Dones, Elvira - Piccola guerra perfetta

estersable88

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Forse per la prima volta in un romanzo la guerra ci appare vicinissima alla nostra normalità: di persone che vivono nell'Occidente moderno, dove si può telefonare a una amica a New York, a un parente in Svizzera. E dove, se manca la luce, non è detto che sia perché stanno per venirci a prendere, uno per uno, casa per casa. La "piccola guerra perfetta" del titolo è quella dichiarata dalla Nato il 24 marzo 1999 in seguito alla feroce politica di "pulizia etnica" di Milosevic. Si concluse il 12 giugno. Una guerra aerea, dai cieli del Kosovo. Doveva essere piccola e perfetta perché nessun soldato americano sarebbe tornato a casa in una bara, fu promesso. Ma vista da terra fu purtroppo tutt'altra cosa. Che cosa, lo racconta Elvira Dones in questo libro scritto oggi e basato su anni di ricerche sulle violenze subite dalle donne del Kosovo in ottanta giorni di orrore, a opera dei miliziani serbi. Dones riesce a rendere terribile, commovente e umana l'epica della sopravvivenza di tre donne assediate in una casa di Pristina: Rea, Nita e Hana. E insieme al loro assedio, alla loro disperata e vitale giovinezza, seguiamo increduli l'odissea verso la libertà di due indimenticabili ragazzini, della tredicenne bellissima Blerime, che da grande vuole studiare Poe come zia Nita, e del quattordicenne asso del calcio Fatmir. Elvira Dones ha scritto i suoi primi sette libri in albanese e gli ultimi due in italiano, sua lingua d'adozione. Prefazione di Roberto Saviano.

L'avevano definita "piccola" e "perfetta", perché avrebbe dovuto durare pochissimo e colpire obiettivi precisi. Così pensavano gli occidentali con la loro superiorità e le loro boriose strategie da liberatori del mondo. Ma può, una guerra, essere piccola e perfetta? Si può controllare una bomba dopo che è stata lanciata? Si può, onestamente, stabilire in anticipo il numero e l'identità delle vittime? Si può prevedere cosa accadrà dopo un primo atto di forza, specie in un territorio – i Balcani – già martoriato da anni di inutili guerre? No, no e no. Lo grida forte, Elvira Dones, in queste pagine strazianti. Lo grida, ma non con un inutile urlo che sgorga dalla gola, lo fa con un urlo lacerante che viene da dentro, uno di quegli urli muti che hanno imparato bene le donne kosovare… quelle che sono rimaste, almeno, e che hanno ancora voglia di urlare il loro orrore al mondo. Ci racconta qui, la Dones, una guerra drammatica, fatta di soprusi, distruzione, carneficina, orrore: lo fa raccontandoci, mentre avvengono, le esecuzioni sommarie, la paura, la reclusione, i tentativi vani di fuggire, le case sventrate, ossa, sangue, brandelli di carne… ci racconta la storia di tre donne, di tante donne che prima ancora di pensare a se stesse, proteggono l'uomo, si sacrificano, vengono annientate dalla vista della morte davanti agli occhi e dal peso di dover restare in vita. Ci racconta, di contro, le reazioni dell'occidente saggio nel caldo delle case e delle redazioni giornalistiche con tutti i confort, di quell'occidente di gente che si lamenta per la pena di di una guerra altrui mentre chi ascolta, dall'altro capo della cornetta, intorno ha cadaveri e abbandono. Ci racconta, Elvira Dones, di tradimenti, di popoli afflitti e di popoli amici che, fratelli nel sangue e nella miseria, tendono la mano.
Piccola guerra perfetta è un piccolo libro, ma di un impatto emozionale fortissimo: testimonianze, queste, che lasciano il segno e dovrebbero far chinare la testa a chi blatera di guerra, sovranismi, nazioni e orgoglio patriottico. Una storia da leggere, proprio perché dura, resa ancora più glaciale dall'uso, nella narrazione, del tempo presente che dà al racconto quell'immediatezza che colpisce allo stomaco. Un libro sulla guerra, uno dei tanti? No, un libro che è, in sé, la guerra.
 
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