Luca Moretti
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E’ in libreria “La bellezza del nulla”, il mio quinto romanzo, pubblicato dalla casa editrice Marlin di Cava de’ Tirreni (SA).
Il romanzo racconta la storia di un professionista ricco e affermato che abbandona l’Italia e si trasferisce in Africa senza fare più ritorno. Nessuno sa nulla di lui per trent’anni fino a quando un lontano parente lo fa ricercare da un detective privato. L’incontro tra il segugio e il desaparecido in Africa ricorda quello leggendario di Stanley e Livingstone (“Mr Livingstone, suppongo?”). Le vite dei due uomini sembrano quasi sovrapporsi e fondersi in un’unica esperienza spirituale e valoriale, a conclusione di un thriller psicologico che non lascia scampo ai protagonisti e li indaga mentre vivono lontano dalle ipocrisie, dalle convenzioni e dalle falsità del mondo a cui erano abituati. Vera protagonista del romanzo appare soprattutto l’Africa, con la sua magia, i suoi paesaggi, i suoi tramonti, i suoi ritmi di vita così lontani da quelli dell’occidente e dell’Europa. Un’Africa affascinante e misteriosa, seducente e incomprensibile, che non può non far venire il mal d’Africa…
Nel romanzo ricorrono i temi che ho amato affrontare e che sono stati il filo conduttore anche dei miei precedenti quattro romanzi: il viaggio (inteso sia come viaggio fisico vero e proprio volto alla conoscenza di popoli e persone, sia come esperienza di ricerca interiore volta alla conoscenza di se stessi), le riflessioni sul mondo contemporaneo e sui suoi meccanismi assurdi e folli, le riflessioni sul senso della vita, il sogno (irrealizzabile?) di cambiare radicalmente la propria esistenza arrivando addirittura a cambiare identità e ad essere “altro da sé”. Questa volta, però, non ci sono più (forse) il sottile nichilismo e la rassegnazione che avevano caratterizzato i miei precedenti romanzi. “La bellezza del nulla”, infatti, sembra quasi dirci che cambiare vita non è più solo un sogno irrealizzabile, ma è una cosa possibile. Purché si abbia il coraggio di farlo, partendo da dentro noi stessi, senza aspettare un evento esterno come ha fatto inutilmente, per tutta la vita, il Giovanni Drogo de “Il deserto dei Tartari” di Buzzati e come facciamo, forse, tutti noi.
Mi farà molto piacere, cari lettori, se vorrete lasciare il vostro commento nella sezione “blog” del mio sito www.luca-moretti.com.
Il romanzo racconta la storia di un professionista ricco e affermato che abbandona l’Italia e si trasferisce in Africa senza fare più ritorno. Nessuno sa nulla di lui per trent’anni fino a quando un lontano parente lo fa ricercare da un detective privato. L’incontro tra il segugio e il desaparecido in Africa ricorda quello leggendario di Stanley e Livingstone (“Mr Livingstone, suppongo?”). Le vite dei due uomini sembrano quasi sovrapporsi e fondersi in un’unica esperienza spirituale e valoriale, a conclusione di un thriller psicologico che non lascia scampo ai protagonisti e li indaga mentre vivono lontano dalle ipocrisie, dalle convenzioni e dalle falsità del mondo a cui erano abituati. Vera protagonista del romanzo appare soprattutto l’Africa, con la sua magia, i suoi paesaggi, i suoi tramonti, i suoi ritmi di vita così lontani da quelli dell’occidente e dell’Europa. Un’Africa affascinante e misteriosa, seducente e incomprensibile, che non può non far venire il mal d’Africa…
Nel romanzo ricorrono i temi che ho amato affrontare e che sono stati il filo conduttore anche dei miei precedenti quattro romanzi: il viaggio (inteso sia come viaggio fisico vero e proprio volto alla conoscenza di popoli e persone, sia come esperienza di ricerca interiore volta alla conoscenza di se stessi), le riflessioni sul mondo contemporaneo e sui suoi meccanismi assurdi e folli, le riflessioni sul senso della vita, il sogno (irrealizzabile?) di cambiare radicalmente la propria esistenza arrivando addirittura a cambiare identità e ad essere “altro da sé”. Questa volta, però, non ci sono più (forse) il sottile nichilismo e la rassegnazione che avevano caratterizzato i miei precedenti romanzi. “La bellezza del nulla”, infatti, sembra quasi dirci che cambiare vita non è più solo un sogno irrealizzabile, ma è una cosa possibile. Purché si abbia il coraggio di farlo, partendo da dentro noi stessi, senza aspettare un evento esterno come ha fatto inutilmente, per tutta la vita, il Giovanni Drogo de “Il deserto dei Tartari” di Buzzati e come facciamo, forse, tutti noi.
Mi farà molto piacere, cari lettori, se vorrete lasciare il vostro commento nella sezione “blog” del mio sito www.luca-moretti.com.
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