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Scusate ragazzi, io riprenderò la lettura lunedì.
Un imprevisto familiare mi ha impegnato senza riserve. Papa' operato, ma nulla di grave e tutto risolto.
Sono ferma. Blocco del lettore. Ma anche tanto da fare.
Riprendo di sicuro, ma lentamente.
Sono a un terzo circa, la settimana scorsa purtroppo non ho potuto leggere una sola pagina.
Lagorio se ne va e lascia i vecchi amici, quasi tutti uguali e quasi tutti nelle stesse pose.
Qualcuno vorrebbe dirgli una parola di commiato, ma non lo fa. Nessuno fa mai niente e tutti parlano di procedure assurde e inutili. La fortezze è fatta di fastidiosi gocciolii di cisterne e malinconici servizi di ronda. Ma le notti, fuori da quel terribile vuoto, sono meravigliose e ammantate di desideri lontani, speranze troppo distanti e misteriose.
Sono a metà circa.
Mezzo spoiler, cara Spilla.
Il Lazzari, povero lui, muore per un'assurdità. Ma, in fondo, si muore sempre in modo assurdo, perché la vita stessa lo è e non può che terminare in modi altrettanto paradossali.
Giovanni aspetta i tartari, ma non vi è nulla di strettamente guerrigliero in questa speranza. Evidente la metafora dell'attesa del "conflitto", della sfida che tiene vivo l'essere umano. I quali, diversamente, avvizziscono e diventano sterili come piante secche.
Siamo allo stesso punto
Io sono colpita dalla perfetta intuizione del nostro smettere di interessarci al tempo che scorre. Drogo si ferma nella fortezza: si illude che sia eroismo, il suo, ed è inedia ed incapacità d'azione. Si accontenta del sogno, della lontana e improbabile ipotesi di una possibile grandezza che verrà. Ma meglio che sia poi.
E così noi che ristagniamo in una situazione deludente (un lavoro, un'amicizia, una storia d'amore, una casa...) e statica, ma decidiamo di non affrontarla, di non uscirne, perché poi, eh sì, verrà un giorno, si sa, in cui tutto sarà diverso. E la nostra vita scorre...
Finito!
Posterò il mio commento definitivo il PB.
Tu Spilla continua a postare, che ti si legge volentieri.
Grazie, Ziggy.
Peccato che, in compenso, io stia leggendo al ritmo di una pagina al giorno
Però scriverò, prometto. State con me :*
Con grande vergogna ammetto che devo ancora leggerlo. Rimediero`.
Ogni tanto mi viene in mente che devo postare un commento.
Ho impiegato più di due mesi a leggere il libro. Forse me lo sentivo: non solo la lettura mi ha "aiutato" ad entrare in depressione (uso il termine in senso un po' generico, perché per fortuna la depressione vera e propria non appartiene alla mia natura... ma non saprei che altra espressione usare), ma anche mi ha trascinato dentro il più lungo periodo di black-out del lettore che mi capitasse da anni.
Non è un giudizio negativo sull'opera. Non sono le parole dell'autore ad avermi colpito. Ma e come se l'atmosfera si fosse irradiata nella mia sfera interiore e l'avesse ...avvelenata. So che pare eccessivo e persino un po' patologico. Di sicuro la lettura ha coinciso con un mio particolare momento di vita. Perciò fatico a parlarne dal punto di vista letterario. È un libro lucido, geniale, sotto molti punti di vista. Certamente uno dei grandi libri della letteratura italiana (non tra i migliori, comunque, nella mia statistica personale).
Personalmente, non credo lo leggerò mai più.
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