Tutte le mattine del mondo - commento con spoiler
Finalmente ho visto anch'io questo film, posso dire che in generale non mi ha esaltato ma che sono rimasto soddisfatto.
A me la prima parte è piaciuta, forse più della seconda, l’ho trovata molto più significativa. È quella che dà corpo al personaggio di Sainte Colombe, e questo già dalla prima scena, in cui il suo allievo Marais lo presenta con un’immagine molto forte: non lo definisce infatti come un musicista, o un compositore, o il più grande violista da gamba, ciò che dice è: "egli era la Musica". E in tutta la prima parte, per quanto possa essere lenta, succedono tante cose che ci danno la possibilità di scoprire la verità che si cela nella definizione del suo allievo. Vediamo come tutto il giorno Sainte Colombe si chiuda nel suo capanno a suonare, a perfezionare la sua arte, a comporre, a ricercare nuovi modi per esprimere al massimo le molteplici sfumature dei suoi sentimenti. Vediamo come la musica sia il solo mezzo con cui lui sia in grado di comunicare, e come grazie ad essa riesca a ritrovare il legame con le figlie. Vediamo un uomo che non baratta la musica per il successo, per il denaro, per piacere a qualcuno, per mettersi al suo servizio o in supporto a qualcosa, un uomo che non tradisce mai i suoi valori né scende mai a compromessi, e tutto questo senza un minimo di esitazione, ma nella convinzione più totale. Quando gli viene offerto di prestare servizio alla corte del re, per Sainte Colombe è quasi un proposta blasfema tanto violentemente caccia via gli emissari del re. E quando da lui arriva il giovane Marin Marais chiedendogli di tenerlo come suo allievo, la figura di Sainte Colombe si definisce ancora di più per via del contrasto che emerge con il ragazzo. Marais è infatti tutto il contrario di lui. Fin da subito è chiaro che Marais considera la musica solo come un mezzo per elevarsi socialmente, per distinguersi, per conquistare fama e ricchezza. Per quanto possa avere una buona tecnica strumentale, Marais vive la musica come qualcosa di superficiale, come una semplice produzione di suoni per piacere a qualcuno e acquistare successo, senza mai riflettere davvero su ciò che ode e senza mai riuscire a infondere veramente del sentimento quando suona. Ciononostante, Sainte Colombe si prodiga in tutti i modi per farlo crescere musicalmente, e sempre in questa prima parte abbiamo modo di vedere come Sainte Colombe coltivi proprio un culto del suono e cerchi di trasmetterlo al suo allievo. Non solo gli dà lezioni di strumento, ma coglie ogni occasione per educarlo al suono, per fargli carpire la musica che pervade ogni istante nascondendosi in ogni minimo dettaglio, e farlo riflettere su come tutto questo nella sua purezza e naturalezza sia più musica di quanta lui ne riesca a produrre meccanicamente sul suo strumento con la sua sola tecnica.
Nella seconda parte, al contrario, ho avuto la stessa sensazione di alessandra, e che cioè tutto cambiasse un po’ troppo repentinamente, sia nelle intenzioni e nell'animo di Marais sia in quelle di Sainte Colombe. A parte questo, ho trovato tristissima la fine di Madeleine e toccante il finale. Però devo dire che l’ultimo incontro fra Sainte Colombe e Marais, quando si mostra che quest'ultimo arriva a comprendere il ruolo della musica e ne esplicita le sue conclusioni supportato dall'approvazione del maestro, mi ha lasciato un po’ perplesso. Mi è sembrato che si affidasse alla musica un ruolo un po’ troppo cupo, estremo e limitato: la musica per i morti, o per chi si appresta alla vita nel suo stato fetale... Da questa scena mi sarei aspettato qualcosa di più, non sono d’accordo nel circoscrivere a queste sfere la funzione della musica. Così, forse perché questa cosa mi ha lasciato insoddisfatto, ci ho riflettuto un po’, e ho pensato che Marais con quelle frasi sta solo dimostrando al maestro che in lui è cominciato un cambiamento, che ora sta iniziando a comprendere la musica e il suo significato, per cui noi spettatori dobbiamo intendere le sue parole solo come un inizio della sua comprensione, non aspettarci invece che la funzione della musica si esaurisca in quelle sue poche frasi. D'altra parte, Sainte Colombe si era prima pronunciato dando al suo allievo un input un po' più generale. Da persona ermetica quale era, Sainte Colombe non ha mai voluto rivelargli esplicitamente il suo credo sulla musica e non si smentisce neanche in questo momento, pur concedendosi un po' di più: lui infatti ha sempre voluto che il suo allievo, pur con la sua guida, arrivasse da solo a cogliere l'essenza della musica perchè solo così avrebbe potuto fare veramente sua questa conquista. Così penso che quando Sainte Colombe vede Marais avvicinarsi all'obiettivo tanto atteso, a lui questo basta, capisce che il suo allievo è sulla strada giusta, e non gli serve altro per averne conferma.
In questo modo riesco a dare pienamente significato e valore anche alla scena iniziale del film. Qui Marais, in contrasto con le parole pronunciate da qualcuno durante la sua lezione, del tipo "il fine della musica è rapire l’anima, far commuovere, far perdere i sensi", tutte frasi che associano alla musica lo scopo di compiacere gli altri, Marais si oppone dicendo semplicemente "Datemi l’ombra". Per quanto anche questa sua frase possa essere ermetica e le possa essere associato un significato cupo, a me piace interpretarla come una frase rivolta ai suoi allievi e con questo senso: scavate dentro voi stessi, scandagliate le profondità della vostra anima dove è nascosta la vostra parte più intima, sensibile, pura e vera, dove è custodita l’origine delle vostre emozioni e dei sentimenti che provate, e che qui conservano per sempre la loro condizione fetale, priva di ogni filtro. "Datemi l’ombra", quindi, come un datemi questa parte di voi, donatele una luce e un respiro, fatela vibrare, risuonare e amplificare nell’aria, perché è così che diventerete voi stessi musica, proprio come lo era il maestro Colombe, che faceva del suo essere un tutt'uno con il suo strumento e la musica che emanava.
(Poi magari "datemi l’ombra" voleva essere solo un modo meno esplicito per dire di chiudere le imposte ed evocare i morti, visto che dopo le fa chiudere per avere il buio, ma a me piace interpretare così quella frase, ricollegandola in qualche modo al suo ultimo incontro con il maestro e al suo insegnamento generale.)