Malamud, Bernard - Dio mio, grazie

malafi

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Riemerso da una spedizione in fondo all'oceano, il paleontologo ebreo Calvin Cohn scopre con sgomento che nel frattempo la Terra è stata colpita da un secondo diluvio universale. Per un «minuscolo errore» di Dio, Calvin è l'unico uomo a essere sopravvissuto. Si ritrova così naufrago su un'isola insieme a Buz, uno scimpanzé che un esperimento scientifico ha reso capace di parlare. Quando appaiono le altre creature scampate alla sciagura - degli scimpanzé, dei babbuini e un gorilla - Calvin si impegna a educarle come esseri umani, convincendosi poco a poco che grazie a loro potrà nascere la generazione che ripopolerà il pianeta, e che Dio tornerà ad amare le sue creature. Una svolta radicale rispetto agli altri romanzi di Malamud, una geniale favola di fantasia sul futuro dell'uomo e insieme una cruda parabola sulla sua natura,.

Breve romanzo che si colloca a metà tra una distopia e la storia di Robinson Crusoe.
Se non fosse per la prosa lineare, asciutta ed efficace di Malamud, che è sempre un piacere in sè, lo definirei un romanzo mediocre.
Ambizioso, come lo sono sempre i romanzi di questo tipo, provocatorio ed alcune volte persino urticante (forse blasfemo?). Non so se qualcuno abbia intenzione di leggere questo libro, nel qual caso non leggete questo spoiler che scrivo in bianco, ma il fatto che un uomo si accoppi con uno scimpanzè, generando una specie di incrocio, beh, mi pare davvero esagerato. Così come ho trovato eccessivo persino per un fantasy tutta la vicenda.
Credo sia maggiormente apprezzabile da chi abbia una buona conoscenza della Bibbia, perchè i riferimenti sono frequenti.
Voto 3 per l'immensa stima per questo scrittore, ma sufficienza davvero stiracchiata, per me.
 
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