D'avenia, Alessandro - Ogni storia è una storia d'amore

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
L’amore salva?
Quante volte ce lo siamo chiesti, avvertendo al tempo stesso l’urgenza della domanda e la difficoltà di dare una risposta definitiva?
Ed è proprio l’interrogativo fondante che Alessandro D’Avenia si pone in apertura di queste pagine, invitandoci a incamminarci con lui alla ricerca di
risposte. In questo libro straordinario incontriamo anzitutto una serie di donne, accomunate dal fatto di essere state compagne di vita di grandi artisti:
muse, specchi della loro inquietudine e spesso scrittrici, pittrici e scultrici loro stesse, argini all’istinto di autodistruzione, devote assistenti,
o invece avversarie, anime inquiete incapaci di trovare pace. Ascoltiamo la frustrazione di Fanny, che Keats magnificava in versi ma con la quale non seppe
condividere nemmeno un giorno di quotidianità, ci commuove la caparbietà di Tess Gallagher, poetessa che di Raymond Carver amava tutto e riuscì a portare
un po’ di luce nei giorni della sua malattia, ci sconvolge la disperazione di Jeanne Modigliani, ammiriamo i segreti e amorevoli interventi di Alma Hitchcock,
condividiamo l’energia quieta e solida di Edith Tolkien. Alessandro D’Avenia cerca di dipanare il gomitolo di tante diversissime storie d’amore, e di intrecciare
il filo narrativo che le unisce, in un ordito ricco e cangiante. Per farlo, come un filomito, un “filosofo del mito”, si rivolge all’archetipo di ogni
storia d’amore: Euridice e Orfeo. Un mito che svolge la sua funzione di filo (e in greco antico per indicare “filo” e “racconto” si usavano due parole
molto simili, mitos e mythos) perché contempla tutte le tappe di una storia d’amore, tra i due poli opposti del disamore (l’egoismo del poeta che alla
donna preferisce il proprio canto) e dell’amore stesso (il sacrificio di sé in nome dell’altro). Ogni storia è una storia d’amore è così un libro che muove
dalla meraviglia e sa restituire meraviglia al lettore. Perché ancora una volta D’Avenia ci incanta e ci sorprende, riuscendo nell’impresa di coniugare
il godimento puro del racconto e il piacere della scoperta. E con slancio ricerca nella letteratura – le storie che alcuni uomini, nel tempo, hanno raccontato
su se stessi e l’umanità a cui appartengono – risposte suggestive e potenti, ma anche concrete e vitali. Per poi offrirle in dono ai lettori, schiudendo
uno spiraglio da cui lasciar filtrare bagliori di meraviglia nel nostro vivere quotidiano, per rinnovarlo completamente nella certezza che “noi siamo e
diventiamo le storie che sappiamo ricordare e raccontare a noi stessi”.


Beh, direi che la quarta di copertina racconta già tanto di questo ultimo, bellissimo, libro di Alessandro D’avenia. Qualcuno ha detto che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna: niente di più vero. Ce lo confermano molte delle storie raccontate in queste pagine dalla consueta maestria di D’Avenia nel creare emozioni. Già nel penultimo libro, “L’arte di essere fragili”, D’avenia affrontava il tema della felicità, della bellezza, della poesia dialogando con Leopardi. In quest’ultima opera il viaggio nella conoscenza dell’animo umano attraverso la letteratura continua e si evolve: con passo esperto l’autore ci porta ad incontrare tante donne, famose e meno famose, compagne di artisti noti, artiste loro stesse, tutte con le loro storie d’amore, di vita, di morte, di gioia, di dolore. Perché amare vuol dire conoscere l’altro, permettergli di conoscerci, è far sì che l’altro non muoia, è imparare a vivere. Così conosciamo tante forme d’amore, inquiete, servili, amorevoli, combattive, distruttive, costruttive, tenaci, passionali, egoistiche, tante quante sono le storie, tutte diverse, racchiuse in questo libro. Per farci da guida, da filo conduttore in questo viaggio nel tempo, nello spazio e soprattutto nell’arte, D’avenia sceglie un mito che ama molto, quello di Orfeo ed Euridice contenuto nelle Metamorfosi di Ovidio. E così, attraverso le tappe di questo racconto nel racconto, conosciamo la potenza dell’errore, dell’egoismo di un poeta che preferisce la musa all’amata, ed il mestoso strazio del sacrificio d’amore.
Una lettura complessa, ma importante, un gioco di emozioni tutte forti e spesso tra loro contrastanti create con parole che affascinano ed invitano a proseguire nel viaggio. Un libro consigliato perché appassiona ed accresce la sete di conoscenza e, soprattutto, perché sa di bellezza e di meraviglia.
 
Alto