Zhang, Ailing- La storia del giogo d'oro

isola74

Lonely member
Questa è un'epopea al femminile che, con stile maestoso, scolpisce nella memoria dei lettori la figura di Tsao Sixte, protagonista di un rovesciamento morale ed esistenziale clamoroso: dalla vita sventurata alla crudeltà perpetrata per astiosa vendetta, Sixte attraversa un periodo centrale della storia cinese (il racconto si svolge nel 1911, dopo la caduta dell'Impero, che resta sullo sfondo). Giovanissima, Sixte è costretta dal padre, umile mercante, a sposarsi come concubina a uno dei fratelli di una ricca famiglia di Shangai, nella cui magione viene reclusa sotto la tirannide tradizionale imposta dalla suocera. Il marito di Sixte è un infermo e il resto della famiglia è impietoso verso di lei. Umiliata, nonostante la nascita di due figli, la protagonista si consola al pensiero dell'eredità che un giorno otterrà... Alla morte del marito e della suocera, dopo dieci anni di dolorosa convivenza nella "gabbia d'oro", scopre che l'eredità tanto agognata è poca cosa . Inizia per Sixte una discesa agli inferi in cui trascinerà tutta la sua famiglia: ormai dipendente dall'oppio, si dedica a devastare crudelmente la vita dei due figli, in un'impressionante escalation di perfidia.


Per la prima parte del libro si fa fatica a entrare nel contesto delle parentele, tra sorelle maggiori o minori, fratelli e cognati che non hanno propriamente lo stesso significato che gli diamo noi. La seconda parte della lettura la passi invece a odiare profondamente l' antipatica protagonista e a sperare che prima o poi qualcuno riesca a tenerle testa.
Dicono che quest'opera sia considerata un capolavoro, io sinceramente non l'ho trovata così eccelsa, e sicuramente mi è sfuggito qualcosa, però è un lettura interessante, che ci apre a un mondo molto poco conosciuto.
Apprezzabile comunque.
 
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