Singer, Bryan - Bohemian Rhapsody

Meri

Viôt di viodi
Da qualche parte nelle suburb londinesi, Freddie Mercury è ancora Farrokh Bulsara e vive con i genitori in attesa che il suo destino diventi eccezionale. Perché Farrokh lo sa che è fatto per la gloria. Contrastato dal padre, che lo vorrebbe allineato alla tradizione e alle origini parsi, vive soprattutto per la musica che scrive nelle pause lavorative. Dopo aver convinto Brian May (chitarrista) e Roger Taylor (batterista) a ingaggiarlo con la sua verve e la sua capacità vocale, l'avventura comincia. Insieme a John Deacon (bassista) diventano i Queen e infilano la gloria malgrado (e per) le intemperanze e le erranze del loro leader: l'ultimo dio del rock and roll. (MyMovies)

Nonostante mi abbiano fatto notare che la storia sia molto romanzata e che non segua fedelmente la vita di Mercury e del gruppo, ho apprezzato tanto il film, mi ha assorbita e commossa. L'attore si è dimostrato all'altezza del difficile compito.
 

velvet

Well-known member
Ho letto molte stroncature per questo film, che a me invece è piaciuto. Pur conoscendo e apprezzando la band e le sue canzoni tante cose della vita dei suoi componenti non le sapevo e quindi non sono in grado di dire quanto sia fedele o romanzato. Mi ha coinvolta, le musiche sono ovviamente fondamentali e bellissime e ho trovato l'attore molto bravo. Ho apprezzato il ritratto dell'artista e dell'uomo, alla fine i dettagli più scottanti per me non sono così fondamentali.
Il concerto finale del Live Aid mi ha emozionata.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Io non sono mai stata una fan accanita dei Queen però lo era la mia migliore amica quando ero adolescente perciò conosco parecchie loro canzoni e mi sono sempre piaciute.
Ho visto con interesse questo film, non mi sono neppure addormentata :mrgreen: (di solito mi succede), la musica mi ha tenuta sveglia, però mi sono chiesta quanto fosse veritiero e se l'attore che interpreta Freddy cantasse davvero. Non sapevo assolutamente della sua prima storia d'amore con una donna.
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Quando ho visto questo film per un po' mi sono sentita disorientata, "Ma come - mi dicevo - tutti quegli Oscar, e osanna, ed entusiastiche critiche, ed io mi sento così insoddisfatta?" Sì, a volte per me è difficile capire perché non mi tornano i conti. Allora vado a leggere le critiche, sperando di trovare in un talento più analitico la spiegazione delle mie perplessità.
Fra tante, tantissime lodi ho trovato una recensione che condivido al 100%, e chiedo venia se la riporto, ma dice quello che penso come io non saprei fare:
<< Nel momento in cui i rimanenti membri dei Queen hanno deciso di produrre un film su Freddie Mercury e la loro band sono iniziati i problemi. Ora che il film è pronto, questi problemi sono sotto gli occhi di tutti. Bohemian Rhapsody è una grande autocelebrazione senza il minimo distacco, neppure per riprendere fiato narrativo, e dove chiunque graviti attorno al "dio Mercury" finisce coll'essere un angelo. Bohemian Rhapsody doveva avere un genio della sceneggiatura come Peter Morgan a scriverlo e un grande regista come Bryan Singer a dirigerlo ma la realtà è che il primo ha solo realizzato il soggetto, mentre il secondo ha lasciato la produzione più o meno a metà riprese. Il risultato è un pasticcio gigante, risolto affidandosi a generalizzazioni, schematizzazioni e stereotipi. Unico punto fermo che sembra non essere stato influenzato dai problemi di produzione sono i sassolini che i Queen si sono levati dalle scarpe tramite il film.
Il punto centrale del film è l’appartenenza. La vita di Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody è contrassegnata dal desiderio di appartenere a qualcosa o a qualcuno, il desiderio di fare pace con un’identità sessuale che lo privava degli affetti per come li desiderava e quello di conciliarsi con una famiglia che non vedeva di buon occhio ciò che faceva. La band è il paradiso da cui si allontana, attratto da cattive frequentazioni. Nel film tutte le possibili colpe immaginabili, tutto il peggio del peggio è concentrato su un personaggio, Paul Prenter, amante e manager di Freddie. Lui lo allontanò dal gruppo, lui è il demone, responsabile addirittura dell’aids contratta dalla star e quindi della sua morte. In questo film recitato abbastanza male, in cui ogni attore pare aver detto le sue battute senza gli altri presenti, tanto suonano scollate e distanti le conversazioni, è presente il campionario delle ovvietà cinematografiche: ci sono premonizioni nel passato di eventi che sappiamo si verificheranno, momenti di grandi rivelazioni sotto la pioggia e c’è anche la scena in cui qualcuno dice ai Queen che la loro canzone di maggior successo (che dà anche il titolo al film) non piacerà a nessuno. In una lunga catena di conti che i componenti della band intende regolare attraverso il cinema, sembra che la sola salvezza e il solo equilibrio nella vita del cantante fossero loro.
L'unico lato positivo del film è il racconto del rapporto tra la band e il pubblico. I concerti in giro per il mondo, l'esibizione al Live Aid, le folle inneggianti: “ Bohemian Rhapsody” riesce a evocare il potere della musica di unire, convogliare e mettere insieme persone diverse. Qui, il film rivela cosa avrebbe potuto essere se non si fosse lasciato travolgere da una parte dall'idolatria nei confronti di Mercury, dall'altra dalla voglia della band di pareggiare i conti: una storia sulla musica.
Perché per il resto questo lungometraggio, tutto enfasi e sentimenti gridati, sembra solo distribuire colpe e virtù, sentenziare chi è da biasimare e chi da esaltare per il genio e la morte di Freddie Mercury. Bohemian Rhapsody, nel suo facile moralismo, rappresenta le grandi feste a casa del cantante e il sesso promiscuo come un triste rimedio inefficace alla solitudine profonda che lo attanagliava. A queste oppone i valori buoni come quello della famiglia, con la quale alla fine si riconcilierà. Di sicuro, il genio di Freddie Mercury meritava qualcosa di più profondo e articolato
.>>


Aggiungerei qualcos'altro: l'attore protagonista, Rami Malek, certamente è bravo ed ha anche studiato le movenze e le espressioni di Freddy Mercury, ma la fisicità non è solo questione di postura, è qualcosa di complesso, ineffabile, per cui se sei capace di sedurre e trascinare le folle lo sei, altrimenti non c'è imitatore che tenga. E' questa la cosa fantastica che rende uniche certe personalità. Orbene (carino, orbene, eh?), Rami Malek rispetto alla prorompente fisicità di Freddy Mercury così magnetica e vitalmente animale, sembra come...... (se mi si perdona il paragone poco elegante) come un filetto di pangasio rispetto ad una sogliola limanda. o_O:cautious:
Oltre a ciò, concordo pienamente con l'autore della critica citata sulla parzialità del punto di vista che colpevolizza eccessivamente Paul Prenter facendone il Lucifero della storia: non è così che si spiegano le cadute di un essere umano, attribuendone la colpa ad un manipolatore malefico.
Anche la complessità dei rapporti affettivi e familiari di Mercury nel film viene eccessivamente semplificata con la conseguenza inevitabile di cadere negli stereotipi. E inoltre la cronologia degli eventi è tutta sbagliata.
Rimane da dire ciò che mi è piaciuto, ed è l'atmosfera dei concerti, il particolare stato di simbiotica esaltazione che pervade i partecipanti ad un evento oceanico, soprattutto se il frontman della band è particolarmente carismatico.
Su questo punto il film mi ha coinvolta, complice anche - sicuramente - il ricordo vivissimo dei concerti a cui ho partecipato dal vivo. come l'ultimo dei Rolling Stones pochi anni fa.
In quelle situazioni la celebrazione di un rito dionisiaco collettivo ci rimanda ad una dimensione che pochi artisti sanno risvegliare, ed è logico che per questo essi diventino dei personaggi quasi mitici.
🙋‍♀️
 
Ultima modifica:

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Non sono in grado di dire quanto ci sia di realistico nella trama e ho avuto senz'altro la percezione che si tratti di un film in cui la realtà viene edulcorata, ma me l'aspettavo perché non ricordo nessun film dedicato a un personaggio famoso la cui visione non abbia provocato in me la stessa sensazione. Al di là dei motivi e degli interessi che possono esserci dietro, immagino che chi realizza un film faccia il possibile per evitare di "sporcare" l'immagine dei grandi artisti; spesso si fa la scelta più facile, onde evitare polemiche, ma è anche il modo di agire più rispettoso nei confronti della loro memoria. Ho apprezzato il fatto che si dia poco spazio ai pettegolezzi legati alla vita personale - pur rendendo bene il disagio di Freddie in un'epoca in cui non era facile essere omosessuali e in una famiglia in cui non era facile essere una rockstar - e che ci si concentri soprattutto sulla vita professionale di Freddie e sulla musica, quella sì, certamente vera. Bellissime le immagini dei concerti, in particolare del Live Aid, sembra di parteciparvi attivamente, si rivivono quelle atmosfere e mi ha incuriosito il modo in cui diverse canzoni sono nate. Un gruppo unito con le sue (ovvie) incomprensioni, davvero "una famiglia in cui come in ogni famiglia si litiga", questa è l'immagine della band che il film rimanda e la personalità di ciascuno è ben tratteggiata (a parte la straordinaria somiglianza fisica con gli originali, soprattutto per quanto riguarda John!). Ho trovato bravissimo il protagonista che comunque è riuscito a fare propri il più possibile gli atteggiamenti del cantante e a comunicare parte del suo carisma, credo che pochi avrebbero potuto fare di meglio! Un bel film per me.
 
Alto