Quarantanovesimo Artisticforum - Le nostre opere d'arte preferite

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Apro il 49° Artisticforum che procederà come al solito, con una proposta a ciascuno e poi i commenti.

Chi vuole proporre un tema?
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Io proporrei un dipinto che vi fa pensare ad una canzone.
Che ne pensate?
 

qweedy

Well-known member
Brava Ondine. questo tema è molto originale e molto intrigante!

Otto Dix - Grande città (Trittico 1928)

grande-citta-otto-dix-800x445.jpg


Ballo in fa diesis minore di Angelo Branduardi

Sono io la morte e porto corona,
io son di tutti voi signora e padrona
e così sono crudele, così forte sono e dura
che non mi fermeranno le tue mura.

Sono io la morte e porto corona,
io son di tutti voi signora e padrona
e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare
e dell'oscura morte al passo andare.

Sei l'ospite d'onore del ballo che per te suoniamo,
posa la falce e danza tondo a tondo:
il giro di una danza e poi un altro ancora
e tu del tempo non sei più signora.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Ce l'ho !

(ciao c'è posto ? :mrgreen: )
Certo, ciao!

siesta.jpg


Didier Lourenco "Siesta" 2015.

Alice guarda i gatti
E i gatti guardano nel sole
Mentre il mondo sta girando senza fretta

Irene al quarto piano è lì tranquilla
Che si guarda nello specchio
E accende un'altra sigaretta

E Lillì Marlen, bella più che mai
Sorride e non ti dice la sua età
Ma tutto questo Alice non lo sa

Alice guarda i gatti
E i gatti muoiono nel sole
Mentre il sole a poco a poco si avvicina

E Cesare perduto nella pioggia
Sta aspettando da sei ore
Il suo amore ballerina

E rimane lì, a bagnarsi ancora un po'
E il tram di mezzanotte se ne va
Ma tutto questo Alice non lo sa

Ma io non ci sto più gridò lo sposo e poi
Tutti pensarono dietro ai capelli
Lo sposo è impazzito oppure ha bevuto
Ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa
Non è così che se ne andrà

Alice guarda i gatti
E i gatti girano nel sol
Mentre il sole fa l'amore con la luna

Il mendicante arabo ha un cancro nel cappello
Ma è convinto che sia un portafortuna
Non ti chiede mai pane o carità
E un posto per dormire non ce l'ha
Ma tutto questo Alice non lo sa

E io non voglio più e i pazzi siete voi
Tutti pensarono dietro ai capelli
Lo sposo è impazzito oppure ha bevuto
Ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa
Non è così che se ne andrà

Che se ne andrà
Che se ne andrà
Che se ne andrà
Che se ne andrà

Non è così
Che se ne andrà

Francesco De Gregori "Alice" 1973.
 
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lettore marcovaldo

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Autore Anonimo (almeno io non l'ho trovato).

Creuza de mä


Umbre de muri muri de mainé
dunde ne vegnì duve l'è ch'ané
da 'n scitu duve a l'ûn-a a se mustra nûa
e a neutte a n'à puntou u cutellu ä gua
e a muntä l'àse gh'é restou Diu
u Diàu l'é in çë e u s'è gh'è faetu u nìu
ne sciurtìmmu da u mä pe sciugà e osse da u Dria
e a funtan-a di cumbi 'nta cä de pria

E 'nt'a cä de pria chi ghe saià
int'à cä du Dria che u nu l'è mainà
gente de Lûgan facce da mandillä
qui che du luassu preferiscian l'ä
figge de famiggia udù de bun
che ti peu ammiàle senza u gundun

E a 'ste panse veue cose ghe daià
cose da beive, cose da mangiä
frittûa de pigneu giancu de Purtufin
çervelle de bae 'nt'u meximu vin
lasagne da fiddià ai quattru tucchi
paciûgu in aegruduse de lévre de cuppi

E 'nt'a barca du vin ghe naveghiemu 'nsc'i scheuggi
emigranti du rìe cu'i cioi 'nt'i euggi
finché u matin crescià da puéilu rechéugge
frè di ganeuffeni e dè figge
bacan d'a corda marsa d'aegua e de sä
che a ne liga e a ne porta 'nte 'na creuza de mä

Ombre di facce facce di marinai
da dove venite dov'è che andate
da un posto dove la luna si mostra nuda
e la notte ci ha puntato il coltello alla gola
e a montare l'asino c'è rimasto Dio
il Diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido
usciamo dal mare per asciugare le ossa dall'Andrea
alla fontana dei colombi nella casa di pietra

E nella casa di pietra chi ci sarà
nella casa dell'Andrea che non è marinaio
gente di Lugano facce da tagliaborse
quelli che della spigola preferiscono l'ala
ragazze di famiglia, odore di buono
che puoi guardarle senza preservativo

E a queste pance vuote cosa gli darà
cose da bere, cose da mangiare
frittura di pesciolini, bianco di Portofino
cervelli di agnello nello stesso vino
lasagne da tagliare ai quattro sughi
pasticcio in agrodolce di gatto

E nella barca del vino ci navigheremo sugli scogli
emigranti della risata con i chiodi negli occhi
finché il mattino crescerà da poterlo raccogliere
fratello dei garofani e delle ragazze
padrone della corda marcia d'acqua e di sale
che ci lega e ci porta in una mulattiera di mare
 

alessandra

Lunatic Mod
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Giochi di bambini, Pieter Bruegel il Vecchio, 1560

Maledetto Luna-Park di Loredana Berté

Coi miei occhi da bambina
E le scarpe in cielo è tutto nuovo
Tutto nuovo

Bianco e nero si colora
Pensa che fortuna
Tutto nuovo, è tutto nuovo

Carte e zucchero filato
Fra le giostre un ubriaco
Con un palloncino in mano se ne va

Cuore da montagne russe
Siamo appesi a delle stelle
Ma poi quando si scende
E come si fa

E' tutto un luna park, luna park, luna park
Questo maledetto luna park, luna park, via di qua
Che non mi diverto
Si va su si va giù
Si va che si va
Al luna park, luna park, luna park
Canto e non la smetto

Coi miei occhi da bambina
In questo mondo alieno è tutto nuovo
Tutto nuovo

Fra fantasmi in gomma piuma
Anime in vetrina il tuo veleno
Troppo buono

Dammi un bacio che mi sazia
Che l'amore non si avanza
Egoista oppure giusta e chi lo sa

Nella casa degli specchi
Siamo tutti un po' bugiardi
Così il boia mostra i denti e dice
"Prego madame"

E' tutto un luna park, luna park, luna park
Questo maledetto
Luna park, luna park, via di qua
Che non mi diverto
Si va su si va giù
Si va che si va
Al luna park, luna park, luna park
Passo e non commento

Si va su si va giù
Si va dove non si tocca
Perché il tempo è un lecca lecca
E ho già rotto i miei collant
Si va su si va giù
Una vecchia filastrocca
Cenerentola in carrozza
E l'alba arriverà

Si spegne il luna park, luna park, luna park
Questo maledetto
Luna park, luna park, via di qua
Tanto non mi accendo
Si va su si va giù
Si va che si va
Al luna park, luna park, luna park
Tanto non la smetto
Tanto non la smetto

 
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ariano geta

New member
Io ripropongo la stessa canzone che ho già proposto nel topic delle parole stonate, perché sembra fatta apposta per questo quadro del pittore messicano Juan Medina, uno dei miei preferiti:

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Il nostro caro angelo (musica di Lucio Battisti, testo di Mogol)

La fossa del leone
è ancora realtà.
Uscirne è impossibile per noi,
è uno slogan falsità.
Il nostro caro angelo
si ciba di radici e poi
lui dorme nei cespugli sotto gli alberi,
ma schiavo non sarà mai.
Gli specchi per le allodole
inutilmente a terra balenano ormai,
come prostitute che nella notte vendono
un gaio cesto di amore che amor non è mai.
Paura e alienazione
e non quello che dici tu.
Le rughe han troppi secoli oramai,
truccarle non si può più.
Il nostro caro angelo
è giovane lo sai,
le reti il volo aperto gli precludono
ma non rinuncia mai.
Cattedrali oscurano
le bianche ali (bianche non sembran più).
Ma le nostre aspirazioni il buio filtrano
traccianti luminose gli additano il blu.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Iniziamo con il primo abbinamento :)


Otto Dix - Grande città (Trittico 1928)

grande-citta-otto-dix-800x445.jpg


Ballo in fa diesis minore di Angelo Branduardi

Sono io la morte e porto corona,
io son di tutti voi signora e padrona
e così sono crudele, così forte sono e dura
che non mi fermeranno le tue mura.

Sono io la morte e porto corona,
io son di tutti voi signora e padrona
e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare
e dell'oscura morte al passo andare.

Sei l'ospite d'onore del ballo che per te suoniamo,
posa la falce e danza tondo a tondo:
il giro di una danza e poi un altro ancora
e tu del tempo non sei più signora.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Interessante questo dipinto, prima di tutto perché è formato da tre pannelli e poi perché descrive una serata ad un ballo dove l'atmosfera dovrebbe essere gioiosa ma c'è un'aria macabra.
Mi riporta alla mente un racconto di Edgar Allan Poe, anche la canzone abbinata ha un sottofondo drammatico anche se verso la fine c'è un raggio di luce, di speranza.
 
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qweedy

Well-known member
Iniziamo con il primo abbinamento :)


Otto Dix - Grande città - Metropolis (Trittico 1928)

grande-citta-otto-dix-800x445.jpg


Ballo in fa diesis minore di Angelo Branduardi

Sono io la morte e porto corona,
io son di tutti voi signora e padrona
e così sono crudele, così forte sono e dura
che non mi fermeranno le tue mura.

Sono io la morte e porto corona,
io son di tutti voi signora e padrona
e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare
e dell'oscura morte al passo andare.

Sei l'ospite d'onore del ballo che per te suoniamo,
posa la falce e danza tondo a tondo:
il giro di una danza e poi un altro ancora
e tu del tempo non sei più signora.

Non avevo mai visto prima questo quadro, e mi ha colpito perchè nessuno sorride, c'è molta indifferenza e angoscia. Nessuno sembra davvero divertirsi a questo ballo, c'è qualcosa che disturba in quest'immagine che, apparentemente, rappresenta un momento gioioso. Forse sono le torsioni drammatiche di certe linee, o le gambe troppo muscolose delle donne; forse sono le espressioni dei volti.
L’indifferenza domina “Metropolis”, l'indifferenza e un senso concreto di angoscia. Per questo motivo mi ha fatto pensare alla canzone di Branduardi, dove la morte è l'ospite d'onore al ballo, signora e padrona della vita di tutti.

Grande città (Metropolis) è uno dei capolavori di Otto Dix ed è una delle massime espressioni della corrente artistica chiamata “Nuova Oggettività”, che raggruppava diversi artisti tedeschi del periodo post Prima Guerra Mondiale.
Il quadro rappresenta il contrasto fra benessere e povertà nel contesto della società moderna, che si apprestava a costruire nuovi stereotipi di miseria e di lusso, ed è una dura critica alla Germania degli anni 20.

I due pannelli laterali rappresentano gli sconfitti: sono i mutilati e gli sfigurati della Grande Guerra, sono le prostitute e gli altri rifiutati dalla società. A sinistra un uomo mutilato, a causa della sua partecipazione alla guerra, osserva una prostituta che si guadagna da vivere battendo i vicoli malfamati. Si crea fra loro un legame che esprime, con intensa forza visiva, due aspetti della miseria e del degrado. Nel pannello di destra invece compare una grottesca parata notturna, il popolo della notte, personaggi improbabili, bizzarri e stravaganti. Stanno anche loro in spazi deformati dentro una realtà che ha perso la propria prospettiva, in una città fatta d’opulenza posticcia e reale squallore, due aspetti diversi della vita notturna che si sviluppa nelle città, in cui il ceto borghese costruisce la propria posizione sociale e che viene raccontata nel pannello centrale.

Al centro alcuni rappresentanti della società borghese ballano il charleston davanti ad una band di jazzisti. Una grande figura di donna sta sola, le gambe muscolose, il trucco pesante, in primo piano. E’ il centro visivo della composizione. Il locale è elegante e opulento, ritrovo ideale per una società incentrata sul denaro, il lusso e il consumo; il contrasto più evidente è il divertimento sfrenato di fronte alla miseria creata dalla guerra e alle contraddizioni della società moderna.
 
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ariano geta

New member
Oddio, sinceramente Branduardi lo collego più a immagini "medievaleggianti" (visto il suo stile musicale e certi suoi testi, compreso questo) quindi lo avrei visto più abbinato a un quadro antico.
Però il testo ha sicuramente attinenze col quadro di Dix, in particolare il contrasto fra la festa da ballo e il mondo morente al di fuori.
 

lettore marcovaldo

Well-known member
Penso che il quadro e la canzone si sposino bene perchè il quadro rappresenta la "pausa" tra la prima e seconda guerra mondiale.
In particolare in Germania, dopo che la pesante eredità del recente passato avrebbe portato negli anni 30 all'avvio di nuove tragedie.
La Morte si prende una pausa e partecipa ad un ballo grottesco che vede i fantasmi del passato trasformarsi in nuove ombre per il futuro.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Secondo abbinamento :BLABLA

siesta.jpg


Didier Lourenco "Siesta" 2015.

Alice guarda i gatti
E i gatti guardano nel sole
Mentre il mondo sta girando senza fretta

Irene al quarto piano è lì tranquilla
Che si guarda nello specchio
E accende un'altra sigaretta

E Lillì Marlen, bella più che mai
Sorride e non ti dice la sua età
Ma tutto questo Alice non lo sa

Alice guarda i gatti
E i gatti muoiono nel sole
Mentre il sole a poco a poco si avvicina

E Cesare perduto nella pioggia
Sta aspettando da sei ore
Il suo amore ballerina

E rimane lì, a bagnarsi ancora un po'
E il tram di mezzanotte se ne va
Ma tutto questo Alice non lo sa

Ma io non ci sto più gridò lo sposo e poi
Tutti pensarono dietro ai capelli
Lo sposo è impazzito oppure ha bevuto
Ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa
Non è così che se ne andrà

Alice guarda i gatti
E i gatti girano nel sol
Mentre il sole fa l'amore con la luna

Il mendicante arabo ha un cancro nel cappello
Ma è convinto che sia un portafortuna
Non ti chiede mai pane o carità
E un posto per dormire non ce l'ha
Ma tutto questo Alice non lo sa

E io non voglio più e i pazzi siete voi
Tutti pensarono dietro ai capelli
Lo sposo è impazzito oppure ha bevuto
Ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa
Non è così che se ne andrà

Che se ne andrà
Che se ne andrà
Che se ne andrà
Che se ne andrà

Non è così
Che se ne andrà

Francesco De Gregori "Alice" 1973.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Questo pittore nella sua semplicità mi piace molto, soprattutto per l'uso dei colori, mi rilassa e mi mette di buon'umore.
Questo abbinamento tra dipinto e canzone è molto chiaro secondo me, descrive la quotidianità di una ragazza che guarda il mondo che la circonda con occhi sognanti.
Forse è una ragazza sola, con la sola compagnia dei suoi gatti, e sogna qualcosa, qualcuno, chi lo sa.
Intorno a lei, nel palazzo, nel quartiere, ruotano personaggi a lei sconosciuti, ognuno con una propria storia.
Lei però la sua storia la deve ancora scrivere.
 
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