L'amore per questo meraviglioso dipinto nasce qui in forum.
Ho letto il minigruppo sul libro "Diceria dell'untore" e sono rimasta subito colpita dalla copertina del libro.
Ho chiesto se qualcuno conoscesse il pittore e il titolo del dipinto e sono venuta a conoscenza di Felice Casorati grazie a Shoshin, fino a quel momento non lo conoscevo.
Ammetto che questo dipinto mi piace per la sua bellezza in sé ma anche perché mi è piaciuto il romanzo "Diceria dell'untore" e questo dipinto rappresenta molto bene l'atmosfera di attesa nella storia raccontata da Gesualdo Bufalino.
Questo dipinto mi ha colpito per la semplicità della donna raffigurata, vestita di un semplice abito scuro, dai capelli cortissimi, eppure molto femminile nel suo insieme (la bocca viene messa in risalto così come la scollatura conferendole un delicato fascino per quanto mi riguarda), il particolare che attira di più la mia attenzione sono gli occhi chiusi e la testa declinata, come se fosse in un atteggiamento meditativo (guardando poi l'ambiente che la circonda ho l'impressione che questa donna si trovi in un refettorio, forse in un monastero o comunque in un luogo dove c'è un raccoglimento ma in questo sono molto influenzata dal romanzo di Bufalino dove il personaggio di Marta è proprio raffigurata esteticamente così e si trova in un sanatorio).
L'attesa poi è un titolo che descrive l'essenza del romanzo, ecco spiegata la scelta di questo dipinto come copertina.
Felice Casorati unisce alla precisione della descrizione oggettiva della realtà, dei volumi e degli spazi, un'atmosfera sospesa nel tempo e surreale, dipinge sulla tela una donna che sembra alienata da tutto, in primo piano e girata di spalle al tavolo, con un atteggiamento di attesa appunto, quasi di rassegnazione (se guardo le braccia incrociate e le mani abbandonate sul ventre).
La mescolanza di atmosfere reali e atmosfere magiche mi affascina molto e ha contribuito a farmi amare questo dipinto il romanzo dove si respira una dimensione quasi spirituale, vicina ma nello stesso tempo lontana dalla realtà sensoriale.