LXXX Cineforum - Cold war; Tutte le mattine del mondo

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alessandra

Lunatic Mod
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Riapriamo il cineforum con due titoli concordati nel topic "Cineforum - Proposte operative".

I film sono:

Cold war di Pawel Pawlikowski

Tutte le mattine del mondo di Alain Corneau

A voi (e forse anche a me) il piacere di guardarli e commentarli, qui e nella Cineteca.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
ho in previsione di vedere Tutte le mattine del mondo
 

Trillo

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Per ora ho visto solo Cold war e mi è piaciuto. Ho scritto un breve commento nell'apposito thread, qui invece per non scrivere lo stesso messaggio aggiungo qualcos'altro di più soggettivo.

Allora, mi è sembrato un film dai grandi contrasti. A partire dal contrasto che già si evince dal titolo, c'è poi quello del bianco e nero delle immagini, la contrapposizione tra la vita e l'amore vissuti in Polonia e quelli vissuti in Francia, il contrasto tra la canzone in polacco cantata dalla protagonista e la stessa canzone riproposta in francese, tra la falsa e ostentata allegria nelle esibizioni pubbliche e la reale tristezza interiore nella sfera privata...Questi contrasti si spengono tutti nel finale, che vede i protagonisti uniti nella stessa condivisa direzione.

Dico un'ultima cosa che però non vale niente, è giusto un'associazione che mi è venuta in mente e che vorrei condividere con voi. C'è una scena in un locale pubblico in cui c'è il protagonista in primo piano con dietro uno specchio che riflette le persone che affollano il locale. Mi è venuto spontaneo associare questa immagine al quadro di Manet Il bar alle Folies-Bergère. E niente, questa era l'associazione, nel film questa scena mi ha colpito perché tra tutte le persone in movimento che sono riflesse, ce n'è una, piccola piccola tra la folla e che non si nota subito, ma che fa da punto fisso: è la protagonista che ricambia lo sguardo del suo amato e che subito dopo viene ripresa in primo piano...Non so perchè ma l'ho trovata una scena molto particolare.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Io cercherò di vederlo questo fine settimana. Ci anticipi solo se ti è piaciuto o no o...ni? Sono curioso :mrgreen:

Non lo so. :mrgreen: Credo sia un bel film. Questo è ciò che penso razionalmente. :D:D L'ho visto in due riprese e in momenti completamente diversi. Per tutta la prima metà, vista prima di addormentarmi, pur riconoscendo il valore delle scene, delle immagini e dei dial .... ehm ... delle parole della voce narrante :mrgreen: i miei pensieri ricorrenti sono stati due: 1) non ce la posso fare 2) devo strozzare Trillo appena possibile :D Per tutta la seconda parte, vista in un momento in cui ero molto meno stanca, ho pensato "Però, bello questo film, particolare" :? e alla fine mi sono detta soddisfatta. Probabilmente queste sensazioni così contrastanti dipendono dal diverso stato d'animo durante la visione. Certamente si tratta di un film consigliabile soprattutto ai veri appassionati di musica.
 

Trillo

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Ahaha allora per fortuna la seconda parte mi ha messo in salvo la vita :mrgreen:
Grazie per aver soddisfatto la mia curiosità :)
 

estersable88

dreamer member
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Ora mi avete proprio incuriosito... cercherò di vederli, ma non garantisco la riuscita.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Spoileroni - Tutte le mattine del mondo - non leggete se non l'avete ancora visto

Marais/Gerard Depardieu, un navigato violinista di corte, racconta con l'uso di un lungo flashback la sua storia a un gruppo di allievi, iniziando dal momento in cui, giovanissimo, si presenta al cospetto del maestro Sainte Coulombe affinché quest'ultimo gli insegni a suonare. Il musicista, contrario a ogni forma di esibizione, profondamente addolorato per la morte della moglie - avvenuta in sua assenza - e incapace di dimostrare alle due figlie l'amore che prova per loro, vive in un eremo separato dal resto dell'abitazione, con l'unica compagnia della musica e dei suoi rimpianti. Egli si rifiuta di insegnare la musica a Marais, avendo intuito la sua immaturità e il suo desiderio di apparire e non considerandolo quindi un vero musicista, ma Madeleine, la figlia maggiore, si innamora di lui e convince il padre a dargli qualche lezione. Quando il giovane viene chiamato alla corte del Re e decide di accettare l'invito, tra lui e Sainte Coulombe avviene una rottura drastica. Presto la rottura avviene anche con Madeleine, la quale non si riprenderà mai dall'abbandono. Prima di porre fine alla propria vita, lei chiede di rivederlo e lo invita a suonare per lei la melodia "La sognatrice", che a suo tempo le aveva dedicato.
Marais non ha più pace, si reca quasi ogni notte all'eremo dove ormai Sainte Coulombe vive completamente solo e sempre più sofferente, e appoggia l'orecchio alla porta cercando di carpire i segreti della sua musica. Una notte il maestro apre la porta e lo fa entrare. Quest'ultima parte mi è un po' oscura ma io l'ho interpretata così: Marais, pur avendo ormai una lunga esperienza a corte, si rende conto di non essere un musicista "con l'anima"; è come se non riuscisse a vivere i sentimenti appieno e cercasse una catarsi, è ossessionato dall'idea di diventare un musicista fino in fondo ma anche un uomo fino in fondo e inconsciamente forse sente che questo può avvenire entrando in contatto con chi vive immerso in un dolore che trova la sua espressione in un'arte senza eguali. A una sua richiesta, il maestro risponde che quella che lui potrebbe dargli sarebbe "la prima lezione", ma solo dopo averlo sentito pronunciare accorate parole legate alla musica capisce che il suo "allievo" ha qualcosa dentro e gli consegna, mostrandogli infinita fiducia, la melodia composta per la moglie, "Le lacrime". Quest'ultima parte è molto toccante, ma ho avuto la sensazione che il cambiamento del maestro sia avvenuto troppo in fretta, perciò dico che forse sono io a non aver capito.
Si tratta di un film colto, a tratti tanto raffinato da rasentare la freddezza, a tratti, al contrario, sconfinante in un melodramma ricercato, come avviene nella storia di Madeleine. SI tratta di un film fatto di sguardi, di primi piani, di non detto, di sentimenti soffocati, di voce narrante fuori campo. Una storia di formazione, in un certo senso; formazione di Marais, ma anche del maestro, splendido personaggio che alla fine decide di affidare la sua musica a un'altra persona. La musica, protagonista assoluta; credo che un esperto o appassionato possa apprezzarlo più di me, che pure, dopo lo sconcerto legato alla prima metà (è un genere a cui non sono abituata, inoltre il film è lentissimo e molto particolare e, appunto, a tratti mi sembrava un po' "freddino") l'ho apprezzato. Sono contenta di averlo visto.

Una curiosità: immagino che Guillaume Depardieu, che interpreta Marais da ragazzo, sia il figlio di Gerard...è identico!
 

Trillo

Active member
Tutte le mattine del mondo - commento con spoiler

Finalmente ho visto anch'io questo film, posso dire che in generale non mi ha esaltato ma che sono rimasto soddisfatto.

A me la prima parte è piaciuta, forse più della seconda, l’ho trovata molto più significativa. È quella che dà corpo al personaggio di Sainte Colombe, e questo già dalla prima scena, in cui il suo allievo Marais lo presenta con un’immagine molto forte: non lo definisce infatti come un musicista, o un compositore, o il più grande violista da gamba, ciò che dice è: "egli era la Musica". E in tutta la prima parte, per quanto possa essere lenta, succedono tante cose che ci danno la possibilità di scoprire la verità che si cela nella definizione del suo allievo. Vediamo come tutto il giorno Sainte Colombe si chiuda nel suo capanno a suonare, a perfezionare la sua arte, a comporre, a ricercare nuovi modi per esprimere al massimo le molteplici sfumature dei suoi sentimenti. Vediamo come la musica sia il solo mezzo con cui lui sia in grado di comunicare, e come grazie ad essa riesca a ritrovare il legame con le figlie. Vediamo un uomo che non baratta la musica per il successo, per il denaro, per piacere a qualcuno, per mettersi al suo servizio o in supporto a qualcosa, un uomo che non tradisce mai i suoi valori né scende mai a compromessi, e tutto questo senza un minimo di esitazione, ma nella convinzione più totale. Quando gli viene offerto di prestare servizio alla corte del re, per Sainte Colombe è quasi un proposta blasfema tanto violentemente caccia via gli emissari del re. E quando da lui arriva il giovane Marin Marais chiedendogli di tenerlo come suo allievo, la figura di Sainte Colombe si definisce ancora di più per via del contrasto che emerge con il ragazzo. Marais è infatti tutto il contrario di lui. Fin da subito è chiaro che Marais considera la musica solo come un mezzo per elevarsi socialmente, per distinguersi, per conquistare fama e ricchezza. Per quanto possa avere una buona tecnica strumentale, Marais vive la musica come qualcosa di superficiale, come una semplice produzione di suoni per piacere a qualcuno e acquistare successo, senza mai riflettere davvero su ciò che ode e senza mai riuscire a infondere veramente del sentimento quando suona. Ciononostante, Sainte Colombe si prodiga in tutti i modi per farlo crescere musicalmente, e sempre in questa prima parte abbiamo modo di vedere come Sainte Colombe coltivi proprio un culto del suono e cerchi di trasmetterlo al suo allievo. Non solo gli dà lezioni di strumento, ma coglie ogni occasione per educarlo al suono, per fargli carpire la musica che pervade ogni istante nascondendosi in ogni minimo dettaglio, e farlo riflettere su come tutto questo nella sua purezza e naturalezza sia più musica di quanta lui ne riesca a produrre meccanicamente sul suo strumento con la sua sola tecnica.

Nella seconda parte, al contrario, ho avuto la stessa sensazione di alessandra, e che cioè tutto cambiasse un po’ troppo repentinamente, sia nelle intenzioni e nell'animo di Marais sia in quelle di Sainte Colombe. A parte questo, ho trovato tristissima la fine di Madeleine e toccante il finale. Però devo dire che l’ultimo incontro fra Sainte Colombe e Marais, quando si mostra che quest'ultimo arriva a comprendere il ruolo della musica e ne esplicita le sue conclusioni supportato dall'approvazione del maestro, mi ha lasciato un po’ perplesso. Mi è sembrato che si affidasse alla musica un ruolo un po’ troppo cupo, estremo e limitato: la musica per i morti, o per chi si appresta alla vita nel suo stato fetale... Da questa scena mi sarei aspettato qualcosa di più, non sono d’accordo nel circoscrivere a queste sfere la funzione della musica. Così, forse perché questa cosa mi ha lasciato insoddisfatto, ci ho riflettuto un po’, e ho pensato che Marais con quelle frasi sta solo dimostrando al maestro che in lui è cominciato un cambiamento, che ora sta iniziando a comprendere la musica e il suo significato, per cui noi spettatori dobbiamo intendere le sue parole solo come un inizio della sua comprensione, non aspettarci invece che la funzione della musica si esaurisca in quelle sue poche frasi. D'altra parte, Sainte Colombe si era prima pronunciato dando al suo allievo un input un po' più generale. Da persona ermetica quale era, Sainte Colombe non ha mai voluto rivelargli esplicitamente il suo credo sulla musica e non si smentisce neanche in questo momento, pur concedendosi un po' di più: lui infatti ha sempre voluto che il suo allievo, pur con la sua guida, arrivasse da solo a cogliere l'essenza della musica perchè solo così avrebbe potuto fare veramente sua questa conquista. Così penso che quando Sainte Colombe vede Marais avvicinarsi all'obiettivo tanto atteso, a lui questo basta, capisce che il suo allievo è sulla strada giusta, e non gli serve altro per averne conferma.

In questo modo riesco a dare pienamente significato e valore anche alla scena iniziale del film. Qui Marais, in contrasto con le parole pronunciate da qualcuno durante la sua lezione, del tipo "il fine della musica è rapire l’anima, far commuovere, far perdere i sensi", tutte frasi che associano alla musica lo scopo di compiacere gli altri, Marais si oppone dicendo semplicemente "Datemi l’ombra". Per quanto anche questa sua frase possa essere ermetica e le possa essere associato un significato cupo, a me piace interpretarla come una frase rivolta ai suoi allievi e con questo senso: scavate dentro voi stessi, scandagliate le profondità della vostra anima dove è nascosta la vostra parte più intima, sensibile, pura e vera, dove è custodita l’origine delle vostre emozioni e dei sentimenti che provate, e che qui conservano per sempre la loro condizione fetale, priva di ogni filtro. "Datemi l’ombra", quindi, come un datemi questa parte di voi, donatele una luce e un respiro, fatela vibrare, risuonare e amplificare nell’aria, perché è così che diventerete voi stessi musica, proprio come lo era il maestro Colombe, che faceva del suo essere un tutt'uno con il suo strumento e la musica che emanava.

(Poi magari "datemi l’ombra" voleva essere solo un modo meno esplicito per dire di chiudere le imposte ed evocare i morti, visto che dopo le fa chiudere per avere il buio, ma a me piace interpretare così quella frase, ricollegandola in qualche modo al suo ultimo incontro con il maestro e al suo insegnamento generale.)
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
ho visto Tutte le mattine del mondo e devo ancora capire quanto il film mi abbia lasciato al di là del dolore e dell'estetismo del dolore. La musica quasi come catarsi e rifugio. Un film intellettuale, molto estetizzante.
 
Stato
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