Kristensen,Monica-L'ultimo viaggio di Amundsen

Shoshin

Goccia di blu
"Un grande racconto documentario che indaga uno dei misteri irrisolti dell’esplorazione artica e il tragico destino dell'eroe polare Roald Amundsen.

Il 25 maggio 1928 il dirigibile Italia, tornando da una spedizione al Polo Nord, si schianta sulla banchisa a nord delle isole Svalbard. Il generale Umberto Nobile e gli altri otto sopravvissuti, malati, affamati e sull’orlo della follia, resistono quasi cinquanta giorni in un deserto di ghiaccio, chi aspettando i soccorsi, chi tentando una marcia disperata verso la terraferma. Per salvarli, ma anche per difendere interessi politici e territoriali, si mobilitano Italia, Norvegia, Svezia, Finlandia, Francia e Unione Sovietica, dando inizio a una complessa e spettacolare operazione di soccorso seguita da reporter e cineoperatori di tutto il mondo. Il 18 giugno, a bordo di un idrovolante francese, parte anche il grande eroe polare norvegese Roald Amundsen. Con Nobile, nel 1926, aveva compiuto il primo sorvolo del Polo Nord a bordo del dirigibile Norge. Tra loro era esploso subito uno scontro di personalità e di potere, lasciando poi strascichi di offese reciproche. Eppure Amundsen è impaziente di volare a salvare il rivale, forse anche per il timore di essere stato messo in ombra dalle esplorazioni dei tempi nuovi, ormai in mano agli eroi dell’aria. Ma il Latham 47, che è solo un prototipo mai collaudato, una volta partito scompare per sempre. Amundsen si rendeva conto del rischio che correva? E cos’è successo all’aereo e al suo equipaggio? Monica Kristensen mette in campo sia le sue competenze scientifiche sia la sua esperienza di narratrice per ricostruire la vicenda con commossa accuratezza, arrivando, ragionamento dopo ragionamento, ad avanzare una sua originale interpretazione. E ci regala il ritratto emozionante di un grande eroe al tramonto."

Un libro che diventa testimonianza di imprese epiche,in luoghi inospitali e sconosciuti al tempo in cui avvennero.
Attraverso una ricerca minuziosa di tutti i resoconti e i giornali del tempo,la scrittrice Monica Kristensen compie il miracolo di riportare in vita
un'atmosfera a noi sconosciuta,e l'essenza della figura di un eroe che pochi ricordano.

Amundsen era partito per tentare di salvare un vecchio amico,diventato rivale,ma non tornò più.
Aveva lo sguardo preoccupato quando si accomodo'nel posto che gli era stato assegnato
nel Latham 47,un idrovolante a scafo centrale bimotore di costruzione francese.Prima che il velivolo decollasse fece un piccolo cenno con la mano,come per salutare .
C'era una vena di tristezza nel suo sguardo.
Così fu l'ultima volta che Amundsen apparse in pubblico.
Non sarebbe più tornato.Lui che aveva attraversato per primo il passaggio a nord ovest,che era stato per primo al Polo Sud,che per primo aveva sorvolato l'Artico e il Polo Nord.Lui che aveva combattuto silenziosamente una dura battaglia contro il cancro
non sarebbe più tornato.Non avrebbe più potuto neppure riabbracciare Bess Magids...

Emblematica appare la sua “ultima” intervista all'Aftenposten in cui il grande esploratore confessa un suo desiderio nascosto:

“ah sapeste com’è bello il paesaggio lassù! E’ lì che vorrei morire, vorrei una morte cavalleresca, che mi cogliesse nel corso di una grande impresa, una morte rapida e indolore“

Riporto il discorso commemorativo di Fridtjof Nansen...
"...Importante tanto quanto il contributo scientifico era per lui l'azione,anzi proprio le imprese erano quel che lui considerava più importante.Che esempio luminoso per i nostri giovani!
Ogni sua mossa era permeata da una volontà tenace e coraggiosa."Sii fedele a te stesso,e la vita ti incoronera'",si dice.
Egli è stato fedele alla parte migliore di sé.
Ha dedicato tutta l'età adulta e tutto ciò che aveva alla realizzazione dei suoi ideali di gioventù.
Gli ostacoli che si sono susseguiti non hanno che rafforzato la sua volontà sino alla vittoria.Vedete,è stata questa la sua grande impresa:la vita l'ha incoronato.
E alla fine del viaggio è tornato alle terre di ghiaccio dove lo aspettavono le avventure della sua vita.Li ha trovato una tomba ignota,sotto il cielo terso del mondo glaciale e nel fruscio d'ali dell'eternità che attraversa l'aria..."


Un libro davvero bello,benché molto tecnico,
ricco di riferimenti storici e di personaggi non
risulta mai noioso.
Anzi trascina in un'atmosfera epica oramai sconosciuta ai nostri tempi.

Memoriale di Caudebec.

 
Alto