Atwood, Margaret - Fantasie di stupro

qweedy

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- Ma si può avere una fantasia di stupro? Quattro colleghe giocano a carte durante la pausa pranzo e conversano sull'ossessione delle riviste rosa per un certo tipo di fantasie, quelle che prevedono l'irrompere in casa di uno sconosciuto fascinoso ma violento. Mentre le due bionde, una receptionist e un'archivista, ammantano di romanticismo questa fantasticheria tutt'altro che innocua e Sondra tace perché forse qualcosa da dire lo avrebbe, Estelle confessa i suoi sogni, quelli in cui si serve soltanto dell'ironia per dissuadere gli stupratori goffi, maldestri e profondamente umani che la molestano. «Nelle mie fantasie finisce sempre che mi dispiace per lui, insomma, dev'esserci qualcosa che non va in loro.» La vittima considera a loro volta vittime i carnefici, del resto «come potrebbe un uomo fare una cosa del genere a una persona con cui ha appena chiacchierato a lungo, una volta che capisce che anche lei è un essere umano, che anche lei ha una vita, non riesco a immaginare come possano andare fino in fondo, sai? Insomma, so che succede ma non lo capisco, questa è la parte che proprio non riesco a capire».-


Questo è solo il primo di 14 racconti scritti nel 1977 (titolo originale Dancing Girls: and Other Stories), i personaggi sono persone comuni di cui l'autrice indaga i sentimenti umani senza pietà e senza sconti, prevalentemente donne insoddisfatte della propria vita, con piccole ansie, dispiaceri e paure da affrontare.
Lo scenario è la realtà quotidiana e situazioni minime come screzi, tradimenti, solitudini o disillusioni, che sono universali. Sono tutte storie spiazzanti, urticanti. E’ disturbante la precisione con cui rende l'oggettività dello squallore, la gratuità della meschinità in una sconfinata desolazione, come un quadro di Hopper.


"Questi racconti non sono tanto sulla violenza quanto sulla sopravvivenza e la perseveranza".

«Perché non capisci realmente da che parte arriva il pericolo, la paura prende spesso la forma di un’ansia generalizzata o della paranoia. Non sai chi è il nemico. Non sai da quale direzione verrai colpita. Quindi tutti finiscono per guardarsi intorno, cercando la prossima minaccia. Le persone hanno paura di qualsiasi cosa sia lì fuori. E a ragione».
 
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