Ólafsdóttir, Audur Ava - Rosa candida

Shoshin

Goccia di blu
Il ventiduenne Arnljótur Thórir, detto Lobbi, lascia l'Islanda per fare un'esperienza in un monastero europeo. Dopo la morte della madre in un incidente automobilistico, Lobbi abita con l'anziano padre; il suo fratello gemello Jósef, autistico e con problemi di apprendimento, vive invece ricoverato in un istituto. Lobbi ha avuto di recente una figlia da una conoscente, Anna, dopo un fugace rapporto sessuale nella serra di casa, una sera al termine di una festa con amici. Il ragazzo ha assistito al parto, ma non ha più avuto occasione di incontrare Anna e ha visto poche volte la piccola Flóra Sól.

Partito dall'Islanda malgrado le apprensioni del padre, che preferirebbe vederlo iscrivere all'università, Lobbi trova ospitalità a casa dell'ex compagna di scuola Thórngunnur, che vive all'estero; ma appena atterrato soffre di un attacco di appendicite e viene operato d'urgenza nell'ospedale locale. Dopo una breve convalescenza, acquista un'auto usata e inizia il suo viaggio per recarsi al monastero dov'è atteso; fermatosi a cena in una locanda nella foresta, offre un passaggio auto alla figlia dei proprietari che deve recarsi all'università in città. Dopo averla accompagnata, e dopo avere attraversato due frontiere e percorso 2000 km su strada, Lobbi arriva nel paesino dove ha sede il monastero con il quale ha preso accordi. Lavorerà qui a un progetto di recupero dello storico giardino di rose, un tempo uno dei roseti più famosi del mondo.

Lobbi ha imparato la cura delle rose dalla madre, anzi ha portato con sé da casa una piantina di rosa a otto petali che si propone di far attecchire nel giardino. Il roseto è abbandonato all'incuria, malgrado ciò Lobbi rinviene oltre 200 varietà di rose quando comincia a sistemare la aiuole secondo la disposizione originarle, ricavata da immagini di libri d'epoca. I monaci, inizialmente indifferenti, si interessano sempre di più dei suoi risultati.

La sua nuova sistemazione personale è però sconvolta da una telefonata di Anna: l'amica ha bisogno che lui tenga presso di sé la figlia per qualche settimana mentre lei sarà impegnata a preparare la tesi di laurea. Gli porterà Flóra Sól in aereo. Lobbi affitta un piccolo appartamento d'epoca in paese, ma quando è ora di separarsi dalla bambina Anna gli chiede il permesso di fermarsi a lavorare per la tesi. Così Lobbi inaugura un ménage familiare con la bambina e con l'amica, della quale a poco a poco si innamora, fino a provare il desiderio di cerare una famiglia vera.

Ha uno stile delicato e prossimo all'incanto questa scrittrice islandese.
In questa parte di vita in cui sono giunta,non per mio volere,e dove spesso vacillano le certezze ed i sorrisi si diradano sempre più,
la lettura dei libri di Audur Ava Ólafsdóttir procura al mio cuore un senso di tranquillità,come quando ero bambina ,e non conoscevo la solitudine.
Se con Hotel silence avevo iniziato prendere confidenza con le mie cicatrici,
la lettura di Rosa candida mi ha concesso di
ritrovare atmosfere rarefatte, lievi,ed anche un po' malinconiche.
Colpisce la storia delicata ,ma non per questo banale,del giovane Lobbi che si ritrova a scoprire il senso della sua vita ad appena 22 anni nei petali delle sue rose e negli occhi di sua figlia Flora Sol.

Bellissimo il flusso della scrittura,poetica la visione della vita e della Fede che entra nel cuore sotto forma di un piccolo angelo venuto sulla terra,Flora Sol appunto.
E poi il senso trovato delle piccole cose quotidiane,della cura precisa e tenera dei particolari che spesso sfuggono al nostro veloce cammino.

Meraviglioso il dono di questa scrittrice,che sa descrivere la vita con semplicità,riportando il lettore alle radici di sé.
E quando si riesce a fare questo con piccoli libri preziosi come Rosa candida,vuol dire che si è
capaci di stupirsi ancora e di stupire gli altri.

E stupisce la profonda forza delle ultime
parole del libro,fa restare per un attimo privi
di respiro ad attendere quel raggio di luce caldo e familiare come la carezza di chi ci vuol bene


...Avanziamo lentamente verso il coro,
dove il sole rosso arancio apparirà all'alba.
A poco a poco la luce delicata si apre un varco tra
le vetrate variopinte ,e si spande dentro la chiesa come
un velo leggero di cotone bianco.Mia figlia
è immobile sulle mie spalle.
Mi faccio schermo con la mano e fisso lo sguardo direttamente
nello splendore accecante.È allora che la vedo lassù,nella vetrata
del coro:la rosa purpurea a otto petali.Nello stesso momento
in cui il primo raggio trafigge la corolla e va a posarsi sulla guancia della bimba...
 
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