Singer, Israel J. - Una primavera tardiva

Shoshin

Goccia di blu
"Ciascuno di questi racconti si svolge in uno shtetl polacco, prima della seconda guerra mondiale, abitato da una serie di personaggi descritti con tanta precisione che si possono subito individuare quando riappaiono in un altro racconto, magari in veste di protagonisti. C'è, per esempio, Hirsch Leib che, dopo aver condotto a destinazione il bestiame a lui affidato dai commercianti locali, non vede l'ora di tornare da moglie e figli con un sacco pieno di regali per festeggiare la Pasqua ebraica, e si trova davanti la Vistola, ghiacciata sì, e quindi attraversabile, ma battuta da una inaspettata, furiosa pioggia primaverile che rischia di assottigliare e rompere la superficie solida del fiume. Ci riuscirà? Ogni racconto un romanzo, ogni villaggio un mondo, ogni protagonista un personaggio, e una pletora di vivacissimi ritratti di contorno, cosi caratterizzati, in poche righe, da diventare indimenticabili. Questo l'incredibile potere della scrittura di I.J. Singer, che i lettori conoscono già dai grandi romanzi epici. E qui le brevi storie dense e originali hanno lo stesso tono definitivo delle altre opere di questo grande scrittore."

Ho letto questi racconti con la consapevolezza che li avrei adorati e vissuti.
Ed è stato così.
...
Trasportata dalla Vistola ,ho attraversato quasi tutta la Polonia.Il lungo fiume bagna le piccole valli e le grandi città come Varsavia e Cracovia,e lambisce ,nei racconti ,anche numerosi shtetl ebraici ...la shoah non aveva ancora spazzato via questi luoghi,questo modo di stare al mondo.

"Da Flich Maïdaniker, poverissimo venditore ambulante di setole di maiale, che nel racconto diviene inopinatamente 'borghese', alle profonde e ridicole diatribe tra i due villaggi di Grobitze e Podgurna a proposito delle loro sinagoghe in sabbia, fino ai punti di vista opposti dei due rabbini in Espiazione e il senso dell'appartenenza religiosa e culturale del povero bovaro Hirsh Leib, in Primavera tardiva si dispiega una grande quantità di personaggi e situazioni che rispecchiano in modo magistrale la favolosa cultura e il finissimo senso dell'humour del mondo ebraico.
Un teatro perfetto per Israel Singer, data la sua capacità di mescolare nei suoi racconti elementi e personaggi diversissimi e imbastire storie molteplici di fantastici protagonisti posti sotto la lente dell'inarrivabile humour ebraico. E' in questo contesto che si muovono i protagonisti di questo racconto: un indimenticabile antiquario, falsario e bon vivant, il suo assistente che ancora crede nel sogno giovanile di raggiungere l'eccellenza nella pittura, un gesuita professore di teologia e appassionato di antichità che non riesce a non farsi scivolare in tasca dei piccoli oggetti in esposizione nel negozio dell'amico antiquario, una giunonica proprietaria di caffè corteggiata dall'antiquario, un cane e un gatto molto particolari ospitati nella casa dello stesso antiquario assieme a canarini, pappagalli, criceti, pesci rossi e un'anguilla. Un racconto, dunque, che costituisce una perfetta introduzione alla lettura di uno scrittore straordinario."

Io credo che vi piacerebbe molto.
Lo consiglio a voi con una certezza assoluta
nel cuore.
Leggetelo perché Israel J.Singer si farà conoscere
ancor di più con queste pagine mirabili,scritte
con il garbo e la profondità di cui abbiamo già molte volte parlato.
 
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Grantenca

Well-known member
E’ un libro di racconti, il titolo si riferisce al primo racconto. Sono racconti con protagonisti ebrei e ambientati in Polonia ad eccezione dell’ultimo. Non è che ami molto questo tipo di letteratura, ma ne ho letti altri. Anche questo, come in gente di Dublino di Joyce (i morti) e in undici solitudini di Yates( nessun dolore), ha un racconto che mi ha colpito più degli altri. Qui si tratta di “la città vecchia” un racconto davvero molto strano che potrebbe essere oggetto di una discussione a parte. Devo dire inoltre che, forse è solo una mia impressione, ma tra le righe ho colto un senso di accondiscendente soddisfazione e orgoglio dello scrittore di far parte della cosiddetta “razza eletta”. Un fatto questo che certamente non ha contribuito ad attenuare l’avversione generalizzata che ha dovuto sopportare nei secoli questo grande popolo. Mi sembra di averlo già detto ma la storia ha dimostrato che le differenze di razza e religione hanno spesso contribuito a “giustificare” le più aberranti e brutali nefandezze perpetrate dall’uomo contro se stesso. Tornando al libro devo dire che la qualità dei racconti è molto elevata. Questo è uno che veramente sa scrivere e non ha nulla da invidiare ai due grandi scrittori che ho sopracitato. Per questo consiglio a tutti questa lettura, e la consiglio ancora di più a chi ama questo genere.
 
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