Quarantottesimo Artisticforum - Le nostre opere d'arte preferite

alessandra

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Siamo al quarantottesimo AF... ci dobbiamo già preparare per le nozze d'oro :mrgreen:
Proponiamo le nostre opere preferite, inizialmente una a ciascuno, poi commenteremo.

Se siete d'accordo, vorrei proporre come tema, riallacciandoci alle foto bizzarre del Photoforum, "Quadri bizzarri".
 
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viki

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https://www.google.com/search?q=don...WCsqQKHS7lC18Q_AUoAXoECAwQAQ&biw=768&bih=1024
Salvador Dalí mi sembra abbastanza "bizzarro"! :)

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ariano geta

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Uno spunto che ha dato vita a molti quadri bizzarri e allucinati è l'episodio delle cosiddette "tentazioni di San Antonio abate", quando il frate eremita viene tentato dal demonio che gli fa avere delle visioni sulle cose belle (e peccaminose) della vita alle quali sta rinunciando. I quadri su questo tema sono sempre molto suggestivi, è stato affrontato anche da artisti celebri, però tra tutti quelli che ho visto il più "bizzarro" nel senso stretto della parola è quello del poco conosciuto pittore fiammingo Joos Van Craesbeeck. La sua interpretazione delle "tentazioni di San Antonio abate" è davvero difficile da capire.

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alessandra

Lunatic Mod
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Iniziamo con il primo quadro, Donne con testa di rose di Salvador Dalì :) I proponenti ritardatari si facciano avanti!

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ariano geta

New member
Il surrealismo di Dalì, come quello di Magritte, è la messa in scena di sogni e enigmi che passano nella testa dell'artista e nei quali si dovrebbe annidare un qualche significato inconscio (sul piano prettamente psicologico).
Nel caso specifico vedo forse una messa in scena delle donne così come spesso le vedono gli uomini (e Dalì lo era) ovvero: tormento e ammirazione a seconda dei momenti. A livello di scenario mi sembra piuttosto un'imitazione (non so quanto conscia o inconscia) di Giorgio De Chirico.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Riconosco a Salvador Dalì la capacità di trasformare la realtà oggettiva in realtà subconscia, onirica.
Le forme delle figure però, così spigolose, sottili, non mi piacciono.
 

qweedy

Well-known member
Bizzarro lo è, e anche molto onirico e pieno di simboli che non so interpretare. Forse il particolare che più mi piace è la testa di rose che dà il titolo al quadro.

C'è uno strano miscuglio tra mondo umano, animale, vegetale e inanimato, dove ogni cosa prende l’aspetto di pertinenza di un altro ambito. Così le cose inanimate hanno aspetto umano o animale, come la roccia a forma di testa di cane, o le cinture a forma di mani maschili, mentre le parti umane prendono l’aspetto vegetale o inanimato, come la gamba da manichino.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Vivace questa raccolta, mi piace :)
Il quadro di Dalì è inquietante, la mia interpretazione ovviamente è molto personale: la donna con la schiena nuda che legge, con la sedia a fianco dalle gambe quasi umane, è profonda e intellettuale, un po' tormentata, rappresenta la parte affidabile dell'universo femminile. Non so perché ho pensato questo, forse perché è assorta nella lettura. Quella con la testa di rose rappresenta un tipo di donna più accattivante, più attraente, ma la sua gamba di manichino avvisa: tutto fumo e niente arrosto, e la testa di mostro in pietra dietro sembra dire "non fidarti di lei" :mrgreen:
I colori mi piacciono, anche l'immagine, anche se non credo che lo appenderei in salotto.
 

ariano geta

New member
L'ho proposto perché segue la tradizione "visionaria" dell'arte fiamminga che parte da Bosch e Pieter Brueghel il vecchio (dei quali copia alcune figure tipiche, come i pazzi con l'imbuto in testa al posto dell'elmo).
Trovo enigmatica la testa al centro del quadro. La figura del santo tentato dal demonio è quasi marginale, in basso a destra, mentre la tela è occupata in gran parte da questo volto che "vomita" e ha in testa esseri misteriosi. Voi che ne dite?
 

qweedy

Well-known member
Che incubo terribile! Non è certo un quadro rilassante, povero S.Antonio abate! Un quadro pieno di dettagli, forse anche con particolari simbolici, che non saprei interpretare.

Ho letto che S.Antonio abate è uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa. Nato in Egitto, intorno al 250, a vent'anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima nel deserto e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. Il fuoco legato al suo culto ha a che fare con il racconto che vedeva il Santo addirittura recarsi all'inferno per contendere al demonio le anime dei peccatori.
Santo patrono dei maiali e dei cinghiali e per estensione di tutti gli animali domestici e della stalla. Il 17 gennaio ricorre la festa di Sant’Antonio Abate. Secondo la tradizione e sulla base di antiche leggende, durante la notte di Sant’Antonio Abate agli animali è data la facoltà di parlare.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Infatti è questo volto gigantesco il vero protagonista del dipinto secondo me, mi ricorda un po' il volto di Caravaggio.
Interessante la raffigurazione delle tentazioni, come a voler dire che anche i santi sono fatti di carne e ossa.
 

alessandra

Lunatic Mod
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a45bB4N.jpg


Scusate se sono un po' tarda, ma il santo è quello vestito da frate con la A sull'abito? Guarda la ragazza che gli tiene la lampada con aria un po' diffidente e un po' "mhhh, quasi quasi mi dimetto da santo".
Se nei miei sogni le tentazioni fossero rappresentate da un volto gigante che vomita ogni tipo di strano essere tra cui parecchi diavoli con corna, coda e sembianze umane, maiali uno sulla groppa dell'altro, ragni giganti, oche che si abbracciano e altro, al suo posto ci rinuncerei volentieri :mrgreen: Comunque devo dire che il pittore ha reso bene l'idea.
 

qweedy

Well-known member
Mi piacciono molto i quadri il cui contenuto fuoriesce dalla cornice. :D
Il pittore catalano (poco conosciuto :mrgreen: ) è famoso soprattutto per questo quadro, dipinto con la tecnica del trompe-l'œil che raffigura un ragazzo scamiciato e ribelle a metà arrampicata nell'atto di scavalcare la cornice del dipinto, come se stesse cercando di scappare e di entrare nel mondo reale. Mi colpiscono i suoi occhi spalancati con uno sguardo tra lo sgomento e l’atterrito.
Ancor più singolare, contribuendone ad intensificarne il riverbero di senso, è l’ironico titolo, per nulla accessorio «fuga dalla critica», metafora dell’arte, stanca di sottostare al giogo degli squartamenti dei critici.
E il terrore negli occhi del ragazzo in fuga è molto eloquente nell'esprimere l'incubo dell'artista di essere costretto a sottoporre il proprio lavoro al giudizio dei critici, oppure anche di dover sottostare alle regole rigide dell'arte. In ogni caso è desiderio di libertà.
Il pittore spagnolo costruisce una scena tridimensionale creando la profondità grazie alle mani e al piede del ragazzino che, oltre alla testa, “bucano” la tela, andando oltre il semplice dipinto.

A Borrel del Caso viene proposta per due volte la cattedra della scuola di Llotja, ma in entrambi i casi rifiuta, il suo obiettivo è creare un’accademia indipendente che permetta agli artisti di sperimentare nuove tecniche e nuove idee.

Se penso che è stato dipinto nel 1874 lo trovo di una modernità sconcertante.
 
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