243° MG - Mentre morivo di William Faulkner

Trillo

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Spero di aver aperto correttamente questo thread.

Come ha già accennato ayuthaya, da oggi cominciamo a leggere questo romanzo di Faulkner. Se c'è qualcun altro interessato e incuriosito, è il/la benvenuto/a, a quanto pare il romanzo è abbastanza complicato, e quindi ogni altro contributo è ben accetto, magari anche da chi questo libro lo ha già letto.

Io quasi certamente non lo avrei preso in mano se non avessimo concordato con ayuthaya una lettura condivisa.

Ho letto le prime pagine, a breve scrivo le mie impressioni iniziali.
 

estersable88

dreamer member
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Mi dispiace molto non essere dei vostri! Mentre morivo è uno dei libri che ho in attesa, ma purtroppo adesso non ho il tempo e la calma per apprezzarlo. Vi seguirò nei commenti. Buona lettura!
 

qweedy

Well-known member
E' per ora l'unico libro che ho letto di Faulkner (primo ma sicuramente non ultimo!) ed è stata una lettura straordinaria, incredibile, stranissima! Grandissimo scrittore!
Consigliatissimo, non è neppure così pesante come pensavo, ha una sua scorrevolezza piacevole.
 

ayuthaya

Moderator
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Eccomi! Io oggi ho finito il libro che stavo leggendo per cui iniziero domani!
Io, leggendo questo romanzo per la prima volta, ho provato quello che scrive qweedy e adesso sono davvero curiosa di vedere che effetto mi fara la sua rilettura, considerando che nel frattempo di Faulkner ne ho letti almeno altri cinque...
 

Trillo

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Estersable, dispiace anche a me che non sei dei nostri, ma tieni conto che io andrò pian pianino, quindi ci puoi sempre fare un pensierino :)

Queedy, il tuo commento è confortante! Se ti va di commentare lo stesso insieme a noi, mi fa piacere :)

Scrivo le mie prime considerazioni. Prima di iniziare a leggere il libro, ho dato una veloce sfogliata per vederne la struttura, dal momento che il libro non ha un indice. Si vede subito che si compone di tanti piccoli capitoli, intitolati come il personaggio a cui è affidata la parola (o il pensiero), e che il personaggio che ricorre maggiormente è quello di Darl. Ci sarà un motivo? Prima ancora di iniziare a leggere, questo aspetto già mi incuriosisce.

Devo dire che già nei primi capitoli vengono citati molti personaggi, e questo mi ha causato un po’ di confusione, e mi ha portato spesso a rileggere più volte gli stessi passi. Alla fine dovrei aver capito che la famiglia protagonista è composta da Addie (la madre), Anse (il padre), e i figli Darl, Jewel, Cash, Dewey Dell e Vardaman, mentre la famiglia dei vicini amici si compone di Cora e Tull (i genitori) e le figlie Kate ed Eula.

Dai primi capitoli emerge una netta differenza tra il personaggio più ricorrente (Darl) e gli altri. Darl mi sembra più sensibile, attento, colto, mi sembra avere un pensiero e un linguaggio più raffinato, e le sue descrizioni sono molto puntuali e ricche di dettagli. Una cosa che mi ha colpito subito è che Darl, a differenza degli altri, fa molto uso dei numeri. Ce ne sono un sacco solo nelle prime due pagine, anche se poi nelle altre sue parti progressivamente si riducono, quindi probabilmente è solo un caso e non significa niente, non saprei.

Gli altri personaggi sembrano più chiusi nei loro pensieri e nelle loro cose. In particolare, Jewel sembra l'opposto di Darl, e il rapporto tra i due, che comunque stanno spesso insieme, è un aspetto che mi incuriosisce molto.

Un'altra domanda che mi pongo è: perché Darl si riferisce al padre come “Pa’” e alla madre come Addie, o Addie Bundren? Non ricordo che l'abbia mai appellata come madre.

Sono arrivato alla quinta volta che prende la parola Darl (mi sa che è meglio numerare i brevi capitoli, quindi sarebbe 12 Darl), e questa parte mi è risultata di difficile comprensione, mi riferisco soprattutto alle parti in corsivo. Se sono in corsivo, un significato devono averlo, ma per ora non sono riuscito a coglierlo.

E poi, una domanda che mi sorge spontanea sempre in questa parte è: se Darl non è presente in casa, come dice il padre stesso all'inizio, come fa a sapere ciò che sta succedendo? Mi viene quindi anche il dubbio che non tutto ciò che leggiamo sia reale?
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Mi avete incuriosito e poi la compagnia è ottima :wink:.
Se mi date il tempo di procurarmi il libro e leggere le prime pagine magari mi unisco a voi, tanto pure se non riuscirò a commentare, basterà quello che scriverete voi :mrgreen:.
 

ayuthaya

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Trillo dicevi che saresti andato piano ma non mi pare proprio!!! :mrgreen: Io inizio adesso ma in questi giorni purtroppo non ho molto tempo... :W
Minerva sono molto contenta che sei dei nostri! Mali piacerebbe che commentassi anche tu!
 
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Trillo

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Trillo dicevi che saresti andato piano ma non mi pare proprio!!! :mrgreen: Io inizio adesso ma in questi giorni purtroppo non ho molto tempo... :W
Minerva sono molto contenta che sei dei nostri! Mali piacerebbe che commentassi anche tu!

Infatti ieri ho letto le prime quaranta pagine, ma oggi non sono riuscito ad andare avanti :wink:

Comunque, dai primi monologhi non emerge un grande affetto dei figli e anche del marito verso la madre (o moglie) che sta per morire, e in effetti il punto di vista di Cora nel suo secondo intervento è parecchio condivisibile... Nella famiglia ci sarà sotto qualcosa che non va.
 

ayuthaya

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Bene! Così in pratica siamo pari perché io ho giusto iniziato il primo brano di Vardaman, che ricordavo benissimo essere il più difficile di tutti. Più tardi commento, sono ancora "in attesa" di quello che avevo provato la prima volta...
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Ma voi quale edizione avete? La mia è Adelphi quindi dovrebbe essere una buona traduzione.
Mi sa che il colpo di fulmine per me non scatterà... Finora non mi sta piacendo lo stile di William :boh:.
Sono arrivata a quando la sorella dice (senza parole) a Darl di non dire al padre che quel ragazzo l'ha aiutata nel raccolto. Ora c'è il capitolo di Tull. Non ci sto capendo molto, però che la madre sta morendo l'ho capito, anche se non ho capito di cosa :??.
Comunque sto leggendo abbastanza distrattamente, lo devo ammettere.

@ayu : mi sembra un po' confuso come Le onde di Virginia, non trovi? Ecco perché a te piace :wink:. Invece io di lei ho preferito le storie più classiche.
 
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Trillo

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Anch'io ho l'Adelphi, e devo dire che spesso, mentre leggevo, mi sono sorti dei dubbi sull'effettiva efficacia della traduzione nel decifrare il testo originale e riportarlo in italiano, perché a volte mi capita di trovare frasi strane tipo quelle che saltano fuori quando a scuola si traduce dal latino :mrgreen: Ma comunque non deve essere affatto facile tradurre un libro con dei flussi di coscienza, anche se in questi casi penso che sarebbe molto più interessante e coinvolgente leggere il testo originale per poter cogliere più a fondo i significati del testo, o anche solo per riflettere su certe scelte dell'autore.
Comunque, spero di andare avanti almeno di qualche pagina stasera :mrgreen:
 

ayuthaya

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Eccomi qui! Finalmente posso iniziare a commentare anche io! Fino al punto in cui ero arrivata ieri (e cioè dove si è fermato a commentare Trillo) sono rimasta come "in attesa" di provare le stesse emozioni che ho provato nella prima lettura, chiedendomi se sarebbe cambiato qualcosa, visto che Faulkner non è più un autore nuovo per me come era allora! Certo ricordo bene il senso di straniamento tipico di alcuni dei sui romanzi (la maggior parte!), per cui non abbiamo nessun aiuto nel capire dove siamo, chi sono i protagonisti e che sta succedendo intorno a noi… Fa parte del "gioco" di Faulkner con noi lettori e non è facile da accettare, ma è indispensabile per riuscire a entrare in sintonia con lui!

Comunque a partire dai paragrafi che ho letto oggi è tornata la magia… Bisogna leggere con grande attenzione per capire quello che succede, ad esempio i brani di Vardaman sono i più difficili, ma poi si riesce a capire più o meno quello che succede (ad esempio che lui ce l'hai con il medico, Peabody, responsabile secondo lui di aver "ucciso" la madre e per questo va nel fienile e picchia e i suoi cavalli così che partono trascinandosi via la pariglia… ). Per quanto riguarda Dewey Dell, cara Minerva, ti basterà qualche altro suo brano per capire che quello che Darl ha capito e non deve dire al padre non è proprio quello che dici tu… :mrgreen: Però non riesco a ricordare a chi si riferisca Dewey Dell quando dice che "lui" potrebbe aiutarla molto… Darl stesso? Il buon senso mi dice di sì ma poi la frase "Lo lascerei entrare fra me e Lafe, come Darl è entrato fra me e Lafe" mi fa pensare che non sia così… :? Sinceramente non mi ricordo…

@Trillo: il discorso dei numeri su Darl proprio non lo avevo colto, dovrei rileggerlo per notarlo! cmq è certo che Darl è un personaggio particolare dal punto di vista narrativo, mi viene da pensare che sia una sorta di "narratore" che si sovrappone al personaggio, poiché alcuni suoi brani, come hai notato tu, raccontano di momenti in cui lui non era presente… che Faulkner abbia voluto prestargli un po' di se stesso (non so se mi spiego)? Boh, sinceramente ricordavo davvero pochi dettagli di questo romanzo che pure mi ha conquistato, forse perché non dobbiamo prendere la vicenda come qualcosa di realistico e verosimile, ma come un contenitore di significati simbolici e archetipi… Ricordo bene le sensazioni che mi ha trasmesso più che lo sviluppo della vicenda vero e proprio.
E' molto interessante leggere con te, Trillo, perché sei molto attento ai dettagli linguistici e narrativi… Il fatto che Addie sia chiamata sempre per nome e a volte persino per nome e cognome è un elemento importante secondo me: ci fa capire subito la posizione di questa donna che è quasi un'"estranea" per la sua stessa famiglia. Addie é il tipico protagonista-non protagonista di Faulkner, fulcro narrativo intorno a cui ruota tutta l'opera e nel rapporto con il quale si definiscono tutti gli altri personaggi.


@ Minerva: in effetti non so se un romanzo del genere possa piacerti… Per certi versi è ancora peggio della Woolf ne Le onde perché qui ci sono passaggi incomprensibili anche dal punto di vista sintattico… Comunque mi fa piacere che ti sia unita a noi :D ma ti consiglio di leggere con attenzione e se perdi qualche passaggio prova a chiedere, magari riusciamo a fare chiarezza insieme (anche se con Faulkner la "chiarezza" non esiste! :mrgreen:). Per quanto riguarda Cora, sarà che sono un po' condizionata dai alcuni ricordi della prima lettura, ma non è un personaggio che mi faccia impazzire o di cui mi fiderei per "giudicare" i personaggi… In linea di massima i "vicini" nei romanzi di Faulkner non sono quasi mai personaggi positivi: in questo caso abbiamo a che fare con una bigotta che, come dice poco più avanti suo marito, "aspira alla santità" e già questo me la rende antipatica! :mrgreen: D'altra parte non condivido affatto la sua critica nei confronti di Jewel che invece, con la sua impulsività, trasmetteva comunque un rifiuto sincero all'idea che sua madre potesse morire…


Sono arrivata al punto in cui Addie è morta (tanto gli spoiler in un romanzo del genere non esistono! :mrgreen:) e Tull e Cora sono appena arrivati dai Bundren (pag. 70)
Ah, dimenticav! Anche io ho la versione Adelphi ma non è quella che ho letto la prima volta, anzi ricordo bene di aver letto un'edizione (presa in prestito in biblioteca) che conteneva una prefazione nella quale erano spiegati i passaggi fondamentali della storia (ovvero una "traduzione" semplificata di ciò che accade) e che avevo trovato molto utile… Poi mi sono talmente innamorata di questo libro che ho voluto comprarlo ma mi sono accorta che l'Adelphi pubblica il testo nudo e crudo, senza alcun apparato critico… peccato! cercherò in Internet!
 
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Minerva6

Monkey *MOD*
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Io continuo a leggere ma continuo a non capire niente :mrgreen: :boh:.
Mica Dewey è incinta :??? Forse quello che potrebbe fare qualcosa per lei è il dottore, la sparo grossa... Un aborto :paura:.
E di cosa è morta la mamma? C'entra il cavallo che Vardaman picchia? Ammesso che era un cavallo :?.
Ho scoperto che c'è il film, mi sa che facevo prima a vederlo, forse ci capivo di più :wink:.
Oppure dovrei leggere qualche commento in rete, ma preferisco farlo a lettura conclusa.
Sono arrivata a Vardaman - mia madre è un pesce... Lo dice perché anche lui è morto?
Aiutatemi a raccapezzarmici :oops:
 

Trillo

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Sono arrivato al secondo monologo di Vardaman, quindi non sono andato molto avanti. Non ho voluto proseguire perché ho preferito soffermarmi sui pensieri di Vardaman, che finora sono quelli più liberi e più difficili da decifrare.

Ciò che mi sembra di capire è che Vardaman, essendo ancora piccolo, viva le cose interpretandole secondo un suo immaginario. Quella della madre è forse la sua prima esperienza diretta con la morte di una persona, e questo chiaramente ne amplifica il suo già forte sconvolgimento per l'evento triste.

Tutti ci siamo chiesti almeno una volta che fine facciamo dopo l'ultimo respiro. A Vardaman gli hanno inculcato il pensiero che si vada a vivere in un paese lontano. Ma questa spiegazione si viene a scontrare con la realtà con cui si trova a fare esperienza, e cioè che la madre verrà rinchiusa e sigillata con i chiodi in una bara. Ciò mette in chiaro nella sua mente l'impossibilità fisica del corpo di uscire e andare a vivere altrove. Le convinzioni che aveva cominciano a traballare, ma riescono a sopravvivere pensando che in fondo una spiegazione c'è, e cioè che la madre fosse partita via già prima della sua morte corporea: la malattia aveva infatti trasformato la madre che, per forza di cose, nei suoi ultimi momenti non era più la persona che tutti avevano conosciuto ("Non era lei. Io c'ero.[...] L'ho visto quando non era lei").

Ma allora dov'è andato a finire lo spirito della madre? Mi sembra di capire che Vardaman sia stato parecchio colpito dal fatto che la morte della madre sia avvenuta in coincidenza con il grosso pesce da lui pescato, o in qualche modo trovato, e che di conseguenza cominci a correlare questi due avvenimenti.

L'interpretazione che do', quindi, è che, secondo Vardaman, non solo la madre alla fine non era più lei, cioe' se stessa, lucida, con la sua precisa identità, ma che il cambiamento sia avvenuto proprio quando Vardaman ha portato il pesce sulla terra: "Prima lui non era e lei era" (dove "lui" secondo me è da riferire al pesce), "e ora lui è e lei non era" (cioè, dal momento in cui il pesce è stato portato qui sulla terra, lei non è più la stessa di prima, è in qualche modo già morta spiritualmente).
Infatti poco prima dice anche: "Non era lei perché lui era proprio lì per terra."

Ma la correlazione sembra che si spinga ancora oltre, perché, per liberare la madre dal suo finire rinchiusa nella bara chiodata, occorre un passaggio successivo,che consisterebbe in una sorta di trasmigrazione della madre nel pesce. Ma affinché ciò possa avvenire, il pesce non può più avere l'identità di pesce. Da qui, il suo essere fatto a pezzi di "non pesce" da un Vardaman inconsapevole di questo piano superiore di cui anche lui diventa complice: "E ora è tutto a pezzi. L'ho fatto a pezzi io".
Questa trasmigrazione, poi, è come se fosse portata a compimento dal medico Peabody, da cui poi la rabbia verso di lui e la sua pariglia, come diceva ayuthaya.

Tuttavia, gli eventi sono pian piano elaborati da Vardaman, che riesce in seguito a trovare proprio in questi la via d'uscita ai suoi pensieri sulla morte. Questi eventi, infatti, portano la madre a trasmigrare in quello che ormai è un "non pesce", sfuggendo alla chiusura nella bara chiodata. Il fatto di essere tagliato a pezzi non implica per Vardaman l’impossibilità di stabilire un’identità: alla fine del primo monologo sembra infatti che per Vardaman sia un po’ come quando nel buio non riusciamo a percepire qualcosa nella sua interezza ma soltanto a mettendone insieme i frammenti di cui facciamo esperienza, cioè odori, suoni, e le stesse illusioni che queste inducono. Anche se percepiamo qualcosa di frammentario, riusciamo comunque a coglierne una sua identità, per quanto si tratti di "un è differente dal mio è”.
La rabbia con cui si apre il capitolo si dissolve in questo tipo di ragionamento finale che è per lui fonte di conforto ("Non ho paura") e che personalmente mi è piaciuto tantissimo e ho trovato molto maturo per la sua piccola età.

La nuova identità della madre è allora possibile nei pezzi di "non pesce" e salva la madre dal suo destino, perché quel pesce verrà mangiato dalla famiglia, cosicchè la madre potrà vivere in loro, "e non ci sarà nulla nella cassa e allora lei può respirare”.

Come parentesi finale, mi sembra che il punto in cui era stato portato il pesce sulla terra sembra quasi diventare un luogo "mistico" per Vardaman, visto il modo con cui ricorre nei suoi pensieri. "Sento dov’era il pesce nella polvere", "Se salto giù dal portico sarò dov’era il pesce". "Era proprio lì per terra".

Ok, scusatemi se mi sono dilungato troppo, forse non ha molto senso cercare una logica in questo tipo di monologhi, ma quelli di Vardaman mi hanno stuzzicato e mi sono piaciuti molto.

Comunque, secondo voi potrebbero essere cose plausibili? In un prossimo messaggio commento anch'io sui dubbi sollevati da voi.

Nel frattempo non andate molto avanti con la lettura :mrgreen:
 

ayuthaya

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Sono davvero sconvolta, Trillo. :paura: Non è la prima volta che me ne dai dimostrazione ma la tua perspicacia, o intelligenza, o non so neanche come chiamarla in realtà, mi lascia senza parole. Mi sa che stai facendo tu un regalo a me leggendo insieme questo capolavoro! :ad:
 

ayuthaya

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Io continuo a leggere ma continuo a non capire niente :mrgreen: :boh:.
Mica Dewey è incinta :??? Forse quello che potrebbe fare qualcosa per lei è il dottore, la sparo grossa... Un aborto :paura:.
E di cosa è morta la mamma? C'entra il cavallo che Vardaman picchia? Ammesso che era un cavallo :?.
Ho scoperto che c'è il film, mi sa che facevo prima a vederlo, forse ci capivo di più :wink:.
Oppure dovrei leggere qualche commento in rete, ma preferisco farlo a lettura conclusa.
Sono arrivata a Vardaman - mia madre è un pesce... Lo dice perché anche lui è morto?
Aiutatemi a raccapezzarmici :oops:

Certo Minerva, che scema! Quello che può aiutare Dewey Dell è sicuramente il dottore se la facesse abortire... Perché non mi è venuto in mente subito??? :W :mrgreen:
Quanto al "mia madre è un pesce" (a cui io devo ancora arrivare, ma me lo ricordavo) è perfettamente in linea co la bellissima ricostruzione/interpretazione di Trillo... C'è da dire anche che il pesce ha un ruolo sicuramente simbolico, basta pensare alla tradizione cristiana ma non credo sia l'unica... Qui basterebbe documentarsi un po'. Ricordo bene che il libro è pieno di elementi simbolici, fra cui anche gli animali (il pesce appunto e più avanti gli avvoltoi)...
 
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