Malamud, Bernard - Prima gli idioti

bouvard

Well-known member
Questo è il secondo libro di racconti di Malamud che leggo e mi è piaciuto anche più del primo (Il barile magico). D’altronde i due libri sono abbastanza affini, in entrambi i racconti sono ambientati in parte in America e in parte in Italia (Roma e lago Maggiore), e le tematiche sono le stesse.
La scrittura di Malamud è tranquilla, placida, ma nello stesso tempo avvincente, a volte sembra che nei racconti non succeda niente, eppure si ha ugualmente voglia di continuare a leggere. Forse perché le sue storie non sono mai banali e i suoi personaggi hanno sempre qualcosa di originale.
Come l’uccello di uno dei racconti di questo libro. Probabilmente anche a voi sarà capitato – soprattutto se non vivete in una grande città – che un giorno un uccello vi sia entrato in casa. Ma dubito che fosse un uccello capace di parlare e per giunta un uccello ebreo!
Ovviamente il racconto è una metafora sull’antisemitismo. Argomento su cui Malamud torna anche nell’ultimo racconto Il profumo tedesco. Se non conoscete quest’autore leggetelo, ne vale davvero la pena.

“…la lingua del cuore è una lingua morta, oppure quando la parli nessuno capisce il suo accento…”
 
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ayuthaya

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I motivi per cui mi approccio a una raccolta di racconti sempre con una certa diffidenza sono principalmente due: il primo è che temo che la brevità dello scritto non mi dia “tempo” di entrare sufficientemente nella storia e di comprenderne il significato, il secondo è che anche di fronte a un’opera composta di “parti” quali sono appunto i racconti, mi sforzo sempre di trovare un senso complessivo, quello (tanto per capirci) che mi permette di scrivere un unico commento all’intera opera e non poche righe per ognuno di essi.
C’è poi da dire che, com’è naturale, quando si ha a che fare con più di un componimento ci sono quelli che ci colpiscono di più e quelli che magari ci lasciano un po’ interdetti... Così è stato anche per Prima gli idioti di Bernhard Malamud, nel senso che alcuni racconti mi sono piaciuti molto (quello che dà il nome alla raccolta, “Il nero è il mio colore preferito”, “L’uccello-ebreo”, “Diciamo, un matrimonio”, “Il profugo tedesco”) ed altri meno (in particolare non sono riuscita ad apprezzare i due racconti che hanno per protagonista il giovane artista Fidelman). Ma la cosa più importante è che alla fine sono riuscita a percepire quel “senso complessivo” che secondo me è la volontà di Malamud di tratteggiare un certo tipo di uomo, che è anche un certo tipo di ebreo – poiché per questo autore raccontare l’essere umani significa anche raccontare l’essere ebrei – e cioè un uomo mite, dimesso, un uomo sconfitto. I personaggi sono molti e tutti differenti fra loro: vi sono giovani e vecchi, gente colta e poveri ignorante, onesti e delinquenti... vi è persino un uccello che parla! Ma tutti loro hanno in comune una cosa: l’essere individui che non brilleranno mai, nonostante spesso siano inondati di luce interiore. Sotto lo sguardo acuto e amaramente ironico di Malamud sfila la muta lotta fra le intenzioni dell’uomo e la realtà che lo circonda, e a prevalere, purtroppo, è quasi sempre la realtà: la realtà che non li accetta in quanto ebrei, innanzitutto, ma anche in quanto uomini e donne incapaci di “alzare la voce”, che è l’unico modo, nel mondo che ci circonda, per farci sentire. I personaggi di questo libro sussurrano, a volte tacciono, ma la forza che proviene dal loro silenzio è travolgente; per questo se è vero che quasi sempre agli occhi del mondo restano degli “sconfitti”, tuttavia non sono dei “perdenti” e l’autore li riveste di una dignità che li fa brillare agli occhi di noi lettori.
 
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gamine2612

Together for ever
:) Ho letto Malamud con piacere, questo è il secondo per me dopo Il Cappello di Rembrandt.
(potreste correggere il titolo qui inserito?)
Apprezzo molto il suo stile sciolto, la lettura scorre senza accorgersene.
Della raccolta mi sono piaciuti molti i racconti con protagonista l'artista Fieldman, in particolare la riproduzione dell'opera :mrgreen:.Non mi addentro perché ci sono qui altri commenti e per non svelare troppo.
Sicura che procederò nella lettura di altri suoi.
Consiglio
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Voi dite che devo modificare il titolo?
Questo caso è come quello de La stanza di Jacob di Virginia Woolf che viene tradotto anche con La camera, in base all'edizione (tipo quella che sto leggendo io).
 

Fabio

Altro
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Una curiosità: il titolo corretto è prima gli idioti o prima gli stupidi?
Grazie.
 
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