Dietro le quinte
Come suggerito da Fabio, rispondo alle sue domande dal mio thread personale.
1) Hai scritto il libro con carta e penna oppure al computer?
A computer.
2) Ritieni indifferente scriverlo con carta e penna o usando un computer?
A penna (anzi, io uso la stilografica) sarebbe molto più romantico, ma ahimè molto meno pratico...
3) Hai mai riletto completamente e senza saltare nessuna pagina una copia stampata e rilegata (come sarà nelle mani dei lettori) del tuo libro?
Forse sì, ma non per quest'ultimo libro.
4) Un giudizio negativo e pesante sul tuo libro lo vedi come una martellata che ti ferisce o come una spinta che ti stimola?
Entrambe, forse...
5) Quali sono gli autori e i romanzi che pensi ti abbiano dato ispirazione?
Nessuno direttamente perché ho iniziato con lo scrivere dei saggi (io sono psicoanalista).
6) A chi fai leggere le bozze del tuo romanzo, man mano che lo scrivi?
Faccio leggere il lavoro terminato ad un'amica fraterna, grande lettrice e conoscitrice di letteratura, e alla mia professoressa di Italiano e Latino del triennio del liceo. Ora siamo amiche...
7) Qual è stata la molla che ti ha spinto a scrivere questo libro?
Ogni libro che ho scritto è nato da una "spinta" specifica. Quest'ultimo a seguito della fine di una storia d'amore.
8) Leggi ad alta voce quello che scrivi per sentire se suona bene quando viene letto?
Sempre! E' utilissimo per verificare la musicalità...
9) Prendi ispirazione da fatti della vita quotidiana?
Sicuramente anche.
10) L'ispirazione si basa su fatti successi a te o magari su qualcosa vista per caso camminando per strada?
Più sulla mia esperienza di vita, diretta o indiretta.
11) Quando inizi a scrivere, immagini mai il tuo libro già con copertina, foto di copertina..insomma, già bell'e pronto da comprare?
No, perché la copertina è l'ultima cosa che si sceglie con un editore.
12) Pensi mai alle reazioni dei lettori vedendo il tuo libro sullo scaffale?
Sì! Quando un'amica mi ha detto che Yuki era stato esposto in Feltrinelli Duomo a Milano, sullo scaffale dei libri consigliati, sono andata a vederlo per immaginare l'effetto sui lettori.
13) Quando hai iniziato a scrivere le pagine del tuo libro, avevi già un'idea di dove volevi arrivare o la storia si è costruita con il tempo?
Il canovaccio di base è sempre sostanzialmente definito, ma poi, misteriosamente, il libro prende vita da sé. E' un po' come essere in trance, le parole scaturiscono da dentro, senza averne troppo il controllo.
14) Il tuo libro parla di un argomento ben definito. Perché scegli questo piuttosto che un altro?
Perché in quel momento è il tema che mi "possiede"...
15) Qual è la la molla che spinge una persona a passare da fruitore delle opere altrui (presumo che ogni scrittore prima di diventare tale e anche dopo sia un grande lettore) a creatore di opere?
Nel mio caso (sono partita da saggi di psicoanalisi), è la stata la volontà di trattare temi sui quali sentivo la necessità di dare un contributo divulgativo, con una finalità in qualche modo sociale.
16) Perché hai scritto il tuo primo libro?
Ho scritto il mio primo libro (un saggio sull'omosessualità) come "grido di dolore" a seguito del suicidio di un amico, ma anche per volontà di accendere una (seppur piccola) luce nel buio dell'ignoranza.