Zanotelli, Alex - Prima che gridino le pietre. Manifesto contro il nuovo razzismo

qweedy

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Mi diranno che faccio politica?
La vita di ogni giorno è politica.
Ogni nostra scelta è politica.
Alex Zanotelli

"Questo libro racconta il razzismo di ieri e soprattutto di oggi, potente macchina del consenso. Missionario e attivista – da sempre convinto che “Dio è schierato, è il Dio degli oppressi, degli schiavi, dei poveri” –, Alex Zanotelli compone uno scritto politico che non è solo denuncia del presente ma contributo essenziale di conoscenza. È il precipitato di oltre cinquant’anni vissuti fianco a fianco con gli ultimi della terra, prima in Sudan poi in Kenya, in una delle infinite baraccopoli di Nairobi. È sorprendente leggere il racconto della quotidiana distorsione dei fatti, di cui ormai siamo vittime, spesso inconsapevoli. È decisivo restituire una storia ai popoli in fuga, per capire quello che sta succedendo, perché di quella storia siamo responsabili. Ricordando la “santa collera” del pastore luterano Kaj Munk; il Sanctuary Movement che, a partire dagli Stati Uniti, ha trasformato le chiese in rifugi protetti; il primo sciopero dei braccianti africani, guidato dallo studente di ingegneria e lavoratore nei campi Yvan Sagnet, fino all’esperienza di Riace, Zanotelli tira le fila di un’Italia impegnata e rilancia con forza il valore politico della disobbedienza civile."

Padre Alex Zanottelli parla forte e chiaro, dati alla mano, e con la sua grande esperienza dell'Africa.
Riporto alcune sue frasi:

Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), i rifugiati nel mondo sono sessantacinque milioni, l’86 per cento dei quali è ospitato nei paesi più poveri. Appena il 14 per cento si trova nell’Occidente ricco e sviluppato. Eppure l’Europa si sente sotto assedio, si sente invasa, reagisce con paura e ostilità, erge muri, srotola filo spinato, chiude i porti, respinge i migranti.

L’informazione deve illuminare i motivi per cui le persone scappano dal proprio paese: dittature,guerre, cambiamenti climatici, crisi umanitarie. Se l’Africa soffre è anche responsabilità nostra perché per secoli è stata depredata. E anche ora si continua: miniere da cui vengono estratti importanti minerali per le componenti hi-tech, per i nostri telefonini, per i computer. L’Onu si aspetta entro il 2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa.

Le chiese devono diventare luoghi di rifugio per i migranti. Nel Vangelo c’è scritto di accogliere, ma da anni esiste la Lega, è mai possibile che nessuna conferenza episcopale, un vescovo lombardo, veneto, abbiano analizzato la Lega e il suo razzismo? Tutti siamo sotto accusa per la situazione in cui ora ci troviamo, anche la mia Chiesa.

Mi appello alla marina e alla guardia costiera perché di fronte a provvedimenti come la chiusura dei porti mettano in atto la disobbedienza civile. L’Europa finora è rimasta a guardare l’enorme problema degli immigrati e non è stata in grado di mettere in campo una politica comune di solidarietà. Ha stretto un accordo scellerato con la dittatura di Erdoğan in Turchia e vuole fare lo stesso in Libia. Era facile donare per l’Africa o fare adozioni a distanza quando l’Africa era lì, lontana. Era facile dire «italiani brava gente», ma ora che questa gente viene a casa nostra ci rivela che siamo razzisti. Il nero a chilometro zero non piace.

È semplicemente ridicolo parlare di invasione. In Europa gli abitanti sono più di cinquecento milioni e gli immigrati arrivati negli ultimi sei anni sono meno di due milioni: una goccia nel mare. Eppure ne abbiamo una paura terribile. Ieri erano gli ebrei e i rom, oggi sono i migranti e ancora una volta i rom. Il clima di odio è quello degli anni che hanno preceduto i totalitarismi. Anche la richiesta dell’uomo forte alla guida del paese è una situazione che mi ricorda l’avvento del fascismo. L’Onu informa che il maggior numero di rifugiati (86 per cento) è accolto in paesi africani e in altri paesi poveri come il Libano, dove ha trovato riparo un milione e mezzo di profughi siriani. Sono i poveri che accolgono. Questo è il vero tramonto dell’Occidente.
 
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