Deaver, Jeffery - Il gioco del Mai (Colter Shaw 01)

estersable88

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Colter Shaw non è un poliziotto né un militare. È un tracker, un localizzatore, uno che per vivere cerca persone scomparse, a bordo di un furgone, da una parte all'altra degli States. Allenato dal padre fin da bambino a contare solo su se stesso quando lì fuori si mette male, Shaw è un vero talento nel seguire gli indizi, anche i più indecifrabili. Sa come sopravvivere in ogni situazione, anche la più estrema, perché sa quali regole rispettare e quali comportamenti non assumere. Mai. Oggi il nuovo ingaggio lo porta in California: è sparita una studentessa universitaria. Colter si mette sulle tracce del rapitore e dei suoi inquietanti messaggi che si rifanno a quelli di un popolare videogioco. Fuggi, se puoi è il primo. Ma sul sentiero di caccia cade più di una vittima e Colter viene risucchiato nel cuore nero della Silicon Valley, che non è solo ricchezza, potere, modernità scintillante. È anche un tritacarne, un ingranaggio programmato per sbriciolare chi non sa tenere il passo. È solo qui che qualcuno potrebbe concepire il gioco sadico e mortale in cui le vittime vengono lasciate in un luogo isolato, con cinque oggetti per salvarsi. Un rebus che, se non viene risolto, porta con sé l'ultimo messaggio dell'Uomo che Sussurra: Muori con dignità.

E' già da un po' che noi fans di Deaver attendiamo qualcosa di nuovo: negli ultimi anni lo scrittore statunitense ha scritto qualche stand-alone e portato avanti le sue serie già avviate, in testa quella di Lincholn Rhyme; pur apprezzandole, da più parti serpeggiava un po' di insoddisfazione per il mancato rinnovamento di un autore tanto prolifico quanto poliedrico. Ebbene, Deaver ci ha accontentati: Il gioco del Mai è il primo libro di una nuova serie, il cui protagonista è Colter Shaw.
Solitario, enigmatico, riservato, anticonformista, Colter Shaw è un cercatore di ricompense, uno che si guadagna da vivere cercando persone scomparse in cambio di denaro. Non è, però, un cacciatore di taglie o un mercenario, Colter Shaw ha una sua morale, delle regole di comportamento e di vita che lo rendono peculiare ed unico. Molte di queste regole gli derivano dagli insegnamenti dei genitori, in particolare del padre Ashton Shaw, un survivalista convinto che ha addestrato i propri figli a sopravvivere in ogni situazione. Ecco perché Colter sa scalare, combattere, sparare, individuare pericoli, conosce la natura, rispetta gli animali, è il miglior segugio della famiglia (questo però lo diceva sua madre). La famiglia ha un peso importante nella vita di Shaw, specie nel suo passato: deve dissipare alcune ombre, alcuni misteri che gli tolgono la serenità. E' per questo che si trova in California, nella Silicon Valley, quando intercetta la richiesta d'aiuto – con relativa ricompensa – di Frank Mulliner: la figlia, Sophie, è scomparsa e la polizia non sembra star compiendo alcuna ricerca. Non sarà difficile per Colter capire che la ragazza è stata rapita e che chi l'ha sequestrata non si fermerà. E' un individuo pericoloso che sta tentando di riprodurre nella realtà i livelli di un gioco online che consiste proprio nel lasciare solo un soggetto con cinque oggetti, una sola possibilità di segnalare la propria posizione e due alternative: provare a fuggire o morire con dignità. E' L'uomo che sussurra, un videogioco prodotto da una piccola azienda della Silicon Valley. Ma chi è il misterioso giocatore che sta mettendo a repentaglio tante vite? E cosa c'è dietro a questo gioco infernale? Per scoprirlo, Shaw e la detective Standish si inoltreranno in un mondo a loro semisconosciuto, quello del gaming online, quello delle missions finte e della competizione vera, e apprenderanno che la tecnologia non è solo virtuale, ma ha tante ripercussioni nel mondo reale. Come in un gioco serrato, se non stai al passo potresti soccombere.
Deaver torna con questa nuova serie e soprattutto con questo nuovo personaggio… interessante, ma ancora contornato da troppe ombre. Sono perplessa, mi aspettavo qualcosina in più da Shaw, è ancora troppo ibrido… ma il mio non è assolutamente un giudizio negativo, è piuttosto un'attesa cauta e carica di aspettative. Vedremo come evolverà nei prossimi casi.
 

LettriceBlu

Non rinunciare mai
Non è stato un libro brutto, però parecchio sotto rispetto agli standard di Deaver. Avevo altissime aspettative riguardanti questa storia, date dal fatto che i precedenti due libri in cui Deaver ha trattato di videogiochi replicati nella vita reale e in generale di tematiche legate al mondo dei computer sono stati fenomenali, ma non ho riscontrato quasi per niente l'adrenalina che speravo e sapendo che Deaver e più che capace di fare molto di meglio, il mio giudizio non può non tenerne un gran conto.
Inoltre, ciò che mi ha profondamente deluso è stato il pochissimo approfondimento sul cattivo: conosciamo solo le ragioni per cui ha agito, per il resto sappiamo sì che è intelligente, ma nulla più. In genere Deaver crea dei cattivi che lasciano il segno, spesso restano in mente molto più dei protagonisti buoni, ma questo non colpisce, è talmente poco sviluppato che si farà presto a dimenticarsi completamente di lui. Certo l'idea che ha avuto è stata notevole, ma delle sue gesta resterà solo questo, anche perché non si dice nulla di come sia arrivato a concepirla e metterla in pratica.
Il protagonista non è male e si porta dietro un grande mistero familiare che intriga e che è il motivo per cui continuerò la trilogia, però anche in questo caso non riesce totalmente a conquistare il lettore come moltissimi suoi predecessori. Ha degli aspetti interessanti, come l'abitudine di assegnare ad ogni pista d'indagine delle percentuali di probabilità, però deve tutta la sua bravura all'esperienza e ai consigli del padre, non a una particolare intelligenza in un campo specifico o capacità deduttiva.
Personalmente, questo stile veloce che l'autore tanto decanta non mi è sembrato affatto tale, si è solamente percepito un fastidioso distacco tra il narratore (che quindi l'ha trasmesso a chi legge) e la storia che voleva raccontare.
Voto 7,5, che poteva anche superare l'8 se a scrivere fosse stato un altro, ma da Deaver certe mancanze non le accetto.
Comunque lo consiglio perché a prescindere dagli aspetti negativi è un buon thriller, i colpi di scena e le teorie con cui scervellarsi per tentare di scovare il colpevole non mancano, e gli approfondimenti sul mondo dei videogiochi sono molto ben fatti e ricchi di nozioni e curiosità che è stato stimolante conoscere.
 
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