortura e di perdono, sul finire della dittatura cilena.
Però il libro non mi ha convinto fino in fondo.
Mi è sembrato che la Serrano avesse una storia, una bella storia ma che abbia piegato i personaggi al servizio di questa. Nel senso che ho trovato i personaggi completamente inverosimili, quasi tutti, così costruiti a tavolino da risultarmi francamente antipatici. Amelia prima fra tutti. In ognuno di loro ho ritrovati binomi così scontati da rendermi molto critica: Amelia ricca ma piena di sensibilità e comprensione per il povero confinato comunista, credente ma scherzosamente blasfema, eccentrica ma semplice. Miguel comunista ma che soffre il senso di inferiorità per quella borghesia che dovrebbe odiare... Tutte sfaccettature plausibili, ma ogni personaggio mi è sembrato un tale concentrato di luoghi comuni che non sono riuscita ad affezionarmi a nessuno di loro.


Francesca
 
Alto