Hardinge, Frances - Una ragazza senza ricordi

Jessamine

Well-known member
TRAMA
Triss ha un'unica certezza: da quando è caduta nel fiume Macaber, nella sua vita tutto è cambiato. Era una notte buia, di cui non riesce a ricordare nulla. I minuti passati sott'acqua sembrano averla trasformata: Pen, la sorellina di nove anni, ha paura di lei, e continua a dire che in realtà Triss non è più Triss. Sembrano pensarla così anche i suoi genitori, che bisbigliano sottovoce dietro porte chiuse celando segreti e misteri, come le lettere che continuano a ricevere da Sebastian, il figlio morto in battaglia durante la Prima guerra mondiale. E intanto Triss ha continuamente fame, una fame insaziabile e brutale, piange lacrime di ragnatela e si ritrova in un corpo sempre più fragile, che sembra fatto di foglie e fango.

Ben presto, Triss scopre l'esistenza di un perfido architetto che vive tra il mondo reale e l'Altronde, una dimensione popolata di malevole creature senza volto, ed è lì che Triss e Pen devono avventurarsi, prima che sia troppo tardi.

Un romanzo unico e profondo, in cui una scrittura magistrale dipinge un mondo lontano eppure vicinissimo, pieno di sfumature e soglie da oltrepassare.

COMMENTO
Non si parla abbastanza di Frances Hardinge, e io non riesco a spiegarmene il motivo.
La sua è, a mio parere, una delle voci più fresche e originali nel panorama della letteratura per ragazzi.
Mi sono innamorata di lei con "L'albero delle bugie", e ogni altra lettura non ha fatto altro che rispettare le aspettative e alzare l'asticella.
"Una ragazza senza ricordi" è, forse, il suo libro più originale, e al tempo stesso il più inquietante.
La penna della Hardinge sta sempre a metà strada fra il giallo e un fantasy appena accennato, dove magia e elemnti sovrannaturali non sono mai del tutto spiegati, né tematizzati, ma prendono possesso della trama in una maniera originalissima. Questo romanzo non è da meno: le figure raccontate qui sono figlie della tradizione, changeling e creature del bosco, figli di foglie e bambini scambiati nelle culle, ma sono anche molto, molto di più, in una girandola di perturbante che non dà spiegazioni, perché le spiegazioni non servono.
L'immaginario della Haringe è vivacissimo, vitale, pieno di immagini e metafore inusuali ma perfettamente calibrate (risate come monete in un cassetto, jazz dalle scarpe pulite, ricordi come neve), e si dipana in una trama ricca di significati metaforici, ma al tempo stesso perfettamente coerente e capace di reggersi benissimo su sé stessa.
Le sue protagoniste, poi, sono un inno alla vita, alla curiosità, all'autodeterminazione e alla libertà di scelta. Meravigliose, davvero.
In questo romanzo, mi è piaciuto moltissimo il lento dipanarsi della trama, dove il lettore non è mai al sicuro: la Hardinge non ha mai paura di scardinare ogni certezza, di andarci piano con lieti fine e redenzione, di mettere in cattiva luce le figure di riferimento delle protagoniste e di giocare con i sentimenti del lettore. Qui niente è come sembra, e lo scopriamo lentamente, a nostre spese.
Triss è un personaggio meraviglioso, fatto di luci e ombre, ed è impossibile non parteggiare per lei e per la sua ricerca della verità, della sua verità.
Memorabile anche Violet, nella sua costante fuga dal gelo del suo passato.
Davvero, consiglio questo libro a chiunque: giovane e meno giovane, amante del fantasy o fedele sostenitore della realtà più concreta.
Lo consiglio soprattutto a chi sta apprezzando la tanto chiacchierata saga de "L'Attraversaspecchi" della Dabos: la fantasia di queste autrici si muove in maniera molto simile, soprattutto per quanto riguarda la capacità di inventare mondi folli e assurdi (ma, lo prometto, con la Hardinge non si rischia nessuna storia d'amore da latte alle ginocchia).
 
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