Persson Giolito, Malin - Sabbie mobili. Tre settimane per capire un giorno

alessandra

Lunatic Mod
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Perché allungare i titoli a tutti i costi? Non sarebbe bastato Sabbie mobili?
Ho acquistato e letto questo libro grazie al prologo folgorante. La voce narrante è Maya, un'adolescente che si trova in un'aula scolastica insieme ai compagni, ma nessuno è seduto sui banchi: qualcuno è accasciato sotto il termosifone, qualcun altro sdraiato per terra o sulla cattedra. Infatti, lei è l'unica in quell'aula a essere ancora viva. Ben presto si scopre che si tratta di una ragazza accusata di aver commesso una strage a scuola, e che la storia verrà raccontata dal suo punto di vista.
Originale anche se in modo un po' macabro, incalzante, coinvolgente anche nello stile, non si tratta proprio di un thriller o di un noir, forse di un crime (in realtà non conosco la differenza, ma ci sta bene :mrgreen:) ma soprattutto di un flusso di coscienza ininterrotto della ragazza, che ci racconta i giorni del suo processo, ma soprattutto ci svela a poco a poco ciò che è realmente successo in quell'aula e perché, descrivendoci fatti, persone e sentimenti con lo sguardo naturale di una diciottenne piuttosto matura. Particolare e interessante, a suo modo introspettivo, non particolarmente agghiacciante nonostante le premesse, mi è piaciuto molto se si esclude la parte in cui si racconta la storia di Sebastian (il fidanzato di Maya) che ho trovato un po' semplicistica e poco approfondita.
Purtroppo c'è un elemento (importante) della parte finale che ai miei occhi stona, ma ho cercato recensioni su recensioni e non ho trovato niente in proposito, quindi forse mi sbaglio io. Se qualcuno vorrà leggerlo (io glielo consiglio), mi illuminerà.
 

estersable88

dreamer member
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C'è stata una sparatoria in una classe di un liceo di Stoccolma. L'insegnante e tre ragazzi sono morti, uno è ferito e privo di conoscenza, un'altra è illesa. E' Marja Norberg, Maja, in mano ha un'arma. Nove mesi dopo, il processo che stabilirà se Maja è colpevole di aver organizzato la sparatoria e di aver istigato il suo fidanzato Sebastian a farlo con lei sta per cominciare, ma Maja è già stata condannata. L'hanno condannata i giornali che su di lei hanno scritto articoli su articoli ogni giorno; l'ha condannata la gente che non c'era e che non sa, ma parla, influenzata dai media e convinta di sapere tutto; l'ha già condannata il procuratore "Chiamami Lena" che, insieme alla polizia, ha rovistato nella sua vita, fin nell'intimo, senza chiedere permesso e che per questo crede di conoscere tutto di lei. Hanno parlato e scritto tutti, tutti tranne lei, Maja l'assassina, Maja la stronza ragazzina ricca, l'egoista, insoddisfatta, drogata, viziata Marja Norberg che tutti etichettano, additano, accusano, ma che nessuno conosce. Nessuno conosce cos'è stato, per lei, innamorarsi del ragazzo più perfetto ed esserne ricambiata; nessuno sa cos'è stato averlo accanto mentre stava male per la droga e l'alchool, vederlo spavaldo e sbruffone con tutti e completamente sottomesso ad un padre detestabile. Nessuno sa cos'ha voluto dire, per Maja, non poter fuggire dalla trappola che le è scattata intorno. Tutti dicono che la cosa più grande è l'amore, che Maja ha ucciso per amore di Sebastian… ma non sanno che non è così. E Maja è qui per raccontarlo, per parlare, finalmente. La sua voce è dura, adulta, lucida, scava e lacera nelle nostre certezze preconfezionate, pianta dubbi duri come chiodi nelle menti di chi preferisce non guardare, girare la testa, non farsi domande; ferisce, affilata come una lama chi si erge a giudice implacabile di ciò che non ha mai voluto conoscere. Con chirurgica accuratezza ed sicurezza di chi conosce ciò di cui parla, l'ex avvocatessa scrittrice Malin Persson Giolito lancia una bomba contro una società perbenista, rassicurante, ipocrita. E la deflagrazione squarcia la cortina di indifferenza e satura l'aria. Un legal thriller da brivido che scardina ogni preconcetto su temi importanti come l'adolescenza, l'amore, l'approccio dei genitori nella società occidentale dei giorni nostri, troppo improntata all'apparenza, troppo impegnata a ben pensare e a fare la cosa giusta per preoccuparsi davvero di ascoltare e capire gli altri.
Sabbie mobili è un libro che non si dimentica, scritto magistralmente, duro, sincero, un muro contro le scappatoie e le scusanti. Assolutamente da leggere.
 
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