Venezia, Mariolina - Maltempo

estersable88

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Piove. In una primavera ritardataria, il Pm Tataranni è di pessimo umore. Mentre è in corso la campagna elettorale per le Regionali si ritrova fra i piedi una ragazza troppo intraprendente, troppo ingenua, forse mitomane.
Quando la giovane scompare, Imma Tataranni comincia a vedere tutto sotto un’altra luce: se stessero tentando di incastrarla? Eccola tirar fuori gli aculei, mentre si aggira per una Basilicata che sembra la Transilvania, impantanandosi in tutti i sensi.
All’inseguimento di una verità che affonda le radici nel passato si spingerà fino a Roma: fra il Colosseo e piazza di Spagna sfreccerà in scooter stretta all’appuntato Calogiuri, e finirà col cadere in tentazione. Ma anche sul suo prediletto si allunga qualche ombra. Nell’indagine sembrano spuntare i fantasmi, una vecchia parla di malocchio.
Dagli studi di Cinecittà in via di dismissione al petrolio della Val d’Agri, da Montecitorio ai vicoli deserti di Craco, il paese abbandonato, solo la testardaggine di una donna che non teme i chili di troppo e rifugge i buoni sentimenti potrà venire a capo dell’enigma.
Dissacrante nella sua normalità, forse Imma imparerà a fidarsi un po’ di piú di se stessa e degli altri, forse il frutto proibito si potrebbe cogliere, forse il Belpaese non è del tutto da rottamare.
La città guarda la provincia e la provincia guarda la città nel racconto scoppiettante di un’Italia in caduta libera verso i suoi anni peggiori, e di energie pulite che si annidano dove meno te l’aspetti. «Rosso di sera buon tempo si spera», sospirerà Imma alla prima schiarita.

Secondo, intenso appuntamento con Imma Tataranni, sostituto Procuratore alla Procura di Matera che abbiamo già conosciuto in Come piante tra i sassi.
La nostra non certo ben voluta PM si ritrova tra capo e collo, stavolta, la morte di una ragazza, Donata Miulli, che pochi giorni prima era venuta a cercarla: voleva rivelarle informazioni che riteneva cruciali, riguardanti un onorevole molto noto, nonché un affare losco riguardante il petrolio che già da tempo si estraeva in Val d'Agri. Credendo che fosse la classica mitomane in cerca di visibilità, Imma l'aveva snobbata senza troppi convenevoli ed ora che è morta un po' se ne pente, soprattutto quando comincia ad appurare che alcune delle cose che le aveva detto la ragazza sono effettivamente vere. Ma chi era veramente Donata Miulli? Un'arrivista senza scrupoli in cerca di fama a tutti i costi? Una giovane martire dei nostri tempi che voleva salvare la sua terra dagli approfittatori? O semplicemente una giovane donna tenace e intraprendente con la voglia di farcela restando al Sud, nella sua Basilicata, e che aveva incontrato un amore sbagliato? E com'era morta Donata? Si era effettivamente suicidata come dicevano tutti o c'era dell'altro? Molte cose non quadravano, molte piste, anche troppi elementi che finivano per fuorviare, sviare, indirizzare in un senso piuttosto che in un altro… Con le indagini impantanate come la sua macchina, Imma procede a tentoni ma non è serena, proprio come il cielo che di primaverile ha ben poco. Pensa a se stessa, alla sua vita, a come avrebbe potuto essere diversa se da ragazza non avesse pensato solo a studiare; pensa a Pietro, a Valentina, a Calogiuri… soprattutto lui le dà molto da pensare… e da sognare.
Nonostante non si possa dire che sia simpatica, Imma Tataranni conquista per il suo essere normale e confrontarsi con problemi normali – tolti, chiaramente, quelli legati alle indagini -, per i suoi modi bruschi che a volte fanno scappare qualche sorriso, per il suo stile unico e inimitabile… che poi davvero c'è qualcuno che lo vorrebbe imitare?
Conquista, la Tataranni, per la passione e la tenacia che mette nel suo lavoro, per ciò che pensa e come lo pensa, per i temi che affrontano le sue indagini, così forti e controversi, per l'amore per quella sua terra bella e martoriata. La ritroverò nel prossimo romanzo, molto, molto presto.
 
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