Flint, Sarah - Amore di mamma

LettriceBlu

Non rinunciare mai
Trama:
Lui ti sta guardando. Lui ti sta aspettando. Chi sarà il prossimo? Quando alla detective Charlie Stafford viene assegnato il caso di una donna scomparsa con suo figlio, non ha davvero idea dell'incubo in cui sta per addentrarsi. All'inizio la pista dei maltrattamenti familiari sembra la più plausibile, ma l'improvvisa scomparsa di altre donne insieme con i loro bambini rende quell'ipotesi sempre più debole. Non può trattarsi di una coincidenza: deve esserci la stessa mano dietro quelle inquietanti sparizioni. Grazie all'aiuto dell'ispettore Geoffrey Hunter, Charlie si getta a capofitto in una caccia all'uomo disperata, per evitare che altre persone innocenti siano massacrate. Ma è un'impresa tutt'altro che semplice. I sospettati vengono fermati, ma gli indizi sono frammentari e persino il movente appare oscuro. Perché l'assassino si accanisce solo su una delle sue vittime? Se Charlie vuole davvero fermarlo, dovrà calarsi nella perversione di una mente malata, ma rischiando di diventare la prossima vittima del serial killer...

Commento:
Questo libro è stata un'esperienza particolarissima: l'autrice è davvero brava a rendere l'introspezione di vittime e colpevoli e mantenere sempre alta la tensione quando ce li mostra, peccato che non si possa dire lo stesso con le parti dedicate alla detective protagonista e alle indagini. Queste vanno a rilento quando dovrebbero catturare l'attenzione sul caso e far venire voglia di saperne di più, e troppo veloci quando si fanno scoperte importanti, che quasi sempre ci vengono raccontate e mai mostrate direttamente. La protagonista risulta gradevole, ma leggendo di lei ho provato la sensazione che l'autrice raccontasse la sua storia dopo averla a sua volta sentita raccontare; ho avvertito un distacco piuttosto fastidioso, anche nei momenti più emotivi non riusciamo del tutto ad empatizzare con lei. Il caso, invece, è stato la giusta miscela di eventi ricorrenti nei thriller e quel tocco di insolito perfetti per stuzzicare la curiosità e il ribrezzo dei lettori. Prima ho usato volutamente "colpevoli" al plurale, perché al caso centrale s'intrecciano altre vicende criminose di cui non si può ignorare l'importanza e per le quali è stato bello, alla fine, aver visto la giustizia trionfare. Punto debole del libro, oltre a quanto già detto sulla protagonista, il poco spazio lasciato alla squadra, che ha avuto un ruolo marginalissimo e poco credibile, perché in un team non fanno la maggior parte del lavoro soltanto due persone.
Lo stile di scrittura non mi ha convinto totalmente: spesso frasi spezzate e periodi poco articolati, che volevano portare tensione ma hanno generato solo fastidio rendendo meno piacevole l'esperienza di lettura.
 
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