isola74
Lonely member
Anni novanta. La Marchesa Alfonsina de Luna possiede una piantagione di tabacco e 54 schiavi che la coltivano senza ricevere altro in cambio che la possibilità di sopravvivere sui suoi terreni in catapecchie fatiscenti, senza nemmeno le lampadine perchè a loro deve bastare la luce della luna. In mezzo a quella piccola comunità contadina si muove Lazzaro, un ragazzo che non sa neppure di chi è figlio ma che è comunque grato di stare al mondo, e svolge i suoi inesauribili compiti con la generosità di chi è nato profondamente buono. Ma qual è il posto, e il ruolo, della bontà fra gli uomini? (Mymovies)
Film decisamente poetico, pur avendo come temi principali lo sfruttamento degli altri prima e l'emarginazione sociale, dopo.
Non è certo di facile visione, la prima parte è un po' lenta, la seconda si muove più velocemente ma va verso un finale che lascia spiazzati, Forse finale diverso non potrebbe esserci.
La regista usa un linguaggio tutto suo per esprimere il buono che c'è al mondo, e non è sempre facile starle dietro, specie sotto l'aspetto temporale. Il protagonista è perfettamente calato nella parte, parla poco ma si esprime tanto.
Sono contenta di averlo visto ma non è un film per tutti, troppa poesia può far male
Film decisamente poetico, pur avendo come temi principali lo sfruttamento degli altri prima e l'emarginazione sociale, dopo.
Non è certo di facile visione, la prima parte è un po' lenta, la seconda si muove più velocemente ma va verso un finale che lascia spiazzati, Forse finale diverso non potrebbe esserci.
La regista usa un linguaggio tutto suo per esprimere il buono che c'è al mondo, e non è sempre facile starle dietro, specie sotto l'aspetto temporale. Il protagonista è perfettamente calato nella parte, parla poco ma si esprime tanto.
Sono contenta di averlo visto ma non è un film per tutti, troppa poesia può far male