Kristoff, Jay - Nevernight-Mai dimenticare

LettriceBlu

Non rinunciare mai
Trama:
Destinata a distruggere imperi, Mia Corvere ha solo dieci anni quando riceve la sua prima lezione sulla morte.
Sei anni dopo, la bambina cresciuta tra le ombre si avvia a mantenere la promessa che ha fatto il giorno in cui ha perso tutto.
Ma le possibilità di sconfiggere nemici così potenti sono davvero esili, e Mia è costretta a trasformarsi in un’arma implacabile. Deve mettersi alla prova tra i nemici – e gli amici – più letali, e sopravvivere alla protezione di assassini, mentitori e demoni, nel cuore stesso di una setta dedita all’omicidio.
La Chiesa Rossa non è una scuola come le altre, ma neanche Mia è una studentessa come le altre. Le ombre la amano. Si nutrono della sua paura.

Commento:
Questo è un fantasy crudo e brutale, già dalle primissime frasi capiamo che l’autore non fa sconti, anzi descrive scene cruente e sanguinose con dovizia di dettagli. Non troviamo il classico protagonista eroe con valori molto positivi; a muovere la sedicenne Mia Corvere è la vendetta e lei è disposta a pagare qualunque prezzo per ottenerla. Nonostante ciò la storia cattura fin dalle prime pagine grazie ad una trama incalzante e allo stile di Kristoff, che riesce a bilanciare con maestria scene di squartamenti e lotte all’ultimo sangue con momenti estremamente ironici e sarcastici. Per quanto l’idea di imparare a diventare assassini sia sbagliata, non si può fare a meno di tifare per Mia, essere affascinati dalle lezioni che segue e dai suoi insegnanti e avere l’ansia sperando che superi ogni pericolosa prova che le sarà richiesto di affrontare.
Mia è un personaggio complesso: è spinta da un fortissimo odio nei confronti delle persone che hanno distrutto la sua famiglia, tuttavia non è completamente senza scrupoli e si dimostra molto umana in situazioni in cui per sopravvivere senza danni non le sarebbe concesso far prevalere i suoi sentimenti. Ha un gatto fatto di ombre che divora tutte le sue paure aiutandola ad acquistare piena fiducia nelle sue capacità, rendendola a volte anche troppo incosciente; ma ha in più occasioni dimostrato di possedere un grande spirito critico che la spinge ad interrogarsi sulla strada che ha deciso di intraprendere e a non aver vergogna nel chiedere aiuto quando capisce di averne bisogno e poter imparare dagli altri.
Non è certamente un libro per tutti, i deboli di stomaco non dormirebbero sonni tranquilli dopo averlo letto, ma per chi non si fa impressionare da parecchia violenza, un linguaggio volgare quando serve e scene di sesso esplicite è più che consigliato.
 
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Jessamine

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Kristoff, Jay - Nevernight

TRAMA

Destinata a distruggere imperi, Mia Corvere ha solo dieci anni quando riceve la sua prima lezione sulla morte. Sei anni dopo, la bambina cresciuta tra le ombre si avvia a mantenere la promessa che ha fatto il giorno in cui ha perso tutto. Ma le possibilità di sconfiggere nemici così potenti sono davvero esili, e Mia è costretta a trasformarsi in un'arma implacabile. Deve mettersi alla prova tra i nemici - e gli amici - più letali, e sopravvivere alla protezione di assassini, mentitori e demoni, nel cuore stesso di una setta dedita all'omicidio. La Chiesa Rossa non è una scuola come le altre, ma neanche Mia è una studentessa come le altre. Le ombre la amano. Si nutrono della sua paura.


COMMENTO
Confesso di essermi avvicinata a questo libro senza alcun pregiudizio: avevo letto meraviglie e critiche feroci, vesti stracciate al grido del capolavoro (che certamente non è) e conati di vomito di fronte allo scempio assoluto (e non è nemmeno questo).
Io, che di fantasy sono tutt’altro che esperta, l’ho trovato un libro estremamente interessante, pur avendo dei difetti anche belli grossi.
La cosa che più mi ha colpito è stato lo stile dell’autore: barocco e ridondante, inizialmente un po’ arduo da penetrare, ma, una volta prese le giuste misure, mi ha molto divertita la voce a tratti cinica e a tratti quasi esageratamente poetica del narratore. Mi è piaciuto molto che il mondo delineato in questo romanzo emergesse anche tramite scelte lessicali originali, esclamazioni specifiche e il semplice modo di comportarsi dei personaggi. Mi è sembrata un’ambientazione molto solida, e ho apprezzato la scelta di inserire delle note che approfondissero in maniera quasi “storica” il mondo circostante: certo, forse è più interessante quando l’autore riesce a trovare il modo descrivere tutto il suo mondo attraverso degli espedienti narrativi, ma trovo che Kristoff abbia saputo mantenere un certo equilibrio: le note sono un “di più", qualcosa che contestualizza e rende più ampio il panorama, ma non è affatto necessario leggerle per riuscire a comprendere i meccanismi dell’ambientazione.
Ho trovato poi particolarmente interessanti il richiamo al mondo della romanità classica, con tribuni e consoli, repubbliche che seguono un impero, e un dominio vasto che comprende popoli anche molto diversi tra di loro, che sono cittadini pur conservando buona parte della loro identità culturale.
Devo ammettere che ho trovato tutto molto suggestivo: la città di Godsgrave, il contrasto fra questo mondo costantemente immerso nella luce dell’Illuminotte causata dalla presenza di ben tre soli, che tramontano contemporaneamente soltanto per una notte ogni quattro anni, e l’ombra perenne che regna all’interno della Chiesa Rossa, covo di efferati assassini.

La trama, in sé, non è niente di particolarmente originale: Mia è la figlia di un padre assassinato, di una madre uccisa (sì, ho letto quel passaggio con la voce di Russel Crowe, non sono riuscita a farne a meno), che cova la sua vendetta con una fredda determinazione, improntando tutta la sua giovane vita al solo raggiungimento di questo scopo. E così parte per cercare di diventare una Lama, un letale assassino membro di una comunità eretica di adoratori della dea Niah, la dea della notte e della morte, in contrasto con il culto del sole venerato ad Itreya.
E, ecco, per quanto abbia amato moltissimo le ambientazioni della Chiesa Rossa, i suoi ambienti che variano con variare delle tenebre, la sua immensa biblioteca custodita da un Archivista che fuma sigarette che non si producono più, l’Oratore e la Tessitrice, trovo che rendere questo covo di assassini una scuola sia stato un passo un po’ traballante. Comprensibile, vista l’età dei protagonisti, ma abbastanza irrazionale: oltre a richiamare inevitabilmente delle dinamiche ormai fin troppo conosciute, trovo abbastanza insensato tutto il meccanismo. Comprendo l’addestramento, ma non le lezioni con tanto di verifiche di fine anno che rasentano il ridicolo. Il che è un vero peccato, perché secondo me il libro aveva tutto il potenziale per reggersi molto bene anche senza questi meccanismi un po’ abusati e, francamente, irrealistici.

I personaggi sono interessanti, anche se spesso si cade un po’ nello stereotipo: la stessa Mia, che spesso ho letto incensata come un personaggio femminile assolutamente rivoluzionario, non sempre mi ha convinta del tutto. Tuttavia, trattandosi del primo di tre volumi, confido che alcuni stereotipi possano ancora riuscire a concretizzarsi in personaggi più sfaccettati.

Sul finale, poi, ci sono alcune contraddizioni che mi hanno un po’ avvelenato la lettura (mi riferisco a Bastardo e alle manette di Cassius): sono errori grossolani, che sarebbe bastato poco per evitare, ma che rendono il tutto un po’ poco credibile. In ogni caso, ammetto che in libri come questo io non sempre ricerco (solamente) una trama perfettamente coerente: certo, mi dispiace, perché ci sono cose che si sarebbero potute fare meglio, ma nel suo complesso il libro mi è molto piaciuto, mi ha coinvolta e mi ha incuriosita, dunque darò sicuramente una possibilità anche al secondo volume.

Una menzione speciale, poi, va all’edizione Oscar Vault: i volumi sono curatissimi, sono proprio degli oggetti che, per degli appassionati, è bello possedere ed esporre.
 
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