Lee, Spike - Miracolo a Sant'Anna

Eve

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Stati Uniti, 1983 - un impiegato delle poste di colore, incensurato e prossimo alla pensione, uccide a sangue freddo un utente italoamericano. Si apre un'indagine, che porta al ritrovamento nell'abitazione dell'uomo di una testa di statua di marmo, trafugata a Firenze durante la seconda guerra mondiale.
Toscana, 1944 - dopo un disastroso scontro con i tedeschi sul fiume Serchio, un piccolo gruppo di militari americani appartenenti a un battaglione costituito esclusivamente da uomini di colore rimane bloccato in un paesino vicino a Sant'Anna di Stazzema. Uno di loro, Train, porta con sé un bambino italiano, Angelo, che ha salvato dal crollo di un edificio, e una testa di statua di marmo che ha trovato e ritiene avere poteri magici. Nello stesso paesino si trova un gruppo di partigiani che ha fatto prigioniero un disertore tedesco. Vari flashback raccontano quello che è successo nei giorni precedenti: raccontano di come Angelo si è trovato solo, del perché il tedesco ha disertato, del motivo per cui Beppi è sommerso dai sensi di colpa e di chi è Rodolfo.

Era da tanto che volevo vedere questo film, che racconta un (bruttissimo) pezzo di storia della mia regione (per quanto pare che la versione narrata nel film non sia corrispondente alla realtà dei fatti).
La vicenda é raccontata in modo accattivante, partendo da un omicidio avvenuto anni dopo gli eventi della seconda guerra mondiale...un po' come un giallo da risolvere. L'eccidio come fatto accaduto é centrale per la storia che viene raccontata, ma marginale nelle scene, dove però é raccontato in modo veramente drammatico, crudo...non guardatelo se avete figli piccoli. A me ha spezzato il cuore.
Tralasciando la recitazione a mio avviso un po' scarsina di qualcuna, ho trovato il film ben fatto, anche piuttosto originale come idea rispetto a tanti film di guerra, sebbene in fondo un po' stereotipato alla maniera americana.
Quindi...che dire? Bello, ma non per cuori deboli ;-)
 
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elisa

Motherator
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Spike Lee è un bravo regista, molto tecnico, e lo apprezzo sempre in tutte le sue opere, qui in una prova difficile e a suo onore si deve il fatto che un fatto così tragico sia stato raccontato con estremo rispetto. I soldati neri americani combattevano come tutti gli altri ma nella loro patria e dai loro commilitoni bianchi venivano trattati con disprezzo. Anche se alcuni momenti sono estremamente semplificati, soprattutto nel finale, resta la qualità e l'interesse nella visione.
 
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